Coinbase ottiene la licenza per operare alle Bermuda – Brian Armstrong lancia la sfida alla SEC

Christian Boscolo
| 1 min read

In un post pubblicato sul suo blog mercoledì, Coinbase ha rivelato di aver ottenuto la licenza dalla Bermuda Monetary Authority, l’autorità di regolamentazione finanziaria delle Bermuda, nazione che è stata una delle prime al mondo a introdurre un quadro giuridico per gli asset digitali nel 2018.

Secondo una fonte rimasta anonima, Coinbase prevede di lanciare un nuovo exchange (CEX) che consenta anche lo scambio di derivati già dalla prossima settimana.

La notizia fa seguito a un articolo di Bloomberg, secondo cui Coinbase Global avrebbe contattato i suoi clienti istituzionali per sottoporgli una nuova piattaforma di trading offshore.

Un exchange alle Bermuda?


Con il lancio di un exchange alle Bermuda, Coinbase sarebbe in grado di sfidare Binance, che domina il commercio globale di criptovalute, e di diversificare i propri introiti.

La notizia arriva dopo che l’amministratore delegato di Coinbase, Brian Armstrong, aveva lanciato l’allarme ipotizzando che le società di criptovalute avrebbero potuto cercare di trasferirsi all’estero in assenza di un quadro normativo chiaro negli Stati Uniti.

Il CEO di Coinbase aveva già dichiarato in passato che avrebbe preso in considerazione un trasferimento o una nuova apertura, anche se l’ipotesi era relativa ad uno stato europeo.

Ma il vero motivo della fuga dagli USA è la guerra in atto contro la SEC. L’ente di controllo americano ha lanciato una crociata contro gli exchange statunitensi obbligandoli a pagare multe salatissime con l’accusa di aver venduto titoli azionari senza la necessaria autorizzazione. Questo perché la SEC, considera alcune crypto (l’elenco cresce giorno dopo giorno) titoli azionari.

È però improbabile che Coinbase abbia intenzione di lasciare gli Stati Uniti definitivamente, visto che per anni ha operato rispettando le regole ed è anche quotata in borsa.

Fuga dagli Stati Uniti a causa della SEC?


Anche se un esodo delle grandi società americane di criptovalute sembra improbabile, la mossa di Coinbase suggerisce che l’industria sta posando lo sguardo su luoghi esotici come Hong Kong, Dubai e Singapore – che si sono proclamati hub della criptovaluta – e che hanno norme burocratiche e fiscali molto favorevoli.

Un’altra grande azienda crypto statunitense, Ripple, ha fatto sapere che potrebbe abbandonare gli Stati Uniti ma non ha ancora dato seguito alla richiesta.

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