Coinbase Dichiara Perdite per 545 Milioni di Dollari Nel Terzo Trimestre – Crollano le Azioni

| 3 min read

Risultati deludenti nel terzo trimestre per l’exchange Coinbase che soffre per colpa della flessione del mercato crypto. Tra luglio e settembre 2022, la compagnia ha registrato una perdita netta di circa 545 milioni di dollari. L’annuncio ha determinato un crollo del valore delle azioni dell’exchange quotato in borsa.

Il terzo trimestre è stato controverso per Coinbase. I profitti delle transazioni hanno infatti subito l’effetto degli elementi fortemente contrari sul piano macroeconomico e sul mercato crypto, così come il volume degli scambi che si è spostato all’estero. 

A comunicarlo è Coinbase nella sua lettera agli shareholder relativa al terzo trimestre del 2022. Il documento prosegue spiegando: “D’altra parte abbiamo assistito a una forte crescita dei profitti derivanti da abbonamenti e servizi, guidata dalla nostra partecipazione all’ecosistema USDC e dalla maggiore attività di staking. Mentre i fenomeni macro non sono sotto il nostro controllo, noi continuiamo a concentrarci su fattori sotto il nostro controllo: concentrare l’attenzione per offrire un’incredibile esperienza utente e ridurre le nostre spese operative”.

Coinbase: calo dei profitti

L’exchange ha visto un calo dei profitti delle transazioni nell’ordine del 44% da un trimestre all’altro, quasi 366 milioni di dollari come conseguenza del calo del volume del trading. Allo stesso tempo, la piattaforma evidenzia che “gli abbonamenti e i servizi hanno registrato un incremento del 43% fino a 211 milioni di dollari, trainato dai maggiori interessi attivi. Il profitto netto del terzo trimestre è stato di 576 milioni, il 28% in meno rispetto al Q2”. Le spese operative complessive di Coinbase ammontano a 1,1 miliardi di dollari, con un calo del 38% rispetto al secondo trimestre 2022, stando a quanto si legge nella nota per gli shareholder.

In assenza di costi di ammortamento non monetario, il totale delle spese operative per il terzo trimestre sarebbe dovuto diminuire del 22%. Dato che i profitti sono  diminuiti, sia le perdite nette sia l’EBITDA Rettificat, sono aumentati fino a un valore negativo, rispettivamente di 545 milioni di dollari e di 116 milioni di dollari.

I risultati deludenti dell’exchange hanno determinato un crollo del valore del titolo azionario, cosa che lascia immaginare come molti investitori non siano rimasti piuttosto delusi dai risultati. In questo momento le azioni di Coinbase quotate sul NASDAQ sono scambiate a 55,80$ con una perdita dell’8,09% nell’arco delle 24 ore.

Commentando i propri piani per il 2022 e oltre, l’exchange ha dichiarato di rimanere “cautamente ottimista sul fatto che opereremo all’interno del margine dell’EBITDA Rettificato con perdite di 500 milioni di dollari già comunicate. Questo presuppone che la capitalizzazione del mercato crypto e la volatilità non scendano significativamente sotto i livelli di ottobre e che non si registrino cambiamenti nel comportamento dei consumatori”.

Rispetto al 2023, la piattaforma ritiene di dover operare con una prospettiva conservativa, assumendo che “gli attuali fenomeni macroeconomici persisteranno e potrebbero persino intensificarsi”. 

Alternative alle crypto

In una situazione macroeconomica così complessa, dover perfino Coinbase ha una visione del 2023 piuttosto pessimistica, una buona soluzione potrebbe essere quella di affidarsi a un token in fase di prevendita, con ampi margini di miglioramento.

Da poco è stata lanciata la prevendita di un nuovo token: Dash 2 Trade. Si tratta di un progetto legato a una piattaforma di segnali di trading che punta a offrire indicazioni sulle operazioni di trading crypto. 

È partita venerdì 21 ottobre la prima fase di presale che offre il token D2T al prezzo di 0,0476 dollari. Circa il 25% dei token della prima fase sono letteralmente andati a ruba, una volta finita la prima fase il prezzo salirà.

Vai alla presale di Dash 2 Trade

Le criptovalute sono altamente volatili e non regolamentate. Nessuna tutela del consumatore. Potrebbe essere applicata una tassa sugli utili.

Segui Cryptonews Italia sui canali social