Apple Vision Pro: perché è migliore di tutti gli altri visori VR e AR?

Christian Boscolo
| 2 min read

La presentazione di ieri sera da parte di Apple ha portato in dono il tanto atteso visore di realtà virtuale che tutti stavano aspettando. La rivelazione è arrivata dopo il classico: one more thing che solitamente introduce i pezzi pregiati dell’offerta di Cupertino.

Apple Vision Pro: benvenuta realtà mista


Tralasciando per un attimo le caratteristiche tecniche il nuovo visore di Apple introduce una novità epocale, l’avvento di una neonata realtà mista in grado di sovrapporre le tecnologie di realtà virtuale e aumentata.

Chi in passato ha provato un visore di Realtà Virtuale come Meta Quest, il Playstatsion VR di Sony o quelli di vecchia generazione Samsung come il Gear VR, si sarà accorto che erano essenzialmente visori di Realtà Virtuale.

Il mondo reale, una volta indossato il visore, scompariva completamente per dare spazio alla realtà virtuale e alle numerose applicazioni tra cui giochi e varie demo. Quasi tutti davano la possibilità di passare a una visione reale dell’ambiente che ci circondava, sospendendo però le funzionalità principali.

Il nuovo visore di Apple nasce probabilmente da queste considerazioni e porta in dote un ambiente che nasce misto, con le applicazioni che si sovrappongono alla nostra visione reale, come in un visore di realtà aumentata.

Apple Vision Pro ha però il merito di fondere le due funzionalità grazie ad alcuni accorgimenti tecnici di grande classe. Se si utilizza il visore in modalità aumentata i nostri occhi saranno visibili a chi ci sta di fronte, evitando così l’imbarazzo di una totale alienazione.

Allo stesso modo, se lo utilizzeremo in realtà virtuale, il visore è in grado di rilevare la presenza di altre persone, mostrando i nostri occhi e modificando la visione da virtuale ad aumentata.

Infine, è possibile utilizzarlo anche in modalità di Realta virtuale pura, con il completo isolamento dall’ambiente circostante per guardare un film o lavorare senza essere disturbati.

In pratica il visore nasce con una visualizzazione mista ma è possibile passare alle diverse scelte in maniera quasi automatica e totalmente naturale.

Con le mani, con le mani, con le mani ciao ciao


L’altra caratteristica che lo differenzia in meglio dagli altri visori è la mancanza totale di controller, joypad e via discorrendo. Tutto avviene tramite l’utilizzo degli occhi e del movimento delle nostre mani. Una scelta minimalista che diventa naturale ed ergonomica se paragonata alle altre soluzioni.

Il nuovo visore di Apple non è però completamente privo di difetti. Per contenere tutta le tecnologia necessaria tra cui 12 telecamere per sondare l’ambiente circostante, speaker, sensori di rilevamento (anche dell’iride per l’accesso al dispositivo) e i nuovi processori M2 e R1 la batteria è stata collocata al di fuori del device, come dimostra il fantomatico filo che scende verso il basso. Solo il tempo ci dirà se questa soluzione alternativa si rivelerà azzeccata.

Il prezzo non ha senso o quasi…


Purtroppo a minarne il successo verso il pubblico consumer ci penserà il prezzo. I 3.500 dollari necessari sono infatti una barriera di ingresso troppo alta per decretarne il successo commerciale nonostante sia a tutti gli effetti un visore rivoluzionario.

Rimane però chiaro che, a differenza dei modelli della concorrenza, non siamo di fronte a un visore ludico. Pur eccellendo in ogni ambito le sue funzionalità nascono per un utilizzo business e in futuro potrebbe sostituire un vero computer.

Insomma, la parte ludica e di intrattenimento appaiono marginali, almeno nelle intenzioni di Apple. Ma è pur vero che ha decretare il successo del PC ci hanno pensato gli home computer, comprati dai genitori per fare studiare i figli e la cui destinazione d’uso è stata poi opportunamente adattata dai giovanissimi.

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