Binance assume l’ex revisore dei conti di Donald Trump e lo mette al lavoro sulle Proof of Reserves

Sead Fadilpašić
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La società di contabilità Mazars, che in passato ha lavorato per l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è stata incaricata dall’exchange Binance al fine di ottenere la Proof of Reserves.

Mazars avrà il ruolo di verificare che gli asset digitali di Binance siano “coperti”, in modo da garantire la sicurezza degli investitori. Da parte sua il noto exchange ha garantito la piena indipendenza della Mazars durante lo svolgimento delle sue verifiche. Questo è quanto ha riportato il Wall Street Journal citando come fonte un portavoce della Binance.

Per garantire la massima integrità e correttezza durante lo svolgimento delle verifiche i portavoce di Mazars si sono astenuti dal commentare la notizia in alcun modo, mentre Binance ha omesso di riferire in modo specifico quale ufficio di Mazars è stato designato per la verifica.

Stando a quanto riferisce Bloomberg, citando un portavoce di Binance, in questo momento: “Mazars sta passando al setaccio tutte le informazioni condivise pubblicamente fino a oggi, relative a Proof of Reserves (BTC), senza tralasciare futuri aggiornamenti e token. […] Il primo aggiornamento di verifica per i Bitcoin sarà completato entro questa settimana.

La decisione di Binance di sottoporsi a questa verifica rappresenta una ulteriore mossa finalizzata a tranquillizzare gli investitori, rassicurandoli che il loro denaro è al sicuro. La pubblicazione della PoR (Proof of Reserves) permetterà a ogni investitore della piattaforma di verificare se le proprie partecipazioni sono effettivamente al sicuro.

In seguito al crollo di FTX e al conseguente panico che si è generato nel mercato delle criptovalute, sono molte le aziende di exchange che hanno deciso di dare luogo alla Proof of Reserves. Questo procedimento, infatti, è una revisione indipendente condotta da una terza parte e permette di verificare se una exchange possiede effettivamente le risorse che afferma di detenere.
 
Se la verifica per l’ottenimento delle Proof of Reserves era considerata un virtuosismo, dopo quello che è accaduto con FTX è diventato un dovere per qualsiasi exchange. Ciò nonostante manca ancora una completa trasparenza in merito e non tutte le società sono di fatto in grado di fornire la Proof of Reserves. 

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