Dubai prende posizione contro le Privacy Coin e vieta le criptovalute che danno l’anonimato

Sauro Arceri
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Dubai

L’autorità di Dubai per i beni virtuali ha vietato l’uso di Privacy Coin come Monero (XMR) e ZCash (ZEC), nonché qualsiasi attività legata a questa tipologia di monete.

Secondo il nuovo regolamento VARA (Virtual Asset and Related Activities) sulle criptovalute:

“L’emissione di criptovalute potenziate dall’anonimato e tutte le attività VA (Virtual Asset) a esse correlate sono vietate nell’Emirato”.

L’autorità di regolamentazione definisce queste “criptovalute anonime” come:

“[Per Privacy Coin] Si intende un tipo di Virtual Asset che impedisce la tracciabilità delle transazioni o la registrazione della proprietà attraverso libri mastri pubblici distribuiti e per il quale il VASP non dispone di tecnologie o meccanismi che consentano la tracciabilità o l’identificazione della proprietà”.

Il documento, intitolato “The Virtual Assets and Related Activities Regulations 2023”, è stato pubblicato il 7 febbraio e stabilisce il quadro normativo che regola gli asset virtuali e tutte le attività correlate nella nazione, “compresi i poteri generali e specifici di supervisione e applicazione della VARA”.

Il documento ha sottolineato che la Dubai Virtual Assets Regulatory Authority (VARA) è stata istituita e autorizzata nel 2022 dalla Regulating Virtual Assets in the Emirate of Dubai (Dubai VA Law) per regolamentare i Virtual Assets e i Virtual Asset Service Providers (VASP). Pertanto, la normativa ha stabilito i requisiti di licenza e autorizzazione per i VASP e gli emittenti che vogliono operare a Dubai.

Inoltre, alla VARA è stato conferito il potere di prendere decisioni e adattare le leggi relative ai cripto-asset laddove lo ritenga opportuno, affermando che:

“VARA può, a sua esclusiva e assoluta discrezione, classificare o altrimenti fornire chiarimenti o pareri, tramite avviso pubblico, in generale o in un caso specifico, su [tra le altre cose] qualsiasi Virtual Asset o tipo di Virtual Asset, proibiti nell’Emirato”.

L’autorità di regolamentazione ha anche specificato i requisiti che le società di criptovaluta devono superare prima di poter operare nel Paese. Questi riguardano l’antiriciclaggio e la lotta al terrorismo, le norme di marketing e i reati di mercato come l’insider trading e la manipolazione del mercato.

Le aziende che non rispettano il nuovo regolamento possono essere multate, per ogni violazione e a seconda del reato, con:

  • tra gli 8 milioni di AED (2,2 milioni di dollari) e i 50 milioni di AED (13,6 milioni di dollari) per ogni individuo;
  • la restituzione dei profitti ottenuti o delle perdite evitate;
  • 5%-15% del fatturato annuale per un VASP;
  • 200%-300% dei profitti ottenuti o delle perdite evitate (se superiori ai valori sopra indicati).

Nel frattempo gli Emirati Arabi Uniti hanno dichiarato che, in futuro, utilizzeranno le criptovalute anche in ambiti commerciali. Il Ministro di Stato per il Commercio Estero, Thani Al-Zeyoudi, infatti, ha recentemente affermato che:

“Le criptovalute svolgeranno un ruolo importante per il commercio degli Emirati Arabi Uniti in futuro. La cosa più importante è garantire una governance globale per quanto riguarda le criptovalute e le società di criptovaluta”.

Al-Zeyoudi ha aggiunto che gli Emirati Arabi Uniti si sono sforzati di diventare un importante hub con politiche favorevoli alle criptovalute e con sufficienti protezioni.

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