Exchange di criptovalute crolla per accuse di fondi mancanti

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Fonte: AdobeStock / Clivia

L’exchange di criptovalute australiano myCryptoWallet è crollato a seguito di un’ondata di lamentele da parte degli utenti e accuse di fondi mancanti, lasciando potenzialmente alle spalle innumerevoli clienti privati ​​dell’accesso ai loro asset crypto.

Secondo quanto riportato dal Sydney Morning Herald, la società di insolvenza SV Partners è stata nominata liquidatore dell’azienda in difficoltà.

Il sito web dell’exchange, che rimane attivo nonostante i suoi problemi finanziari, pubblicizza myCryptoWallet come “Il primo exchange di criptovalute a zero fees in Australia” e incoraggia gli utenti ad acquistare, vendere e scambiare criptovalute come bitcoin (BTC), ethereum (ETH) e litecoin (LTC), tra l’altro, utilizzando i suoi servizi.

Il sito web afferma che l’exchange australiano ha servito circa 30.000 clienti, scambiando circa 20 milioni di AUD (14,2 milioni di dollari) di criptovalute e fornendo supporto agli utenti con sede in 12 paesi.

Nonostante queste affermazioni, un’indagine, condotta dal quotidiano australiano The Age e The Sydney Morning Herald lo scorso aprile, ha rivelato che myCryptoWallet era a malapena funzionante e un certo numero di utenti ha segnalato problemi con l’accesso o il prelievo dei propri fondi.

Alcuni dei clienti dell’azienda hanno affermato che le loro criptovalute erano completamente scomparse.

Di conseguenza, i clienti insoddisfatti hanno presentato numerosi reclami all’autorità di regolamentazione finanziaria del paese, l’Australian Securities and Investments Commission (ASIC). L’agenzia ha confermato che stava valutando i problemi segnalati e, a seguito della sua indagine, alcuni utenti hanno affermato di essere stati in grado di recuperare parte dei loro fondi dall’exchange.

Questo, tuttavia, non è stato il caso per la maggior parte dei clienti dell’azienda che ancora non possono accedere ai propri asset.

Istituito nel 2017 e con sede a Melbourne, l’exchange di criptovalute è stato fondato dall’imprenditore locale Jaryd Koenigsmann.

L’ultimo sviluppo segna un altro crollo di uno exchange di criptovalute australiano. 

Secondo quanto riportato dall’Australian Financial Review, all’inizio di quest’anno, Blockchain Global (BGL), la controllante dell’exchange locale di criptovalute ACX, è entrata in amministrazione controllata mentre doveva ai suoi creditori circa 21 milioni di AUD (14,9 milioni di dollari).

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