Binance lancia la funzione Tax per il pagamento delle imposte sui profitti

Marcello Bonti
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AdobeStock / Diego
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Binance ha annunciato una nuova funzione in grado di semplificare la dichiarazione dei redditi provenienti dagli investimenti in crypto. 

Secondo l’annuncio di oggi 6 febbraio, Binance Tax attiva la funzione di report valido ai fini fiscali che riporta i dati su profitti e perdite nel corso dell’anno relativi al wallet su Binance. Il report sarà piuttosto dettagliato e includerà i profitti derivati da investimenti sul mercato spot, le donazioni in crypto e le ricompense ricevute dopo i fork di una blockchain.

Cresce l’attenzione del legislatore nei confronti delle crypto, ancora poco o affatto regolamentate in molti Paesi del mondo. Ancora di più interessa ai governi ottenere le tasse corrispondenti agli utili sugli investimenti e quindi le informazioni da riportare in dichiarazione fiscale devono essere sempre più accurate.

Quando arriverà in Italia?

La funzione Binance Tax al momento è disponibile solo in Francia e Canada, ma nel corso dell’anno verrà resa disponibile anche in altre nazioni nel resto del mondo. Inoltre, Binance ha specificato l’intenzione di cooperare anche con altre piattaforme crypto e wallet per riportare il quadro completo delle informazioni ai fini fiscali.

Solo il mese scorso Binance aveva annunciato di partecipare a un programma per facilitare la conformità delle compagnie crypto alle normative vigenti nelle varie nazioni del mondo.

All’indomani del caso FTX e dell’improvviso tracollo del terzo exchange crypto al mondo, il giro di vite delle autorità ha visto un inasprimento della vigilanza delle autorità nazionali.

Tasse e crypto in Italia

Anche in Italia il Parlamento ha acceso i riflettori sulle crypto e per la prima volta nella legge di Bilancio è comparsa una norma relativa alle cripto-attività.

La legge 197/2022 definisce e regola ex novo le cripto-attività anche anche sul piano della dichiarazione dei redditi Irpef (con la lettera c-sexies nell’articolo 67 del Tuir). In pratica, dal 2023 in poi i profitti derivati dagli investimenti in criptovalute saranno tassabili e figureranno come “redditi diversi“.

Poco chiaro come ci si dovrà comportare quest’anno quando in dichiarazione si dovranno riportare i redditi diversi maturati nel corso del 2022 perché, come fa notare Il Sole 24 Ore la Costituzione (art. 23 e 25) e lo Statuto dei contribuenti definiscono che “la legge tributaria non dispone che per l’avvenire”. 

Ancora meno chiaro sarà determinare l’effettivo reddito da tassare, infatti la tassa del 26% andrebbe applicata sugli utili, quindi sulle plusvalenze e cioè il valore positivo tra il rendimento dell’investimento e il costo d’acquisto. Peccato però che non sia affatto facile determinare il reale costo d’acquisto di una criptovaluta. A pesare su queste incognite ci sono le diverse quotazioni sui diversi exchange e la volatilità del mercato. Con il rischio di dover pagare sempre il massimo, a prescindere dalle eventuali minusvalenze di portafoglio. 

Come spesso accade con le norme in Italia, c’è ancora tempo prima che entrino davvero in vigore. Si vedrrà.

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