Binance fa il suo ingresso nel mercato giapponese grazie all’acquisizione dell’exchange SEBC

Ruholamin Haqshanas
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Source: AdobeStock / Iryna Budanova

Binance, la cui stabilità aveva destato preoccupazioni in seguito al recente crollo di FTX, ha tranquillizzato il mercato delle criptovalute quando oggi ha comunicato di aver acquisito il 100% del noto exchange di criptovalute giapponese Sakura Exchange BitCoin (SEBC).

Una mossa strategica mirata all’espansione e al consolidamento della compagnia

L’importanza di questo annuncio non si limita soltanto alla verifica dello stato di salute attuale della compagnia, ma soprattutto al suo sviluppo futuro. L’acquisizione di SEBC rappresenta infatti una mossa strategica il cui scopo principale è quello di inserire ufficialmente Binance, che attualmente è la più grande exchange al mondo nel settore crypto, all’interno del mercato giapponese delle criptovalute. Un ingresso che sarebbe regolamentato dalla JFSA, la Financial Service Agency sotto la responsabilità diretta del Ministero delle Finanze giapponese.
 

Il general manager di Binance Japan, Takeshi Chino, ha affermato che “Essendo il Giappone una delle maggiori economie mondiali a operare all’interno di un sistema tecnologico altamente evoluto, nei prossimi anni occuperà una posizione chiave nella diffusione delle blockchain e nell’adozione delle criptovalute”
 

L’obiettivo principale di Binance è quindi quello di favorire lo sviluppo di un ambiente “responsabile” per la diffusione delle criptovalute, offrendo anche in Giappone i servizi regolamentati mediante l’agenzia Sakura Exchange BitCoin, che al momento supporta 11 coppie di trading e garantisce sia servizi di consulenza sia di intermediazione in ambito criptovalute.

L’acquisizione segna anche un nuovo record per Binance, che dopo aver ottenuto le licenze per operare in accordo alle norme in Italia, Spagna, Francia, Lituania, Polonia, Cipro, Kazakistan, Dubai, Bahrain, Abu Dhabi e Nuova Zelanda, grazie a quest’ultima mossa è riuscita ad assicurarsi la sua prima licenza nello scenario dell’Asia orientale.

Un traguardo a lungo atteso

Binance è riuscita a concretizzare un passo da lungo programmato e atteso. Già nel 2018, infatti, l’exchange aveva tentato di instaurare una base in Giappone ma aveva dovuto fare i conti con le rigide richieste da parte dell’autorità di regolamentazione. La JFSA, si rifiutò di approvare le operazioni di scambio nel Paese senza il possesso di una regolamentare licenza approvata dal Ministero delle Finanze.

A partire da quel momento, Binance ha concentrato i suoi sforzi nel cercare una licenza adeguata per operare sul mercato giapponese, ed è riuscito poi a trovarla nella SEBC, che già in precedenza aveva ceduto una quota di controllo al ramo giapponese del colosso sudcoreano IT Kakao.

Dal canto suo anche il CEO di SEBC, Hitomi Yamamoto, ha dimostrato di essere in linea con quanto affermato da Takeshi Chino, ribadendo l’impegno a “Dare priorità alla sicurezza degli utenti giapponesi e a creare un’atmosfera più favorevole all’accesso della tecnologia e dei servizi di crittografia chiave, necessari in futuro per l’adozione di massa delle criptovalute”

Un tempismo da manuale

L’acquisizione da parte di Binance è arrivata in un momento favorevole.  Il Giappone ha recentemente deciso di adottare una maggiore apertura nei confronti delle tecnologie crittografiche, mirando anche a una maggiore compatibilità con il Web 3.0; ha inoltre potenziato la regolamentazione delle criptovalute come asset di trading, proponendo agevolazioni fiscali per chi sceglie di investire in criptovalute e in azioni individuali.

A parte questo ha anche favorito la diffusione delle criptovalute scegliendo di premiare sette sindaci con gli NFT, invece della divisa corrente. La particolare natura degli NFT, infatti, li rende estremamente versatili per quanto concerne le possibili applicazioni, a partire dalla creazione di giochi o di opere d’arte fino ai progetti ecologici, come i programmi di compensazione delle emissioni di carbonio.

Prospettive immediate

Questa tendenza non è passata certo inosservata alle aziende giapponesi, che stanno iniziando a mostrare un notevole interesse per il Web 3.0, per la DeFi e per il settore delle criptovalute.

Vale su tutti l’esempio di NTT DOCOMO, il maggior operatore di telecomunicazioni del Giappone che, all’inizio di novembre, ha annunciato di voler investire fino a 600 miliardi yen (circa $4 miliardi), nelle infrastrutture Web 3.0.

 

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