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Cos’è il SocialFi? Ecco la risposta crypto ai social media!

Il momento dei SocialFi è arrivato.

Perché ne siamo così sicuri? Qualche esempio ci aiuta a capire la fondatezza di questa affermazione.

Da quando è stato lanciato qualche mese fa, Friend.tech ha generato un impressionante fiume di denaro (oltre 420 milioni di dollari).

Inoltre, app sociali Web3 come Phaver e RepubliK hanno recentemente dato il via a raccolte fondi che hanno ottenuto un immediato successo.

L’entusiasmo intorno ai social media nativi delle criptovalute non è certo una grande novità. Ma adesso una nuova generazione di app sociali Web3 sta cercando di sfidare i giganti dei social media già affermati.

Mentre Facebook, Instagram e X sono impegnati a moderare i contenuti e a trovare il modo di compensare equamente i content creator, gli sviluppatori e gli investitori dei SocialFi intravedono l’opportunità per scalzarli dalla loro posizione dominante.

Ma che cosa si intende per SocialFi?


Il SocialFi utilizza la blockchain al fine di monetizzare le interazioni sociali.

Queste piattaforme sfruttano le possibilità offerte dalle infrastrutture crittografiche, consentendo ai creatori di contenuti di trasformare in denaro la propria popolarità e agli utenti di essere ricompensati per l’uso.

Gli esperti dell’industria ritengono che il SocialFi presenti un modello di business più allettante rispetto a quello dei rinomati giganti dei social media. In particolare per quanto riguarda il riconoscimento economico da parte dei content creator.

I social tradizionali – da X a TikTok e Snapchat – stanno cercando di incentivare la creazione di contenuti restituendo ricompense finanziarie ai creatori.

Ma questo passaggio non è sempre esente da problemi, visto che spesso gli influencer si trovano a combattere contro una moderazione dei contenuti difficile da comprendere.

Gli sviluppatori di SocialFi, invece, promettono una maggiore trasparenza nella monetizzazione abbinata a una minore censura.

Diversi analisti hanno espresso ottimismo riguardo alla possibilità che si crei una sorta di “classe media creativa” all’interno del SocialFi, con i creatori di contenuti meno noti che possono avere maggior successo di quelli più famosi.

“Non ha senso per star del calibro di Taylor Swift entrare in questi progetti. Invece, il musicista locale, che sta magari realizzando qualcosa di davvero interessante, potrebbe trasformare il SocialFi in una fonte di reddito mensile di 10, 20 o 30.000 dollari, anche avendo solo 500 o 1.000 fans” – ha dichiarato Gary Henderson, responsabile di un’app Solana-native per il SocialFi

Friend.tech ha ancora tutto da dimostrare

Come accennato l’app SocialFi più discussa degli ultimi tempi è Friend.tech, che ha fornito l’ispirazione per diversi cloni e che è responsabile del 46% di tutte le attività sull’app di livello 2 BASE (di Coinbase).

Friend.tech è principalmente progettata per scopi finanziari o speculativi, piuttosto che essere un semplice social media. Gli utenti la utilizzano per acquistare e vendere token o “chiavi”, con l’obiettivo di trarre profitto dalle fluttuazioni dei prezzi.

I prezzi delle chiavi sono determinati da curve di bonding che, all’aumentare degli acquisti, le rendono via via più costose.

Questa configurazione consente agli utenti di scommettere sui creatori: chi acquista le chiavi per primo può venderle a prezzi notevolmente più alti se queste seguono la curva di bonding.

Ci sono però una serie di incognite che limitano la diffusione di questo social. Tanto per cominciare, per accedere a Friend.tech è necessario collegare un wallet crittografico. Inoltre gran parte della cultura legata all’app è incentrata sul profitto.

Ma l’utente medio è disposto a pagare per avere accesso a un social media? Al momento la risposta non può essere che no…

Inoltre è indispensabile che il progetto riveda, nell’immediato futuro, alcune dinamiche. Secondo Niklas Polk, un ricercatore di Nansen, “la curva di bonding di Friend.tech è efficace nel promuovere l’adozione, visto che i suoi utenti cercano di acquisire le chiavi prima che i loro prezzi aumentino significativamente. Ma è fondamentale che il social riveda il suo modello di tariffe per prevenire un calo di interesse da parte degli utenti quando la compravendita di chiavi rallenta”.

Quali sono le prospettive future del SocialFi?


Nonostante l’entusiasmo intorno a Friend.tech e agli altri social Web3, la strada che attende il SocialFi appare ancora molto lunga e piena di curve. Da un’analisi di Dune Analytics è emerso che, nell’ultima settimana di settembre, sono stati circa 300.000 gli utenti attivi su Friend.tech, Lens e soci.

Basta mettere questo dato a confronto con i 225 milioni di utenti attivi giornalieri su X (dato, tra l’altro, molto deludente per il social di Elon Musk) per capire come il paragone sia al momento improponibile.

L’impressione è che il SocialFi debba ancora maturare molto prima di essere pronto per l’adozione di massa.

Tanto più che i problemi non mancano. L’interfaccia di Friend.tech presenta ancora diverse problematiche tecniche. Stars Arena, pur essendo in crescita, è stata oggetto di problematiche che hanno comportato una perdita di 3 milioni di dollari.

Inoltre, le piattaforme costruite basandosi sulla speculazione finanziaria al momento stanno dimostrando di non essere in grado di mantenere la loro sostenibilità.

Siamo però davvero solo all’inizio. Molte delle idee presenti nell’orbita del SocialFi non sono ancora state sperimentate su larga scala. I social media tradizionali partono da una posizione di vantaggio e hanno risorse più ampie. Ma, in un’industria dominata dagli stessi big per oltre un decennio, i nuovi social Web3 sentono di essere parte di qualcosa di nuovo.

“Sono divertenti e regalano esperienze uniche… si ha davvero l’impressione di entrare in un circolo esclusivo e di essere tra i primi a partecipare a qualcosa di molto eccitante”, ha affermato Sam Lehman, associato presso Symbolic Capital.

E noi ci sentiamo di condividere appieno le sue parole.