Brett Harrison, ex presidente della filiale USA di FTX, appare su Twitter: cosa sa?

Sauro Arceri
| 3 min read
Fonte: Twitter / @BrettHarrison88

Brett Harrison, l’ex presidente della filiale statunitense dell’exchange FTX, ha fatto una recente apparizione su Twitter rilasciando dei brevi commenti alle domande di alcuni utenti.

L’evento è accaduto quando James Christoph, un utente di Twitter, si è rivolto direttamente a Brett Harrison chiedendogli se stesse lavorando con le autorità di regolamentazione oppure con i pubblici ministeri statunitensi.

In risposta al tweet di Christoph, Brett Harrison ha dichiarato in maniera breve ed estremamente concisa: “lo condividerò a tempo debito” riferendosi chiaramente al fatto di non essere ancora pronto a parlare dell’argomento.

Alla domanda di un altro utente di Twitter che esprimeva sorpresa per il fatto che non è in prigione, Brett ha dato una risposta altrettanto concisa: “uso i poteri dell’inferenza”.

Harrison era entrato in FTX come presidente della filiale USA nel maggio 2021, poi ha rassegnato le sue dimissioni a fine settembre 2022. All’epoca non aveva rivelato i motivi che lo avevano spinto a lasciare il suo incarico, ma aveva detto che sarebbe rimasto come consulente dell’azienda. Aveva inoltre aggiunto:

“Rimango nel settore con l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli tecnologici alla piena partecipazione e alla maturazione dei mercati globali delle criptovalute, sia centralizzati che decentralizzati”.

Prima di entrare in FTX US, Harrison aveva lavorato per quasi due anni presso il market maker Citadel Securities e per più di sette anni come responsabile della tecnologia dei sistemi di trading presso la società di investimento Jane Street.

A dicembre, il media statunitense The Information ha riferito sul suo sito web che Harrison sta cercando di raccogliere 6 milioni di dollari per una nuova startup di criptovalute con una valutazione di 60 milioni di dollari, incentrata sulla creazione di software di trading di criptovalute per i grandi investitori.

La filiale statunitense di FTX è stata una delle oltre 130 entità appartenenti al gruppo che è scivolata in bancarotta nel novembre dello scorso anno dopo che la società madre FTX ha presentato istanza di fallimento. 

Sam Bankman-Fried, il co-fondatore ed ex CEO dell’agenzia di exchange FTX, è caduto in disgrazia ed è stato arrestato alle Bahamas nel dicembre dello scorso anno. Dopo una breve permanenza nelle carceri locali, SBF è stato estradato negli Stati Uniti per affrontare una serie di accuse penali.

Le forze dell’ordine del Distretto Meridionale di New York, che stanno indagando su Bankman-Fried e sul fallimento di FTX e della sua consociata gemella Alameda Research, hanno incriminato SBF per otto accuse penali, tra cui frode telematica e cospirazione per aver utilizzato in modo improprio i fondi dei clienti. Separatamente, la Securities and Exchange Commission ha accusato SBF di aver “orchestrato uno schema per frodare gli investitori azionari di FTX”.

Fino a questo momento l’ex amministratore delegato di Alameda Research, Caroline Ellison, è stata una dei pochi dirigenti di FTX, e delle sue consociate, sotto accusa ad accettare di dichiararsi colpevole di sette reati, tra cui frode telematica, frode in titoli e riciclaggio di denaro. 

Anche Gary Wang, ex responsabile tecnologico di FTX, si è dichiarato colpevole di accuse penali. Sia Ellison che Wang hanno raggiunto un accordo per ridurre la pena e stanno collaborando con gli investigatori federali.

Adesso è invece il turno dell’ex co-CEO di Alameda Research, Sam Trabucco, che si è dimesso dal suo ruolo nell’agosto del 2022 ed è finito sotto i riflettori poiché le autorità statunitensi hanno chiesto ad altri cospiratori di farsi avanti e collaborare. 

 

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