Dilaga la cripto evasione fiscale in Giappone

Tim Alper
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La cripto evasione fiscale in Giappone è molto diffusa. Un rapporto dei media locali afferma che circa 50 persone e 30 società non hanno dichiarato oltre 92 milioni di dollari di transazioni di criptovaluta.

Source: iStock/Man at Work

Asahi Shimbun afferma che le società in questione includono un’azienda con sede a Tokyo che fa trading utilizzando broker e piattaforme di social media. Il quotidiano aggiunge che la suddetta società ha "nascosto" quasi 2 milioni di dollari di transazioni nel periodo compreso tra giugno 2017 e maggio 2018.

Secondo il rapporto, le sue conclusioni si basano su indagini effettuate dalle autorità fiscali della prefettura, che hanno scoperto che l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro legati alle criptovalute sono "dilaganti" nel paese.

Gli autori del rapporto hanno prodotto prove a sostegno delle loro affermazioni, tra cui una scansione di una dichiarazione dei redditi che sembra mascherare transazioni per oltre 2 milioni di dollari come "spese aziendali".

Come riportato nel gennaio 2019, la principale autorità finanziaria del Giappone, la Financial Services Agency (FSA), vuole chiudere una scappatoia di investimento cripto. Secondo quanto riferito, la FSA ritiene che aziende e privati abbiano approfittato di questa "scappatoia" legale e che l’anno scorso hanno avuto "problemi" nel riscuotere circa 74 milioni di dollari di tasse o multe su operazioni di investimento in criptovalute non registrate.

Una serie di leggi giapponesi (compresa la legislazione commerciale) lasciano spazio ad "ambiguità" sul fatto che le società non registrate siano soggette a regolamentazione se ricevono fondi in criptovalute, piuttosto che in yen giapponesi o altri titoli.

Nel frattempo, un incontro tra procuratori russi, polacchi, bielorussi, georgiani, kazaki, moldavi, ucraini e lettoni a Minsk, in Bielorussia, discuterà della necessità di garantire che i cittadini paghino le tasse sui guadagni derivanti dalle criptovalute.
Secondo un diffuso media bielorusso TUT, Alexander Konyuk, il Procuratore Generale della Bielorussia, ha riferito al gruppo che "l’uso delle criptovalute porta con sè seri rischi di evasione fiscale". Si prevede che il gruppo discuterà ulteriormente le criptovalute durante il summit.

E un giudice russo ha insistito sul fatto che la legislazione sulle cripto tanto attesa nel suo paese debba contenere definizioni legali di "criptovaluta". Mosca aveva infatti sperato di evitare ogni menzione di "criptovaluta", "data mining" e "token" nella sua legislazione al fine di evitare di dare alle criptovalute qualsiasi tipo di posizione legale.

Attraverso il diffuso media Federal Press, Lyudmila Novoselova, la presidentessa del Tribunale russo sulla proprietà intellettuale, ha dichiarato al Consiglio Presidenziale sulla Legislazione Civile a Yekaterinburg che erano necessari regolamenti progressisti e pro-aziendali piuttosto che "divieti" radicali.