#DeleteCoinbase diventa trend e l’exchange ritorna sui propri passi per PEPE

Marcello Bonti
| 2 min read

Giovedì su Twitter si sono alzati i toni e i sostenitori di una tra le migliori crypto del momento, PEPE si sono scatenati tanto da far diventare trend topic l’hashtag #DeleteCoinbase.

A scatenare l’ira della community ci si è messo una dichiarazione dell’exchange Coinbase in una delle sue newsletter in cui le memecoin veniva definita come un “simbolo di odio”.

La risposta non si è fatta attendere e lo stesso giovedì il responsabile legale di Coinbase, Paul Grewal, è intervenuto per chiarire la posizione della compagnia quotata in borsa.

Grewal ha quindi scelto la strada più semplice: chiedere scusa.

Coprendosi il capo di cenere ha twittato: “Abbiamo sbagliato e ci dispiace. Ieri abbiamo dato informazioni generali sulla crypto $pepe per inquadrare un argomento di tendenza. Quello che abbiamo realizzato non è un quadro completo del percorso del meme e ci scusiamo con la community”.

PEPE si ispira esplicitamente a un noto meme che gira da tempo su internet, Pepe the Frog, una rana dei cartoni animati con un’espressione maliziosa.

Il prezzo di PEPE è esploso a partire dalla fine di aprile fino alla prima decade di maggio, ora secondo CoinMarketCap il market cap si avvicina a 1,6 miliardi di dollari.

Perché Coinbase parla di PEPE


Il principale exchange di criptovalute USA ha fatto riferimento a PEPE nella newsletter di mercoledì, definendolo un “simbolo di odio”.

“Il token si basa sul meme di Pepe the Frog, apparso per la prima volta su Internet quasi 20 anni fa come personaggio di un fumetto”, si legge nella NL di Coinbase. “Nel corso del tempo è stato adottato come simbolo di odio da gruppi di alt-right (estrema destra), secondo l’Anti-Defamation League”.

L’Anti-Defamation League è un’organizzazione non governativa dedita al contrasto della diffamazione in ogni ambito e in ogni contesto, in particolare attiva nel contrasto all’antisemitismo. Ha sede a New York ma opera su scala internazionale per la tutela dei diritti civili e umani.

Secondo l’ADL il meme e per estensione la crypto a questo collegata, è da associare a uno strumento per la divulgazione di posizioni razziste o antisemite. La stessa Anti-Defamation League, però, spiega che in un primo tempo non era così.

L’autore del fumetto, Matt Furie si è spesso dissociato dall’utilizzo del suo personaggio in contesti tipici d’estrema destra, con riferimenti al Klux Klan o al nazismo. Eppure, secondo quanto ricostruito dall’organizzazione, dal 2015 si afferma e cresce l’uso del personaggio in questo genere di contesto.

“Sebbene i meme di Pepe abbiano molti difensori, l’uso di versioni razziste e bigotte di Pepe sembra aumentare, non diminuire”, ha dichiarato l’organizzazione.

Un affare troppo ghiotto

Secondo Coinbase PEPE insieme a DogeCoin e Shiba Inu sono le uniche memecoin che rientrano nella classifica delle prime cento crypto per capitalizzazione di mercato. Difficile resistere alla tentazione di lasciarsela scappare anche se il suo prezzo è sceso drasticamente nelle ultime ore.

Al momento PEPE è disponibile su Coinbase Wallet.

I fan di PEPE hanno minacciato di cancellare l’account di Coinbase e di passare ad altri exchange crypto dopo la newsletter.

Un utente con circa 9.000 follower ha chiesto: “Chi altro della famiglia $PEPE sta andando a #deletecoinbase?”.

Altri hanno detto che stavano facendo “grandi depositi” sulla borsa di criptovalute Gemini.

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