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Che cos’è il Cypherpunk, il movimento che ha contribuito alla nascita di Bitcoin

Avete mai sentito parlare del movimento Cypherpunk? Da un certo punto di vista si può ritenere come il punto di partenza di una serie di eventi, tra cui la creazione di Bitcoin.

Per questo ci sembra giusto entrare un po’ nel merito di questo fenomeno, che affonda le sue radici in un certo tipo di cultura e di attenzione alla privacy e alla sicurezza informatica, elementi ancora fondamentali per chi vuole investire in criptovalute.

Quando nasce il Cypherpunk


Il primo aspetto da sottolineare è che il movimento Cypherpunk basa i suoi principi sull’ampio utilizzo della crittografia, in modo che il pubblico possa proteggere in modo efficace i propri diritti alla privacy.

Infatti il termine è una combinazione di “cypher”, che significa crittografia, e “punk”, che si riferisce a una controcultura contestatrice, ribelle e antiautoritaria.

Il movimento è nato negli anni ’80, in un’epoca in cui il campo della crittografia era riservato esclusivamente alle forze militari e alle agenzie di intelligence.

È fortemente influenzato da autori di fantascienza come William Gibson che, nel 1984, pubblica “Neuromancer”, un romanzo che descrive la vita quotidiana di un gruppo di criminali in un mondo dominato dalle corporazioni e dove la tecnologia avanzata scandisce la vita della popolazione.

Il romanzo, per certi versi assolutamente visionario, affronta temi come l’intelligenza artificiale, gli impianti cybernetici e l’esistenza di una rete informatica globale, il tutto mentre Internet era ancora nei suoi primi stadi di sviluppo.

Neuromancer è stato la fonte di ispirazione per diverse opere cinematografiche di successo come Johnny Mnemonic, la saga di Matrix e il film d’animazione Ghost in the Shell.

Anche un altro romanzo di fantascienza – “Snow Crash” di Neal Stephenson – pubblicato nel 1992, ha un ruolo importante nell’influenzare il movimento. La vicenda narrata ruota attorno a uno spazio virtuale in cui gli utenti hanno la sensazione di essere immersi e che permette di interagire tra loro attraverso degli avatar.

Una crescita costante


Dopo diversi anni trascorsi nell’ombra, il Cypherpunk viene portato alla ribalta e all’attenzione del grande pubblico da un articolo pubblicato dalla rivista Wired (siamo nel maggio del 1993).

Sulla copertina, infatti, compaiono tre uomini mascherati: Tim May, Eric Hughes e John Gilmore, personaggi di spicco e con un ruolo cardine nella crescita del movimento.

Nell’intervista rilasciata a Wired, i tre sottolineano l’importanza degli strumenti di crittografia e delle nuove tecnologie per proteggere la privacy dei cittadini e addirittura il quadro democratico nel suo complesso.

Inoltre, ritengono che la capacità di comunicare in modo segreto e anonimo sia indispensabile per preservare l’indipendenza e la libertà politica.

Il Cypherpunk incentiva l’uso di metodi di crittografia – come quella a chiave pubblica o le reti private virtuali (VPN) – per prevenire l’intercettazione e lo spionaggio delle conversazioni e delle attività online.

Come il Cypherpunk ha contribuito alla nascita di Bitcoin?


Il movimento ha svolto un ruolo significativo nello sviluppo di Internet e delle tecnologie che ne sono derivate. Si tratta principalmente di progetti focalizzati sulla protezione dei dati privati – come per esempio la creazione di Tor (The Onion Router), un browser e una rete di comunicazione anonima progettata per migliorare la privacy e la sicurezza online – e dell’intera industria della blockchain.

In continuità con gli elementi precedentemente menzionati, molti appartenenti al movimento si sono interessati alle prime valute digitali. Come i progetti eCash e DigiCash, entrambi sviluppati da David Chaum, un informatico statunitense di alto livello.

Con questi due progetti, l’ambizione principale di Chaum era quella di offrire la possibilità ai detentori di valute digitali di ritirare biglietti elettronici presso la loro banca e di poterli scambiare per beni o servizi, il tutto senza che i loro movimenti finanziari potessero essere monitorati dalle agenzie bancarie o dai servizi di intelligence nazionali.

Purtroppo questi tentativi si sono tramutati molto rapidamente in fallimenti, probabilmente a causa di una mancanza di comprensione da parte del pubblico e di un interesse limitato da parte degli utenti.

Sarà necessario attendere il 1998 per vedere la creazione di B-Money, la prima moneta elettronica con un carattere veramente decentralizzato.

