Volano Crypto e Truffe nell’Europa dell’Est. Il Rapporto di Chainalysis

Christian Boscolo
| 8 min read

Chainalysis, società di software specializzata nell’analisi della blockchain, ha elaborato un estratto del report “Geography of Cryptocurrency Report 2022 “, che verrà pubblicato prossimamente. Scopri qui invece come diversificare un portafoglio crypto al meglio nel 2022

Secondo quanto riferito dall’estratto del report, l’Europa dell’Est si colloca al quinto posto tra i mercati di criptovalute studiati dalla società, con 630,9 miliardi di dollari di valore ricevuti on-chain, tra luglio 2021 e giugno 2022. Questo rappresenta poco più del 10% dell’attività di transazione globale nel periodo di tempo studiato.

Criptovalute

Il ruolo dell’Europa dell’Est nell’ecosistema mondiale delle criptovalute è rimasto negli ultimi anni pressoché costante, attestandosi generalmente intorno al 10%. Altre regioni, invece, hanno registrato una maggiore volatilità. 

Nelle precedenti ricerche di Chainalysis è stato analizzato il ruolo dell’Europa orientale nella criminalità legata alle criptovalute, con particolare riferimento alla Russia.  Nell’Europa dell’Est è stato rilevato un numero eccessivo di ransomware e di riciclaggio di denaro basato sulle criptovalute, quest’ultimo supportato da un ampio ecosistema di imprese di criptovalute a rischio.

Tra queste, alcune, come il desk OTC Suex, sono state addirittura sanzionate dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, a causa di queste attività nell’ultimo anno. Ciononostante, le attività illecite e rischiose sono ancora molto evidenti quando si esamina l’attività on-chain dell’Europa Orientale: gli exchange ad alto rischio, ovvero quelli con requisiti KYC nulli o bassi, rappresentano il 6,1% dell’attività di transazione nella regione, rispetto all’1,2% delle regioni più vicine. In effetti, se vengono combinati gli indirizzi associati ad attività rischiose e illecite, si può vedere che gli utenti dell’Europa orientale interagiscono con essi a un tasso molto più elevato, rispetto agli utenti di altre regioni.

criptovalute

Nota: con attività di transazione illecita si intende una transazione in cui uno o più indirizzi di controparte sono associati a un’entità criminale. Per quanto riguarda l’attività rischiosa si intendono le transazioni in cui un indirizzo di controparte è associato a un’entità a rischio, come un exchange ad alto rischio o un servizio basato in una giurisdizione ad alto rischio.

Secondo quanto riferito dal report di Chainalysis il 18,2% di tutte le criptovalute ricevute dall’Europa orientale proveniva da indirizzi associati ad attività rischiose o illecite, più di qualsiasi altra regione. 

Cambiamenti di mercato e il ruolo delle criptovalute nella guerra tra Russia e Ucraina 

La notizia più importante dell’ultimo anno in Europa orientale è stata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022 e la conseguente guerra in corso. La guerra ha colpito quasi tutti gli aspetti della vita nei due Paesi e il settore crypto non fa eccezione.  Poco dopo l’inizio della guerra, gli Stati Uniti e diversi altri Paesi hanno iniziato a imporre sanzioni contro gli oligarchi russi e altri individui collegati al governo di Vladimir Putin. Questo, insieme al fatto che la Russia ha storicamente abbracciato le criptovalute per usi sia leciti sia illeciti, ha portato a chiedersi se i russi avrebbero cercato di usare le criptovalute per eludere le sanzioni.

 La ricerca di Chainalysis ha dimostrato che i mercati delle criptovalute probabilmente non sono abbastanza liquidi per sostenere un’elusione sistematica su larga scala delle sanzioni. Per questo motivo, oltre al fatto che il rapporto si concentra sull’adozione crypto, hanno analizzato come tutta la popolazione di entrambi i Paesi si sia rivolta alle criptovalute dall’inizio della guerra, ultizzando i dati on-chain. 

La guerra, infatti, ha avuto un grave impatto economico sui cittadini di entrambi i Paesi. L’Ucraina ha registrato un’inflazione estremamente elevata: un articolo del New York Times di luglio citava aumenti del 90% del costo del carburante e del 35% del costo dei generi alimentari

La Russia, dopo l’invasione, ha registrato un’inflazione elevata e ha incontrato difficoltà nel commercio internazionale, in particolare nell’esportazione di prodotti di base come il petrolio, a causa dell‘esclusione dalla rete bancaria SWIFT.

 Tenendo presente questo contesto, si può vedere come è cambiato l’utilizzo delle criptovalute russe e ucraine con l’inizio della guerra. Da subito possiamo notare che entrambi i Paesi hanno registrato un aumento iniziale dei trasferimenti crypto nel marzo 2022, dopo l’inizio della guerra, il 24 febbraio. 

Criptovalute

In seguito, però, la tendenza è cambiata. La Russia nei mesi successivi ha visto le transazioni aumentare e diminuire in un intervallo di tempo piuttosto ristretto. L’Ucraina, invece, dall’inizio della guerra fino al giugno 2022, ha registrato un aumento costante dei trasferimenti di criptovalute. È possibile che l’attività crypto degli utenti russi sia stata influenzata dalle restrizioni imposte da molti servizi in risposta all’invasione. Naturalmente, dati i problemi economici che entrambi i Paesi devono affrontare, l’analisi delle transazioni nel loro complesso potrebbe non essere il punto in cui ci si aspetta di trovare le tendenze più significative.

Gran parte dell’attività di transazione è costituita da scambi da crypto a crypto in uno scenario di emergenza o di potenziale iperinflazione, tuttavia ci si aspetta che le persone si concentrino maggiormente sulla protezione o sullo spostamento dei loro asset fiat. E’ stato possibile misurare almeno in parte questo fenomeno osservando il volume di trading in rublo russo e in grivna ucraina, utilizzando i dati dell’order book di due exchange che accettano queste valute: Binance e LocalBitcoins.

