Cuba “studia” l’uso delle criptovalute

Tim Alper
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Il governo cubano afferma che sta "studiando l’uso" delle criptovalute nel tentativo di migliorare la debole economia del paese mentre le sanzioni guidate dagli americani continuano a mordere.

Source: iStock/xavierarnau

Gli Stati Uniti hanno aumentato le sanzioni contro Cuba negli ultimi mesi, con divieti verso il turismo ed i viaggi studio, così come un recente bando della compagnia petrolifera di proprietà dell’avana Cubametales, che secondo gli Stati Uniti sostiene il regime di Nicolás Maduro in Venezuela.

Il diffuso media La Vanguardia quota la dichiarazione del Ministro Cubano dell’Economia e Pianificazione, Alejandro Gil, come segue: "Stiamo pensando di studiare l’applicazione delle [criptovalute] in questioni commerciali nazionali e internazionali […] Misure di questo tipo ci permettono di andare avanti, cercando soluzioni ai problemi. Dobbiamo cercare mezzi alternativi per risolvere problemi economici".

Gil si è unito al presidente del paese, Miguel Díaz-Canel, così come altri ministri, in una trasmissione televisiva speciale, in cui i politici hanno discusso misure che potrebbero contribuire ad aumentare la produzione e la domanda nazionale nel tentativo di stimolare la crescita economica. Il presidente ha suggerito che le soluzioni basate sulle criptovalute potrebbero consentire a Cuba di utilizzare le proprie risorse economiche e "rafforzare le riserve interne".

Il Venezuela ha registrato un forte aumento dell’utilizzo di criptovalute e il governo di Maduro ha lanciato la sua criptovaluta statale sostenuta da riserve di petrolio, il Petro, nel tentativo di sfuggire alla pressione delle sanzioni. Il presidente Donald Trump ha bandito la criptovaluta venezuelana ed ha promesso di imporre sanzioni a paesi e società che accettano di trattare con il Petro in qualsiasi forma.

Nel frattempo, in Kazakistan, un funzionario senior di Accenture ha presentato una proposta per una "criptovaluta centroasiatica" gestita dal Kazakistan. Secondo Kun.uz, Anton Musin, l’amministratore delegato di Accenture Kazakhstan, le regolamentazioni sono l’unica cosa che si frappongono tra l’idea e una funzionante criptovaluta dell’Asia centrale, poiché la tecnologia è già in atto.

Musin, che all’inizio di quest’anno aveva suggerito che gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita avrebbero lanciato un’iniziativa simile, ha dichiarato che la sua proposta avrebbe "senso" sia per l’Astana che per lintera regione.

Tuttavia, ha osservato che la criptovaluta potrebbe essere "di natura aziendale, per consentire alle banche transazioni transfrontaliere, non come strumento di pagamento per le persone [ordinarie]". Musin ha dichiarato che "In futuro, in base al tipo di regolamentazione che verrà adottata [nei paesi dell’Asia centrale], questo è uno scenario assolutamente realizzabile."