Come Reagiranno i Prezzi di Bitcoin e delle Crypto ai Dati della FED e all’Inflazione? Il Mercato Sta Per Toccare il Punto Più Basso?

Gary McFarlane
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Fonte: Adobe Stock

I prezzi di Bitcoin e più in generale delle crypto, navigano in cattive acque da circa una settimana ma la situazione potrebbe cambiare già oggi ora che con i verbali delle minute del FOMC sono stati diffusi anche i dati relativi all’inflazione e dell’indice dei prezzi alla produzione.

Il primo elemento di disturbo è stata la divulgazione dei dati relativi al PPI degli Stati Uniti, un aspetto dell’inflazione che investe direttamente il settore produttivo. 

Qualsiasi segnale di raffreddamento sarà letto dalla Fed come monito per allentare la tendenza all’aumento dei tassi di interesse. Una risposta di questo tipo potrebbe infiammare i prezzi di titoli azionari e crypto.

Di contro, se l’inflazione sui prezzi alla produzione dovesse continuare a salire, allora c’è da aspettarsi che gli asset a maggiore rischio tornino a vendere.  

L’inflazione PPI torna a livelli più bassi rispetto ad agosto 

Ora i dati sono disponibili e sappiamo anche che l’aumento del PPI in un mese è dello 0,4%, il doppio rispetto alle previsioni dello 0,2%. 

Invece, rispetto all’anno scorso il PPI tocca quota 8,5%, superando le previsioni all’8,4%, seppure in calo rispetto all’8,7% registrato ad agosto. Proprio quest’ultimo dato sembra essere un elemento centrale per il mercato.

Stando così le cose, la reazione appare positiva: l’andamento di Bitcoin rimane per lo più invariato ma potrebbe persino crescere nel caso in cui i titoli equity riescano a guadagnare slancio positivo nella situazione attuale.

Grafico a candele di 30 minuti BTC/USD, 13 ottobre, Fonte TradingView

L’indice S&P 500 è a 3.577 con un calo dello 0,33%, il Dow Jones a 29.210 con un calo di 28,34 punti, mentre il Nasdaq perde 5,73 punti a 0.38% portandosi a 10.785. 

Sul mercato inglese è necessario sottolineare la crescente svendita dei titoli del tesoro a 30 anni con rendimenti sopra i 23 punti base al 5% (trovi di più sulla crisi finanziaria inglese qui).

Ma i dati relativi al PPI sono solo l’inizio dello spettacolo: i dati sull’andamento dei prezzi al consumo negli USA (CPI) saranno diffusi solo durante la giornata di oggi, 13 ottobre.

Le minute del FOMC potrebbero risvegliare il mercato crypto  

Anche se mancano gli ultimissimi dati, gli attori del mercato hanno già avuto molto a cui pensare da quando il Federal Open Market Committee (FOMC) ha emesso il primo report del meeting del 21 settembre. 

I prossimi report potrebbero mostrare la ferma posizione intorno alla necessità di un aumento a novembre fino a 75 punti base. 

Gli osservatori della Fed tengono d’occhio qualsiasi sfumatura di linguaggio che possa essere interpretata come segnale di consolidamento delle misure adottate finora oppure un cambio di traiettoria. Del resto i dati in arrivo potrebbero addirittura indicare che l’inflazione inizia ad allentare la sua morsa.

Un ambito in cui potrebbe non esserci accordo, o un perfetto allineamento dei punti di vista, riguarda il cosiddetto terminal rate della Fed, cioè quel tasso in grado di determinare il punto massimo del ciclo. 

Secondo i dati diffusi da Refinitiv, c’è accordo sulla previsione del tasso del 4,45% che determinerebbe il terminal rate, ben lontano dalle prime previsioni fatte ad agosto quando si parlava del 3,7%. Si considera che la data per il terminal rate possa essere il 22 marzo 2023. 

Qualsiasi segnale che indichi il raggiungimento del terminal rate più tardi del previsto e a un tasso maggiore spingerà verso la vendita sui mercati azionari e crypto.

Alcuni economisti ritengono che il terminal rate possa avvicinarsi al 5%. In ogni caso, le minute del FOMC potrebbero dare delle anticipazioni interessanti rispetto a cosa ne pensano i membri del comitato. 

Bitcoin resiste meglio dei bond inglesi ancorati al tasso d’inflazione

Forse la considerazione da fare in questo momento riguardo alle condizioni del mercato crypto rispetto a poche settimane fa riguarda la relativa stabilità, specie se si confronta con l’andamento degli altri titoli sui mercati tradizionali.

Se prendiamo i titoli del tesoro inglesi, per esempio, che continuano a registrare forti scossoni, venerdì scorso Bank of England ha dichiarato che interromperà l’acquisto di titoli a lungo termine, in particolare quelli a 30 anni. Malgrado i segnali stiano confondendo il mercato.

