ChatGPT consuma più acqua di una centrale nucleare – Altro che bitcoin!

Massimo De Vincenti
| 2 min read

ChatGPT è ormai un termine molto conosciuto grazie al successo del software sviluppato da OpenAI che sempre più persone utilizzano. Il chat bot sul modello AI GPT 4.0 offre enormi possibilità ed è in grado di rispondere a domande complesse, generare testi in autonomia e persino programmare.

Tuttavia, forse non tutti sanno che le tecnologie AI generano un enorme consumo di risorse perché i modelli di apprendimento automatico necessitano di una enorme potenza di calcolo.

L’IA ha bisogno di molta acqua


Uno degli svantaggi della tecnologia AI è l’enorme consumo di acqua, causato dal raffreddamento dei centri dati necessari ma anche dall’enorme richiesta di energia.

I ricercatori dell’Università del Colorado Riverside e dell’Università del Texas Arlington hanno scoperto in uno studio che, solo per l’addestramento di GPT, vengono utilizzati fino a 185.000 galloni di acqua. Si tratta di oltre 700.000 litri d’acqua!

I reattori nucleari, hanno calcolato i ricercatori universitari, hanno bisogno della stessa quantità d’acqua per essere raffreddati. Secondo i ricercatori, la stessa quantità d’acqua può essere inoltre utilizzata per produrre fino a 370 veicoli di BMW o Tesla.

ChatGPT deve bere molto quando risponde alle domande


Secondo lo studio ChatGPT consuma mezzo litro d’acqua ogni 20-50 risposte. A causa dell’enorme clamore suscitato da ChatGPT, l’impronta ecologica della soluzione di intelligenza artificiale aumenta in modo significativo ogni giorno.

Purtroppo, al momento non esiste una soluzione per aggirare il problema e i ricercatori non sanno come ridurre il consumo d’acqua quando si analizzano i dati attraverso i modelli di IA.

Anche le criptovalute hanno bisogno di acqua, ma ci sono modi sostenibili per farlo


Il consumo di acqua ed elettricità è particolarmente elevato anche quando si “estraggono” criptovalute, il cosiddetto mining, in particolare quelle che utilizzano il proof-of-work (PoW) come algoritmo di consenso, Bitcoin in primis.

Tuttavia, grazie all’algoritmo di consenso Proof-of-Stake (PoS), criptovalute come Ethereum, sono ora molto più sostenibili. Esistono poi alcune nuove crypto come Ecoterra che hanno tra i propri obiettivi quello della sostenibilità.

Ecoterra: un progetto Recycle-to-Earn ad alto potenziale


Il progetto Ecoterra affronta una sfida importante, ovvero il riciclaggio dei rifiuti e la compensazione dei crediti di carbonio per le imprese.

Si tratta di una blockchain che strizza l’occhio alle tematiche ambientaliste e punta su due caratteristiche chiave. Da un lato permette di riciclare i rifiuti di tutti i giorni come plastica, alluminio utilizzando il concetto di Recycle2Earn, riciclare per guadagnare. Per farlo utilizza i cosiddetti Distributori Automatici Inversi (RVM) e un’app per smartphone che traccia i rifiuti e assegna come ricompensa i token del progetto.

Lato aziende, invece, permette di compensare e le emissioni di carbonio certificandole sulla blockchain, in maniera quindi completamente trasparente e immutabile.

La piattaforma sta suscitando forte interesse in fase di prevendita attirando l’attenzione degli investitori che scelgono di acquistare il token nativo $ECOTERRA al prezzo più basso. Se non sei esperto, qui trovi la guida passo passo per acquistare Ecoterra.

Investi in Ecoterra

Le criptovalute sono altamente volatili e non regolamentate. Nessuna tutela del consumatore. Potrebbe essere applicata una tassa sugli utili.

 

Segui Cryptonews Italia sui canali social