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È boom di richieste di ETF sui future di Ethereum. Ecco perché!

Non ci sono solo le richieste di ETF associati al prezzo di Bitcoin sotto la lente della SEC, anche il numero di richieste di ETF collegati a Ethereum sta crescendo.

Negli ultimi due mesi l’ondata di richieste di ETF short per Bitcoin (BTC) sta tenendo banco e si attende la risposta dell’autorità di vigilanza dei mercati USA, SEC. Indiscrezioni parlano di tempi brevi per l’approvazione della richiesta di ETF di Bitcoin formulata da BlackRock.

Si parla invece ancora poco dei derivati creati per consentire agli investitori istituzionali di scommettere sul mercato di Ether.

Le richieste di ETF associate a ETH in attesa di giudizio

Fino a oggi sono quattordici le domande di ETF collegati ai future di Ethereum in attesa di valutazione da parte della Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense. Un numero di richieste maggiore rispetto a quelle di Bitcoin, finora solo nove.

Il boom delle domande si spiega facilmente. Pare infatti che la SEC sia più “disposta” ad approvare un ETF collegato ai future di Ether rispetto ai derivati collegati all’andamento dei prezzi di BTC.

Fortune cita fonti interne ad alcune società che hanno deciso di ripresentare la domanda dopo essere state contattate dal personale della SEC, che si è detto pronto a rivedere la loro domanda.

Il consulente generale di un altro progetto ha dichiarato di essere stato contattato a maggio dal personale della SEC. Pare che allora la Commissione ritenesse ancora prematura l’approvazione di un prodotto derivato associato a un asset ancora un po’ troppo recente.

In seguito, però, altri concorrenti erano tornati a presentare la domanda d’approvazione, tanto da spingere altre società a fare altrettanto.

Fortune ha raccolto varie testimonianze del comportamento della SEC che a volte è parso “schizofrenico”. Delegati della Commissione hanno confermato di poter prendere in esame le domande, seppure di non poterne garantire l’approvazione.

Perché la SEC sta cambiando atteggiamento

Alcuni ritengono che il comportamento ambiguo della SEC negli ultimi tempi possa essere stato causato da Volatility Shares. Si tratta di una società che emette ETF che a fine giugno ha ottenuto una quotazione sorprendente per un ETF a leva sui futures di Bitcoin. Attenzione, a leva sui futures e non sui prodotti spot.

La differenza non è sottile, si tratta di prodotti derivati di natura differente. Un ETF spot è associato al prezzo attuale dell’asset sottostante. Un future, invece è un derivato che scommette sull’andamento di prezzo di un asset in uno specifico momento.

La SEC ha finora sempre rigettato le proposte si ETF spot associati a BTC, citando l’inadeguata sorveglianza sulle operazioni degli exchange. Questi si sono rivelati spesso più inclini a frode e manipolazione del mercato.

Eppure, oggi sul mercato esistono prodotti ben più rischiosi, come i Trust di Grayscale. Approvati sul mercato azionario, sono prodotti illiquidi e meno garantiti rispetto alla formula dell’exchange traded fund, o ETF.

La community crypto ha a più riprese criticato l’approvazione a operare per Volatility Shares. In quel caso è stata evidenziata l’ipocrisia della SEC nel negare ETF spot associati a crypto meno rischiosi.

Dal canto suo, Volatility Shares è riuscita a forzare la mano e posizionare il proprio prodotto ad alto rischio sul mercato. Lo ha fatto malgrado la richiesta formale della Commissione di ritirare la domanda. Ha potuto perché si inseriva in un contesto già consolidato, quindi non aveva bisogno dell’approvazione esplicita della SEC per essere quotato.

Volatility Shares ha poi depositato un ETF sui futures di Ether il 28 luglio, rifiutando di nuovo la richiesta della SEC di ritirare la domanda.

Questa forzatura potrebbe aver spinto la SEC a contattare gli altri richiedenti informandoli della propria disponibilità a rivedere le loro proposte.

Gli analisti di Bloomberg ETF James Seyffart ed Eric Balcunas la scorsa settimana hanno stimato al 75% la possibilità che un ETF sui futures di Ether sia approvato entro la fine dell’anno, una probabilità superiore a quella assegnata agli ETF spot di Bitcoin, pari al 65%.

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