Criptovalute

Questa tendenza è stata persino più marcata, soprattutto nel mese di marzo, subito dopo l’inizio della guerra. In quel mese il volume degli scambi commerciali in grivna ucraina è aumentato del 121%, raggiungendo i 307 milioni di dollari, mentre il volume degli scambi in rubli russi è aumentato del 35%, raggiungendo gli 805 milioni di dollari. In seguito si assiste a un calo dei volumi per entrambi i Paesi, che si protraggono fino ad agosto, senza mai raggiungere i massimi di marzo. La portata reale di questa attività è probabilmente molto più elevata, rispetto ai valori totali che vediamo qui sopra, poiché questi dati provengono da soli due exchange che accettano le valute fiat di entrambi i Paesi, ma si possono comunque trarre delle conclusioni dalle tendenze direzionali. 

Sono stati mostrati i dati a Tatiana Dmytrenko, consulente del Ministero delle Finanze ucraino e membro della Task Force per gli asset digitali del World Economic Forum, per chiederle quali fossero i casi d’uso alla base dei picchi del trading in grivna per altre criptovalute. A questo proposito ha citato i controlli valutari attuati dal governo ucraino. Inoltre ha affermato: “A causa dell’introduzione della legge marziale in Ucraina, la Banca centrale ucraina ha imposto restrizioni sulle transazioni in contanti, come l’acquisto di dollari o euro”. Subito dopo sono stati limitati anche i trasferimenti di fondi in valuta all’estero. Dmytrenko ritiene che alcuni ucraini possano aver cercato di scambiare la loro grivna con criptovalute in risposta a queste misure. Ha anche sottolineato che questi controlli valutari sono stati allentati nel luglio 2022, quando si è assistito a un calo del trading di hryvnia in criptovalute.

Per approfondire la conoscenza di attività simili in Russia, è stato intervistato un esperto regionale di riciclaggio di denaro, che ha lavorato con le unità di intelligence finanziaria dell’Europa orientale e con diverse organizzazioni internazionali. Sebbene abbia chiesto di rimanere anonimo, ha dato il permesso di citarlo in merito a come interpretare questi dati alla luce di ciò che ha visto in Russia dall’inizio della guerra. 

L’esperto ha detto: “La domanda principale, non solo per gli oligarchi, ma anche per i russi comuni, è diventata: “Come si fa a portare i soldi fuori dalla Russia?“. “Molti hanno iniziato a cercare nuovi posti dove poter incassare le loro crypto”. Ha citato gli Emirati Arabi Uniti e la Turchia come Paesi a cui si sono affidati in passato e ha indicato anche il Kazakistan e la Georgia come Paesi che potrebbero essere in grado di assorbire l’aumento della domanda di tali servizi una volta iniziata la guerra. Sebbene questa attività sia difficile da quantificare, le visite web da questi Paesi ai servizi crypto, che servono principalmente gli utenti russi, potrebbero essere un’utile metrica per quantificarli. Tutti e quattro i Paesi hanno registrato picchi di visite web ai servizi crypto russi dopo l’inizio della guerra a febbraio, come si vede nel grafico sottostante.

 

criptovalute

Fonte di dati sul traffico web: Similarweb
 

L’esperto ha anche parlato del ruolo che le criptovalute potrebbero svolgere nel finanziamento del commercio estero per la Russia, dopo la sua rimozione da SWIFT. La banca nazionale russa ha recentemente accettato di legalizzare l’uso delle criptovalute per i pagamenti transfrontalieri e il commercio internazionale e l’esperto ha riferito che sospetta che alcune aziende russe abbiano già iniziato a eseguire queste transazioni. “Probabilmente questo sta già accadendo su piccola e media scala, ma potrebbe diventare più diffuso“. L’esperto ha citato la Cina e l’Iran come possibili partner commerciali in un simile schema, notando che quest’ultimo ha già avviato esperimenti con le criptovalute per le importazioni. Inoltre ha anche spiegato che le stablecoin sono probabilmente il mezzo di scambio preferito per questo caso d’uso, dato che non subiscono la volatilità dei prezzi di asset, come Bitcoin. I dati di Chainalysis suggeriscono che l’uso delle stablecoin in Russia è effettivamente aumentato dall’inizio della guerra. 

criptovalute

A gennaio le stablecoin rappresentavano il 42% del volume delle transazioni sui servizi principalmente russi. Questa quota è salita al 55% a febbraio e al 67% a marzo dopo l’invasione. Sebbene una parte di questo dato possa essere dovuto al fatto che le aziende hanno abbracciato le criptovalute per le transazioni internazionali, è anche probabile che una parte dell’aumento sia dovuta al fatto che i cittadini russi fanno trading in stablecoin per proteggere il valore dei loro asset, come è stato discusso in precedenza.

Gli schemi di crypto-importazione aprirebbero molte questioni su come rendere più efficaci le sanzioni contro Paesi come la Russia. Tuttavia, un’area in cui le criptovalute hanno svolto un ruolo inequivocabilmente positivo durante questa guerra è quella delle donazioni verso l’ucraina. Infatti, dall’inizio della guerra, gli utenti crypto hanno donato oltre 65 milioni di dollari in aiuti umanitari, dimostrando il potere che le criptovalute possono avere di unire le persone al di là delle frontiere, a sostegno di cause internazionali.


Investi su TAMA

Investi su TAMA con OKX DEX

Le criptovalute sono altamente volatili e non regolamentate. Nessuna tutela del consumatore. Potrebbe essere applicata una tassa sugli utili.