Ethereum, Tornado Cash, l’OFAC, il MEV e Flashbots. Cosa sta succedendo? La crypto di Vitalik Buterin è centralizzata?

Christian Boscolo
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Nell'immagine: Ethereum e MEV: scacco matto alla Blockchain?

Si è tornati a parlare, soprattutto negli ultimi giorni, della centralizzazione di Ethereum, un argomento tornato di moda dopo il merge e con il passaggio a POS (proof of stake). Ma a provocare la rabbia dei puristi delle decentralizzazione è soprattutto il tema del blocco delle transazioni verso Tornado Cash, attualmente in black-list presso l’OFAC, (Office of Foreign Asset Control) un ente che dipende dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti e applica sanzioni economiche contro terroristi e narcotrafficanti. Prima di proseguire è però importante fare un passo indietro per capire perché Tornado Cash è entrato nella blacklist del dipartimento del tesoro americano.

L’affaire Tornado Cash

Tornado Cash è un servizio denominato “mixer” che consente ai proprietari di criptovalute di proteggere il loro anonimato mescolando le tracce di informazioni registrate sulla blockchain. Non è un’organizzazione e nemmeno un Exchange ma uno smart contract, ovvero semplici linee di codice. 

Non si tratta però di uno smart contract volutamente malevolo ma di un tool per la privacy, tanto che perfino Vitalik Buterin, il fondatore di Ethereum, l’ha utilizzato per donare fondi alla causa delle popolazioni ucraine, evitando di sottoporre le organizzazioni che beneficiano delle donazioni a un ulteriore controllo.

Lo scorso 8 agosto, il Dipartimento del Tesoro statunitense ha però proibito agli americani di utilizzare il servizio, sostenendo che Tornado Cash ha avuto un ruolo centrale nel riciclaggio di quasi 7 miliardi di dollari. Il servizio di mixer, sempre secondo quanto sostengono gli USA, sarebbe stato utilizzato dagli hacker nordcoreani per riciclare denaro proveniente da diversi furti milionari, come quello ai danni di Axie Infinity.

Ed è qui che si gioca tutta la partita, Da una parte c’è Tornado Cash, un codice perfettamente legale che permette di aumentare la privacy degli utenti, dall’altra gli USA che ne evidenziano l’utilizzo malevole perpetrato dai criminali informatici per far perdere le loro tracce. La questione è dunque sempre la stessa: è giusto chiudere un protocollo onesto solo perché qualcuno l’ha utilizzato in maniera distorta e fraudolenta? Sarebbe, per utilizzare un paragone un po’ forte, come vietare le armi solo perché qualcuno le ha utilizzate per fare una strage. E non credo che gli USA su questo sarebbero d’accordo.

Il MEV e le transazioni bloccate

Chiarito il primo punto, possiamo proseguire nell’analisi di quello che sta succedendo in questi giorni. Martin Koppelman, Co-Founder di Gnosis, e da sempre schierato a favore di Tornado Cash, ha fatto notare tramite Twitter che il 52% dei blocchi Ethereum ad oggi sono OFAC compliant, ovvero favoriscono il governo USA escludendo le transazioni verso Tornado Cash. 

Da qui l’idea che Ethereum possa in qualche modo essere centralizzato perché controllato dal governo americano, e il conseguente grido d’allarme.

Ma che cos’è il MEV?

Il MEV è il Maximal Extractable Value, ovvero il massimo valore estraibile dal validatore che autorizza il blocco, riordinando (con una specifica procedura) le transazioni al suo interno. Ogni validatore può infatti scegliere autonomamente come e a chi delegare la produzione del blocco. Il servizio di MEV-Boost “assembla” le transazioni in un certo ordine per massimizzare il valore estratto a favore del validatore. Leggi qui quanti validatori servono per Ethereum.

MEV Watch è il tool che permette di monitorare la situazione dei blocchi
MEV Watch è il tool che permette di monitorare la situazione dei blocchi

Ed ecco spiegato quello che è successo. I validatori non hanno scelto di censurare i blocchi che contengono le transazioni verso Tornado Cash, ma hanno scelto i MEV-Boost per massimizzare il loro profitto. I MEV-Boost sono però per la maggior parte di Flashbots, azienda americana, e quindi si è verificata lo stesso una sorta di censura non volontaria.

Ethereum è centralizzato?

Come abbiamo appena visto la risposta è no. La censura su Tornado Cash è più che altro generata da una situazione contingente che spinge i validatori verso i MEV per opportunità di guadagno che sono diventate ancora maggiori dopo il Merge. Questo perché la scelta dei MEV è diventata ora a totale discrezione dei validatori mentre con il POW (proof pof work) poteva esserne scelta solo un parte. Insomma, il rischio di una centralizzazione di Ethereum esiste ma per il momento è solo ipotetica.

Possibili soluzioni?

Ad oggi le possibili soluzioni sono limitate. Si potrebbe fare in modo che MEV non censuranti offrano maggiori guadagni, oppure sperare che i validatori rinuncino al loro personale profitto. 

Si tratterebbe in ogni caso di imposizioni o comunque di applicare principi di dicrezionalità che mal si adattano a un sistema che dovrebbe essere totalmente indipendente come quello della Blockchain. Quello che è certo è che torneremo ancora a parlare dell’argomento. La sensazione è che l’Affaire Tornado Cash possa costituire un precedente fondamentale per la futura regolamentazione della Blockchain.

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