Binance lancia la funzione Tax per il pagamento delle imposte sui profitti

Binance ha annunciato una nuova funzione in grado di semplificare la dichiarazione dei redditi provenienti dagli investimenti in crypto.
Secondo l’annuncio di oggi 6 febbraio, Binance Tax attiva la funzione di report valido ai fini fiscali che riporta i dati su profitti e perdite nel corso dell’anno relativi al wallet su Binance. Il report sarà piuttosto dettagliato e includerà i profitti derivati da investimenti sul mercato spot, le donazioni in crypto e le ricompense ricevute dopo i fork di una blockchain.
Cresce l’attenzione del legislatore nei confronti delle crypto, ancora poco o affatto regolamentate in molti Paesi del mondo. Ancora di più interessa ai governi ottenere le tasse corrispondenti agli utili sugli investimenti e quindi le informazioni da riportare in dichiarazione fiscale devono essere sempre più accurate.
Quando arriverà in Italia?
La funzione Binance Tax al momento è disponibile solo in Francia e Canada, ma nel corso dell’anno verrà resa disponibile anche in altre nazioni nel resto del mondo. Inoltre, Binance ha specificato l’intenzione di cooperare anche con altre piattaforme crypto e wallet per riportare il quadro completo delle informazioni ai fini fiscali.
Solo il mese scorso Binance aveva annunciato di partecipare a un programma per facilitare la conformità delle compagnie crypto alle normative vigenti nelle varie nazioni del mondo.
All’indomani del caso FTX e dell’improvviso tracollo del terzo exchange crypto al mondo, il giro di vite delle autorità ha visto un inasprimento della vigilanza delle autorità nazionali.
Tasse e crypto in Italia
Anche in Italia il Parlamento ha acceso i riflettori sulle crypto e per la prima volta nella legge di Bilancio è comparsa una norma relativa alle cripto-attività.
La legge 197/2022 definisce e regola ex novo le cripto-attività anche anche sul piano della dichiarazione dei redditi Irpef (con la lettera c-sexies nell’articolo 67 del Tuir). In pratica, dal 2023 in poi i profitti derivati dagli investimenti in criptovalute saranno tassabili e figureranno come “redditi diversi“.
Poco chiaro come ci si dovrà comportare quest’anno quando in dichiarazione si dovranno riportare i redditi diversi maturati nel corso del 2022 perché, come fa notare Il Sole 24 Ore la Costituzione (art. 23 e 25) e lo Statuto dei contribuenti definiscono che “la legge tributaria non dispone che per l’avvenire”.
Ancora meno chiaro sarà determinare l’effettivo reddito da tassare, infatti la tassa del 26% andrebbe applicata sugli utili, quindi sulle plusvalenze e cioè il valore positivo tra il rendimento dell’investimento e il costo d’acquisto. Peccato però che non sia affatto facile determinare il reale costo d’acquisto di una criptovaluta. A pesare su queste incognite ci sono le diverse quotazioni sui diversi exchange e la volatilità del mercato. Con il rischio di dover pagare sempre il massimo, a prescindere dalle eventuali minusvalenze di portafoglio.
Come spesso accade con le norme in Italia, c’è ancora tempo prima che entrino davvero in vigore. Si vedrrà.
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