Ecco perché gli NFT rivoluzioneranno il mondo della musica

Christian Boscolo
| 3 min read

L’industria musicale è stata tra le prime a dimostrare come gli NFT potessero avere applicazioni anche nel mondo reale. Sempre più attori musicali, affermati o emergenti, stanno utilizzando piattaforme blockchain o creando raccolte NFT.

Tuttavia, siamo ancora lontani da quella che potremmo considerare un’adozione di massa. Gli strumenti sono cambiati ma non i metodi. Le etichette musicali, le piattaforme di streaming e i produttori si aggiudicano la maggior parte dei guadagni di un artista. Un sistema continua ad essere iniquo per chi crea il valore fondamentale di questo settore: la musica. 

Cosa sono gli NFT musicali?

Un NFT è un token crittografico unico registrato su una blockchain. Una volta che un NFT è stato creato, non può essere modificato o duplicato. Inoltre, gli NFT possono essere codificati in modo da consentire il pagamento di royalty al creatore e questo li rende una tecnologia molto interessante per i musicisti.

Gli NFT musicali sono brani musicali registrati su una blockchain sotto forma di token univoci non fungibili che appartengono esclusivamente al proprietario dell’NFT. Tuttavia, a differenza degli mp3 che si scaricano sullo smartphone, gli NFT musicali possono anche essere venduti, consentendo ai musicisti di guadagnare royalties per ogni vendita.

Come funzionano gli NFT musicali?

Ma non bisogna pensare per forza a un NFT come a un brano musicale. Nella produzione o vendita di un NFT musicale, il principio rimane lo stesso. Un musicista o una band deciderà cosa vendere ai propri fan, che si tratti di un file audio, di biglietti per un concerto o di merchandising.  Alcune delle piattaforme Music NFT attualmente disponibili sono: NFT TONE, Opulous OpenSea.

Ogni fan che acquista l’NFT diventa il proprietario del lavoro del suo musicista preferito. Gli utenti possono quindi archiviare gli NFT musicali nei loro wallet cripto e, se lo desiderano, possono vendere l’NFT a un altro utente, magari guadagnando anche qualcosa.

Combattere la pirateria musicale

Uno dei problemi principali nell’industria musicale è che un artista non può controllare la distribuzione della propria musica. Non importa quanto sia economico un abbonamento Spotify o Apple, qualcuno sarà sempre riluttante a pagarlo o, peggio, a trarre profitto dalle opere di qualcun altro.

Se un artista “tokenizzasse” la propria canzone, il problema della pirateria potrebbe essere risolto. La musica sarebbe meno vulnerabile ai furti se è protetta da contratti intelligenti. Gli utenti potrebbero ancora scaricare i loro brani preferiti ma non saprebbero come convertirli in file di alta qualità per la distribuzione illegale – oppure potrebbero utilizzarli solo su una piattaforma Web 3.0 decentralizzata che non richiede nemmeno una connessione a Internet.

Legami più forti con i fan

Se un brano viene frazionato in migliaia di token NFT si trasforma in un’edizione limitata. Questo approccio alternativo può aiutare ad aumentare l’interesse dei fan, creando clamore attorno al prossimo singolo o album e aiutare l’artista a rendere virale la propria musica. Inoltre, ciascuno degli NFT può includere ricompense speciali come l’accesso alla community, una traccia bonus o persino un autografo. Il denaro speso potrebbe poi essere utilizzato per finanziare l’uscita del prossimo brano.

Questo è un approccio più personalizzato, equo e democratico che trasforma la musica in un processo di co-creazione piuttosto che in un prodotto redditizio. I fan non sono più solo acquirenti o consumatori. Diventano sostenitori della musica dell’artista.

Raggiungere un nuovo pubblico

Infine, tokenizzando le loro opere, i musicisti ottengono l’accesso a un pubblico che altrimenti non avrebbero mai incontrato. Questa nuova metodologia sta contribuendo allo sviluppo di un’industria musicale in cui il benessere dell’artista non dipende più dai rapporti con uno o due produttori, e dove non è necessario registrare dieci successi all’anno.

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