Craig Wright voleva appropriarsi dei diritti su Bitcoin. Il tribunale ha detto no!

Marcello Bonti
| 2 min read

Craig Wright - Fonte screenshot Youtube/CoinGeek

Craig Wright è l’informatico australiano che si è autoproclamato Satoshi Nakamoto. Ha cercato di far valere i presunti diritti sull’ideazione di Bitcoin ma la richiesta di copyright è stata respinta da un tribunale di Londra.

Nella sentenza, il giudice James Mellor ha detto che non si può considerare Bitcoin alla stregua di un’opera letteraria, quindi non è protetto dal diritto d’autore. La sua natura di “formato file” che prevede transazioni digitali combinate tra loro per formare blocchi in una blockchain rende impossibile attribuire il diritto d’autore.

Ha aggiunto che, poiché il Bitcoin File Format non è stato spiegato e dettagliato in modo appropriato dal ricorrente, non può essere protetto da copyright:

“Non vedo alcuna prospettiva che la legge, così come attualmente enunciata e compresa nella giurisprudenza, consenta la protezione del diritto d’autore per un oggetto che non è espresso o definito da nessuna parte.”

La sentenza ha ribadito più volte che la corte non ha visionato alcuna prova che descriva il formato unico dei file Bitcoin. Eppure Wright ha avuto “ampia possibilità” di farlo.

Il giudice Mellor nella sentenza ha spiegato: “Rimane il fatto che non è stato identificato alcun “lavoro” rilevante i cui i contenuti definiscano la struttura del Bitcoin File Format”. Quindi ha concluso:

“Se, come ho riscontrato, non c’è una questione seria da giudicare, non vedo perché si debba essere gravati da questa particolare richiesta”.

Non è la prima volta che Wright perde in tribunale


La sentenza inglese non è che l’ultima di una serie di sconfitte in tribunale per Craig Wright. Già altre volte ha cercato di farsi riconoscere la paternità di Bitcoin e del relativo white paper.

Un’altra contesa ha visto contrapposti in tribunale Craig Wright e il popolare bitcoiner Hodlonaut, svolta in Norvegia alla fine dell’anno scorso. In quell’occasione il tribunale ha osservato che “l’opinione prevalente nei media” è stata, ed è tuttora, che “è improbabile che Wright sia Satoshi Nakamoto”.

Insomma, con questa sentenza il tribunale norvegese ha chiarito che chiunque metta in dubbio la posizione di Wright è protetto dalle leggi sulla libertà di parola. Nella sentenza si legge:

“In questo contesto, la corte ritiene che [Hodlonaut] avesse sufficienti basi fattuali per affermare nel marzo 2019 che Craig Wright non è Satoshi Nakamoto […] Wright ha presentato un’affermazione controversa e deve sopportare le critiche di chi non è d’accordo.”

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