Guarda questo grafico riproposto dal Financial Times:

Il grafico mostra che il prezzo di bitcoin è in calo del 67% da novembre 2021 ma il rendimento dei titoli inglesi collegati al tasso di inflazione con riscatto nel 2073 perdono circa l’80%. 

Ecco una comparazione davvero interessante. Sottolinea come un mercato bitcoin in fase di maturità oggi sia in grado di competere in termini di volatilità con asset ritenuti storicamente solidi come i bond del tesoro inglese ancorati al tasso di inflazione, noti anche come ‘linkers’.

La volatilità di Bitcoin potrebbe impennarsi presto, seppure con un trend decrescente 

Il secondo aspetto da considerare è l’indebolimento della volatilità dei prezzi di bitcoin. 

Aspetto rilevante, questo, vista la diretta connessione della volatilità con il livello di rischio, e di fatto diventa sempre meno rischioso detenere in portafoglio bitcoin.

Lo possiamo vedere nell’andamento discendente dell’indice di volatilità di Bitcoin in arancione nel grafico di seguito (i due picchi verso il basso sono dovuti a mancanza di dati):

Che ruolo hanno inflazione e report del FOMC nell’attuale determinazione del punto più basso per bitcoin?

Quello che ci stiamo chiedendo tutti è quale peso possono avere le notizie sulle statistiche economiche e della Fed nella determinazione del punto più basso che potrebbe toccare il prezzo di bitcoin?

Su questo punto, potrebbe essere rilevante considerare il trend di accumulazione di bitcoin.

Si tratta di una metrica relativamente nuova che Glassnode ha introdotto lo scorso marzo e che definisce così:

L’Accumulation Trend Score è un indicatore che riflette la dimensione relativa con cui un soggetto tende ad accumulare su blockchain i propri BTC. La dimensione dell’Accumulation Trend Score rappresenta sia l’entità del bilancio in esame (il valore delle partecipazioni), sia la quantità di nuove coin acquistate o vendute nel corso dell’ultimo mese (il dato relativo alle variazioni dei bilanci). Un Accumulation Trend Score vicino a 1 indica che su tutto il dato aggregato, i soggetti di dimensioni maggiori (o la maggior parte del network) sta accumulando, mentre un valore prossimo allo 0 indica una distribuzione o la mancanza di accumulazione. Questi dati offrono delle indicazioni riguardo la dimensione complessiva del mercato e l’approccio rispetto all’accumulazione nel corso dell’ultimo mese. 

Se vuoi comprendere meglio la metrica, guarda questo video:

Quello che emerge dal grafico è che oggi potrebbe ripetersi quello che si è visto già tra la fine del 2018 e il primo trimestre 2019 nel pattern della formazione del punto più basso di mercato.

Ecco il grafico di Glassnode di allora:

Glassnode sottolinea, tra l’altro, come “l’Accumulation Trend Score per le whale che detengono da 1k a 10k BTC evidenzia un’aggressiva attività di accumulazione iniziata a settembre”:

Nell’attuale struttura del mercato e tenendo conto di un incremento dei prezzi di BTC nell’ordine di 10x, possiamo notare una tendenza comune per i detentori maggiori, anche se la spinta più significativa durante il rally di agosto è stata determinata dalle scelte dei possessori nel range 100-1k BTC.

Oltre a evidenziare una certa neutralità da parte degli indirizzi che detengono quantità da basse a medie, l’Accumulation Trend Score per le whale che detengono tra 1k e 10k BTC  evidenzia una tendenza all’accumulo aggressiva sin dalla fine di settembre. Le whale che detengono oltre 10K BTC si orientano verso una distribuzione debole negli ultimi mesi. 

L’analisi dei due periodi si può vedere di seguito:

Se la giusta interpretazione è quella dell’apparente frattale, allora qualsiasi cosa accada in termini di volatilità, sembra proprio che bitcoin si trovi in una buona posizione. 

Un costo medio al di sotto dei 20.000$ potrebbe rappresentare un ottimo punto d’accesso, specie se si sceglie di comprare al cambio BTC/GBP.

Diversificazione del portafoglio – go green

Se hai voglia di pescare tra alcune delle altcoin migliori o in arrivo, un buon modo per diversificare il portafoglio se già possiedi bitcoin potrebbe essere puntando a una crypto eco-friendly come IMPT, che attualmente è in prevendita. 

Vale la pena prenderla in considerazione dato che si tratta dell’unica coin al momento che permette di fare acquisti e ricevere in cambio crediti a compensazione delle emissioni di carbonio. 

La prevendita prosegue a un ritmo serrato, oltre 3,6 milioni di dollari sono stati raccolti in meno di 10 giorni, ma ricorda di fare le tue ricerche.