Binance detiene i due terzi del volume di trading crypto – Che fine ha fatto la decentralizzazione?

Gaia Rossi
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Fonte: Binance / Instagram

Secondo un rapporto di CryptoCompare, scanner di mercato focalizzato sugli asset crypto, Binance si è aggiudicato il 66,7% di tutto il volume di trading sui CEX nell’ultimo trimestre del 2022, dopo il crollo di FTX. La piattaforma ad inizio del 2022 deteneva una quota di mercato del 48,7%.

L’aumento di questa quota si è verificato nonostante Binance abbia registrato un calo di oltre il 45% del suo volume di trading  a causa della tendenza ribassista del mercato. Inoltre nel rapporto si legge:

“OKX e Coinbase si sono attestate a una quota di mercato dell’8,58% e dell’8,50%, negoziando rispettivamente 813 miliardi di dollari e 805 miliardi di dollari”.

Il rapporto ha analizzato ben 11 exchange, tra cui Binance, FTX, Coinbase, Kraken, Bitfinex, Bittrex, Bybit, Crypto.com, Huobi, Kucoin e OKX. Tra questi solo Bybit e Kucoin hanno registrato un aumento del volume di trading nel 2022. Inoltre Bybit ha visto crescere la sua quota di mercato nel 2022.

“L’aumento può essere attribuito al consolidamento del settore, i volumi complessivi tendono al ribasso e gli exchange si contendono i volumi ridotti”.

La mossa di Binance di rimuovere le fees di trading sulle coppie di BTC e ETH è stata accolta con una massiccia impennata dei volumi di trading, tanto da superare quelli di altri 13 exchange, tra cui Coinbase, FTX, Huobi, Okex e altri.

Alla fine del 2022 Coinbase era la seconda piattaforma in termini di quota di mercato, con l’8,2%, rispetto al 10,1% di inizio anno. Alle spalle di Coinbase si collocava OKX, dato che a dicembre aveva registrato una quota di mercato del 5,9%, rispetto il 10,7% di inizio 2022.

Nel frattempo, nel 2022 il volume di trading complessivo sugli exchange crypto è diminuito del 46,2%. Il calo dei prezzi delle criptovalute e la diminuzione della volatilità sono stati i fattori chiave che hanno inciso sulla diminuzione dei volumi di trading. 

Inoltre nel rapporto si legge:

“Alcuni segnali che dimostrano la mancanza di partecipazione sono il calo della volatilità e della liquidità del mercato. Inoltre la volatilità su base annua a 30 giorni di BTC è scesa al 26,6%. Si tratta del valore più basso da luglio 2020 e questo testimonia il sentiment di avversione nei confronti del rischio che circonda il mercato”.

In aggiunta nel rapporto si legge che il 2022 è stato un “anno di trasformazione” per il settore degli asset digitali, in cui si sono verificati alcuni eventi, come il crollo di FTX e Terra, che ne hanno evidenziato le carenze. Tuttavia questi fallimenti hanno anche mostrato i vantaggi che la DeFi può apportare, grazie alla sua infrastruttura trasparente e senza permessi. 

 

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