E se un gangster degli anni ’20 parlasse di BTC? C’è chi l’ha chiesto a ChatGPT

Marcello Bonti
| 3 min read

La mania ChatGPT ci ha travolto tutti con un’ondata di sorprendente entusiasmo. C’è chi, ad esempio come chi scrive, che vede finalmente avverato il sogno anni ’80 alimentato dalle quintalate di film di fantascienza dove l’interazione uomo-macchina è più interessante che quella uomo-uomo.

Per i, pochissimi, che non lo sapessero, ChatGPT è un chatbot che usa un modello di linguaggio generativo. Più difficile spiegare che lasciarsi incantare. L’acronimo sta per Generative Pretrained Transformer, significa che il software col quale è possibile chattare sfrutta la capacità di elaborare un linguaggio naturale. In pratica usa gli stessi meccanismi che usa il cervello umano per produrre frasi di senso compiuto.

Non si limita solo a generare delle semplici frasi; grazie all’Intelligenza Artificiale apprende e migliora la sua capacità di interagire e dialogare con l’essere umano. A rendere possibile la magia contribuisce anche la capacità di elaborare una quantità di dati stupefacente fino a pochi anni (forse mesi) fa.

Quindi, se parli al tuo bot e te lo fai amico, il genere di richieste che potresti fargli una  mattina dopo aver preso il caffè potrebbero sorprenderti.

È quello che è successo alla redazione di Finbold testata online specializzata in finanza e crypto, che un bel giorno ha pensato di chiedere a ChatGPT di spiegare cos’è Bitcoin.

Che ci vuole! direte voi. Eh no, la richiesta è stata quella di spiegare Bitcoin come se fosse un gangster americano degli anni ’20.

E se a spiegare Bitcoin fosse un gangster degli anni ’20?


Alla richiesta di spiegare cosa sia Bitcoin come se a parlare fosse un gangster degli anni ’20, il chatbot più famoso del momento ha dato risposte ineccepibili. In perfetto stile malavitoso.

Allora capo, lascia che ti spieghi. Bitcoin è un po’ come questo bottino che abbiamo nascosto, capisci. Solo che invece di essere in un luogo fisico come una cassetta di sicurezza, è tutto digitale, capito? È proprio come i soldi normali, si può usare per comprare cose, ma ci sono alcune differenze fondamentali.

Insomma, il gioco di ruolo ha funzionato alla perfezione perché dopo aver detto in breve di cosa si tratta, ChatGPT è passato subito al sodo: come funziona.

Innanzitutto, è completamente anonimo. Nessuno sa chi effettua le transazioni, cosa che lo rende un’ottima soluzione per noi. In secondo luogo, è decentralizzato, il che significa che non c’è una persona o una banca che se ne occupa, è tutto gestito dalle persone che lo utilizzano, capisci? La parte migliore? È del tutto non tracciabile. Nessun governo, nessuna banca, nessuno può dire da dove provengono i bitcoin o dove vanno. È un po’ come noi che gestiamo la nostra piccola economia sommersa”.

Ma prima che al capo inizino a brillare gli occhi, lo scagnozzo GPT mette in guardia dai possibili rischi!

“Fai attenzione, il valore di un bitcoin può cambiare proprio come le azioni del mercato azionario, quindi bisogna tenerlo d’occhio. Ma se giochi bene le tue carte, puoi ritrovarti con un bel jackpot. Ricordati solo che è un gioco rischioso e devi stare attento, o potresti finire per perdere tutto”.

In breve


Non tutti hanno ben capito cosa sia Bitcoin, molti lo guardano ancora con sospetto. ChatGPT invece sembra cavarsela egregiamente e sentirsi a proprio agio anche nei panni del cattivo rampante anni ’20. È interessante notare che le risposte date alla redazione di Finbold, tutto sommato sono istruttive ma soprattutto mettono in guardia. Insomma, anche il chatbot ti ricorda che prima di investire il tuo denaro, assicurati di poter tollerare le eventuali perdite.

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