Questa iniziativa è stata lanciata da Nick Szabo e Wei Dai, due cypherpunk di lungo corso il cui lavoro sarà citato da Satoshi Nakamoto nel white paper originale di Bitcoin.

BTC è dunque debitore nei confronti di questi diversi “tentativi” di creazione di una moneta digitale così come dello spirito che da tempo alimenta il Cypherpunk, così come la scelta di una crittografia avanzata per proteggere la privacy degli utenti al fine di assicurare transazioni sicure.

Infine, è importante sottolineare come Bitcoin, nei suoi primi anni di vita, potesse essere utilizzato in modo molto più anonimo rispetto a oggi, vista l’assenza di procedure KYC. Ecco perché può essere legittimamente considerato l’ultimo erede dei principi fondamentali del movimento Cypherpunk.

Dalla storia di Bitcoin a un progetto tutto nuovo


Dopo aver viaggiato nel tempo, torniamo ai giorni nostri e più precisamente a un progetto nuovo di zecca che, in una settimana di vita, ha già saputo suscitare grande entusiasmo tra gli investitori in cerca di rendimenti sorprendenti.

Parliamo di Bitcoin ETF Token la cui caratteristica distintiva è quella di collegare la propria valutazione all’avanzamento del processo di approvazione dell’ETF Spot di Bitcoin da parte della SEC degli Stati Uniti, uno degli eventi più attesi dal mercato. Al momento ci sono dodici ETF Spot in attesa di approvazione.

Secondo gli analisti di Bloomberg Intelligence James Seyffart ed Eric Balchunas, la SEC potrebbe “teoricamente emettere ordini di approvazione già nei prossimi giorni”. Anche se questa opzione viene vista come “una possibilità remota”, i due mantengono la loro posizione ritenendo ci sia “una probabilità del 90% di approvazione il 10 gennaio, quando è prevista la valutazione dell’ARK 21 Shares Bitcoin ETF”.

Qualsiasi ETF Spot che arriverà per primo sul mercato assesterà una scossa tellurica al mercato ETF statunitense, che è valutato intorno ai 7 trilioni di dollari.

Con un numero limitato di Bitcoin in circolazione e la domanda destinata a esplodere, non c’è modo di prevedere dove il prezzo potrebbe arrivare mentre il mercato rialzista si sviluppa.

In questa configurazione estremamente positiva, Bitcoin ETF Token si rivela una proposta a rischio inferiore e a ricompensa superiore, rispetto a Bitcoin, il che lo rende attraente sia per trader speculativi sia per investitori a lungo termine.

Come funziona

Bitcoin ETF Token distribuisce una frazione della sua fornitura di token per remunerare gli investitori, riducendo così i rischi associati allo yield farming.

Inoltre il meccanismo di burning, legato a eventi del mondo reale riguardanti gli ETF Spot di Bitcoin, garantisce che i possessori di $BTCETF traggano benefici diretti, anche attraverso la riduzione dell’offerta totale di token.

La caratteristica più interessante è senza dubbio proprio questo meccanismo legato alle notizie sugli ETF, con traguardi come approvazioni, date di lancio e livello di attività gestite (AUM) che scateneranno eventi di burning, con il 5% dei token che verrà bruciato.

E non finisce qui. Quando, per esempio, il volume di trading di $BTCETF raggiungerà i $100 milioni, la tassa sulle transazioni si ridurrà dal 5% al 4%. Ci sono altri traguardi intelligenti, come quando il primo ETF Spot verrà approvato, con la tassa che si ridurrà dal 4% al 3% e un altro 5% dei token sottoposto a burning.

Insomma $BTCETF è il veicolo perfetto per trarre profitto dalla FOMO che ruota attorno all’ETF Spot di Bitcoin.

Inoltre i token possono essere acquistati in prevendita e messi in staking per guadagnare un rendimento percentuale annuo (attualmente fissato al 1.584%). Quasi 19 milioni di token $BTCETF sono già stati depositati nel contratto intelligente di staking.

L’APY è dinamico, il che significa che si basa sul numero di token di cui è stato fatto lo staking, con le ricompense determinate dalla percentuale del pool di staking detenute.

Per assicurarsi il prezzo più basso, i potenziali acquirenti dovrebbero dunque agire rapidamente, poiché ci sono un totale di 10 fasi di prezzo durante la prevendita, destinate a portare il valore dagli attuali $0,0050 agli $0,0068, ovvero il 36% in più rispetto al prezzo di offerta iniziale.

 

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