Hong Kong fissa le regole per gli exchange e il trading crypto non professionale

Gaia Rossi
| 2 min read

 

Hong KongNel tentativo di recuperare la sua posizione di hub globale delle criptovalute, Hong Kong ha delineato un piano per consentire agli investitori di negoziare alcune valute digitali su exchange autorizzati.

Lunedì la Securities and Futures Commission (SFC) di Hong Kong ha pubblicato un documento di consultazione sul regime normativo proposto per le piattaforme di trading crypto. Le nuove regole entreranno in vigore a partire da giugno e tutte le piattaforme crypto dovranno essere autorizzate dalla SFC.

In aggiunta l’autorità di regolamentazione ha dichiarato che gli investitori saranno autorizzati a negoziare alcuni “token a grande capitalizzazione” sugli exchange, a condizione che vengano messe in atto misure di salvaguardia, come test di conoscenza, profili di rischio e limiti ragionevoli di esposizione.

L’agenzia non ha specificato quali token a grande capitalizzazione saranno consentiti. Tuttavia, secondo un articolo di FT, Bitcoin ed Ethereum, le due maggiori crypto per capitalizzazione di mercato, potranno essere accessibili ai clienti.

L’SFC ha anche proposto dei criteri per stabilire quali crypto potranno essere disponibili per il trading. Gli exchange avranno la responsabilità di verificare il team alle spalle dei token, i rischi legali e scoprire “quanto sia resistente la chaindel token agli attacchi più comuni”. Inoltre il token dovrà avere una capitalizzazione di mercato relativamente grande.

L’agenzia ha definito gli asset virtuali a grande capitalizzazione come token “che sono inclusi in almeno due ‘indici accettabili’ emessi da almeno due fornitori indipendenti”, uno dei quali dovrebbe avere esperienza nel settore finanziario tradizionale.

Vale la pena notare che gli exchange crypto non possono depositare più del 2% del patrimonio dei loro clienti in un “hot wallet” (si tratta di un tipo di wallet accessibile online). Questo perché tali wallet sono più vulnerabili agli hacker o alle truffe di phishing. A differenza della loro nemesi, i cold wallet, che non sono connessi alla rete Internet.

Hong Kong cambia posizione con il miglioramento del panorama crypto


La SFC ha introdotto per la prima volta il suo quadro normativo sulle criptovalute nel 2018, vietando agli investitori comuni di effettuare il trading crypto. Tuttavia la SFC ha dichiarato che “il panorama degli asset virtuali è cambiato in modo significativo” da quando aveva annunciato il regime normativo.

Infatti il governo di Hong Kong ha già consentito agli investitori comuni di accedere a exchange-traded fund (ETF) basati su futures su Bitcoin ed Ether del CME Group (CME).

Inoltre all’inizio di questo mese Hong Kong ha raccolto 102 milioni di dollari di green bond digitali. Si tratta del primo green bond tokenizzato emesso da un governo e questo è un segno della posizione lungimirante del governo sulla blockchain.

Tuttavia la mossa di Hong Kong è in netto contrasto con la Cina continentale, dove tutti i tipi di transazioni legate alle crypto sono vietati. Grazie all’introduzione di un ambiente normativo maggiormente favorevole alle crypto, alcune società Web3 potrebbero rivolgersi a Hong Kong per trovare talenti tecnologici cinesi.

Hong Kong, un tempo hub mondiale delle criptovalute, ha iniziato a perdere la sua posizione a metà del 2022, a causa della crescente preoccupazione per l’ambiguità normativa della città in materia di crypto e per l’emergere di potenziali rivali come Singapore e Dubai, considerati più amichevoli.

Padraig Walsh, partner dello studio legale Tanner De Witt di Hong Kong, ha affermato:

“C’è stato un momento in cui Hong Kong aveva una posizione di leadership nel settore crypto “. “Oggi non è più così e penso che la regolamentazione sia stata uno dei motivi principali”.

Leggi anche

Segui Cryptonews Italia sui canali social