Ivan Szydlik e la crypto Time&Gold smascherati dalle Iene
Un servizio delle Iene andato in onda ieri sera ha mostrato come il fenomeno dei Guru delle crypto e la speranza di ottenere profitti milionari nelle criptovalute siano ancora in grado di catturare l’attenzione del pubblico.
Protagonista del servizio, Ivan Szydlik, definito un moderno re Mida che ha studiato Scienze delle Comunicazioni allo IULM di Milano e appassionato di orologi di lusso. Passione che si concretizza con la Time&Gold, società da lui fondata che si occupa di compravendita di orologi.
Insomma, un personaggio che vuole disperatamente dimostrare il suo (vero/presunto) successo anche attraverso interviste rilasciate sul web (molte dopo il servizio delle Iene non sono più accessibili) e che si vanta di guadagnare centinaia di migliaia di euro grazie alla compravendita. Certo, come ama precisare nel servizio, lui in Italia: “fattura poco, quasi niente” ma questi sono dettagli.
Avrebbe addirittura trattato un orologio appartenuto a Cristiano Ronaldo e gira per Milano con una Lamborghini, pagando conti al ristorante da 500 euro.
La crypto Time & Gold
In passato Ivan Szydlik avrebbe creato anche una criptovaluta basata su Ethereum, denominata Time&Gold (T&G).
Chiaramente si tratta di un token non disponibile sugli exchange centralizzati (CEX) ma che potrebbe essere ancora disponibile su quelli decentralizzati (DEX) come Uniswap, dove appare con un disclaimer che avvisa che si tratta di un token che non viene scambiato sui principali exchange americani. Il classico trattamento dedicato alle crypto poco conosciute.
Ovviamente non ci sbilanciamo sul suo valore intrinseco, ma sembra essere stata presentata ad aprile con un valore nominale di circa 100 euro. Tra l’altro nel servizio delle Iene, non è chiaro se questa crypto dovesse assicurare i dividendi della Time&Gold o sia un progetto a parte. In ogni caso non è questo il punto della questione.
Quello che ci interessa è invece puntare il dito su alcuni fenomeni che sembrano ancora interessare il mercato delle crypto, ovvero quello delle sponsorizzazioni di token miracolosi.
Fate attenzioni ai miracoli
Del resto i miracoli non accadono tutti i giorni e se capitano proprio davanti ai vostri occhi qualche domanda dovrete pur farvela. La SEC americana in questi giorni ha commissionato multe milionarie alle star americane per aver pubblicizzato crypto dal dubbio valore, rivelatesi poi, nel migliore dei casi, totalmente inutili.
Ad oggi noi di Cryptonews crediamo che in realtà il pubblico italiano sia molto più smart di quanto viene dipinto attraverso la stampa generalista, sempre pronta a soffiare sul fuoco dell’ennesima truffa.
Inutile negarlo, nel mondo crypto le truffe esistono e sono numerose. Trovano terreno fertile in un segmento poco conosciuto e difficile da comprendere nei suoi aspetti tecnici, ma non ne sono la causa, bensì la parte lesa.
Le truffe, del resto, sono sempre esistite dall’epoca del baratto e sono proseguite fino ai contanti e ai pagamenti elettronici. Perché dovrebbero rimanere fuori dal mondo delle crypto?
Se fallisce una banca di chi è la colpa? Del Direttore? Del gruppo che la dirige? Di certo non del denaro che custodisce.
E allora perché se fallisce un exchange (l’equivalente di una banca) la colpa è delle crypto?
Creare una criptovaluta è facilissimo
Se qualcuno ancora non l’avesse capito, creare una crypto è un’operazione semplicissima, basta utilizzare una Blockchain esistente e pagare una fee (commissione) sul sito che viene utilizzato.
La si può personalizzare a piacimento – tokenomics, architettura, sistema di voto, algoritmo di consenso – e poi piazzarla sul mercato, ovvero su un qualsiasi, o quasi, exchange decentralizzato.
Ad oggi, esistono circa 30mila criptovalute, dato stimato ampiamente per difetto. Siete proprio sicuri che avete scelto quella giusta?
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