Dopo BCE, FMI, Cina e Italia anche Donald Trump crea un caso per Bitcoin

Fredrik Vold
| 3 min read

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è unito alla schiera di altri funzionari che stanno costruendo involontariamente un caso d’uso del Bitcoin e mostrando perché quest’ultimo sia migliore rispetto ai tradizionali sistemi monetari fiat.

Donald Trump. Fonte: Twitter, @realDonaldTrump

In un tweet a sorpresa, mercoledì Trump ha espresso la sua frustrazione per la svalutazione delle valute di Europa e Cina, suggerendo che gli Stati Uniti dovrebbero fare lo stesso per mantenere la competitività delle sue esportazioni.

La comunità cripto è stata pronta a rispondere, sostenendo quanto questo annuncio sia “selvaggiamente ottimista” per bitcoin e incoraggiante ad acquistare la criptovaluta più popolare, la quale non può essere manipolata dai governi.

Coincidenza o no, il prezzo del bitcoin è salito subito dopo l’annuncio ed ha persino testato i 12.000 dollari prima di alcune prese di profitto.

In quanto valuta di riserva mondiale, il dollaro USA è stato de facto per decenni un rifugio sicuro per gli investitori globali e persino per i governi stranieri, con una “politica del dollaro forte” che è la posizione ufficiale del governo degli Stati Uniti. Ora, tuttavia, Trump sembra rompere con questo principio di vecchia data, e sta invece spingendo per una politica monetaria più flessibile.

Un dollaro più debole ha sempre portato a prezzi più elevati dell’oro. E ciò si è confermato anche questa settimana, con i prezzi dell’oro che hanno raggiunto livelli mai visti da maggio 2013.

“Il rally [della criptovaluta] coincide anche con un balzo del prezzo dei beni rifugio classici, tra cui lo yen giapponese, il franco svizzero e l’oro. Per i veri credenti, questo è un segno che il bitcoin abbia guadagnato un posto tra i beni che si apprezzano quando si cerca maggiore sicurezza”, ha scritto il Financial Times lunedì.

In teoria, dal punto di vista di un comune cittadino, ottenere almeno una certa esposizione al bitcoin potrebbe aiutare a preservare il potere d’acquisto sulla scia di una potenziale guerra valutaria in cui le valute a corso legale vengono svalutate in una gara verso il basso. Ma bisogna ricordare che il bitcoin è una risorsa molto volatile

Tuttavia, non tutti prendono sul serio il tweet di Trump. In risposta ad una domanda di Bloomberg TV se ci fosse la possibilità di una prossima guerra valutaria, Lanhee Chen, direttore degli studi di politica interna presso l’Hoover Institution, ha affermato di non vedere gran parte del rischio in questo momento:

“Penso che il Presidente usi spesso Twitter per esprimere la sua frustrazione riguardo a ciò che vede quel giorno […] Questa è una di quelle cose che riflette alcuni dei suoi sentimenti verso la Fed […] e parte della sua frustrazione nei confronti dell’ ‘indipendenza della Fed […] Penso che il sistema di elaborazione delle politiche negli Stati Uniti sia ufficialmente indipendente, e non mi preoccuperei troppo di questo”, ha detto Chen.

In entrambi i casi, chi altro è nel club dei promotori non intenzionali di bitcoin?

  • A giugno, il vice primo ministro italiano Matteo Salvini ha espresso l’idea di “una amnestia” per i cittadini che detengono valori (stimati a centinaia di miliardi di euro) non dichiarati in cassette di sicurezza, in cambio di una tassa del 15%. Il mondo cripto si è affrettato ad evidenziare come questo sia un altro argomento valido per le persone ad entrare nelle criptovalute, che offrono più privacy e controllo sui propri fondi.
  • Nel frattempo, a Hong Kong, le persone sono tornate ad usare il denaro contante poiché erano preoccupati per la loro privacy e per non lasciare una scia di carta che avrebbe detto al governo che erano alle massicce proteste di giugno.
  • A marzo, la Banca Centrale Europea stava involontariamente rafforzando il caso dell’adozione delle criptovalute affermando che potrebbe sempre creare denaro, mentre l’offerta di bitcoin è limitata a circa 21 milioni.
  • Ad aprile, il Fondo Monetario Internazionale ha fatto lo stesso quando il mondo cripto ha (ri)scoperto un post sul blog di febbraio che parlava di una possibile implementazione di una politica che praticamente tassa i depositi bancari invece di farli accumulare di interessi.