Il CEO di Coinbase immagina così il futuro delle crypto nel 2030

Marcello Bonti
| 2 min read

Brian Armstrong, CEO di Coinbase, ha parlato della sua visione del mondo crypto nel 2030. Secondo l’AD ci saranno “progressi sostanziali” in una serie di settori connessi a criptovalute e metaverso, ma non solo.

Armstrong ha parlato della sua prospettiva sulle crypto durante un’intervista rilasciata a Bankless. Secondo il numero uno del principale exchange negli USA, oltre ai significativi progressi tecnologici, entro la fine del decennio le valute digitali conteranno su un miliardo di utenti in tutto il mondo.

“2030. Penso che per allora avremo fatto progressi sostanziali in una serie di contesti. Penso che le blockchain saranno più scalabili. Penso che gran parte dell’usabilità sarà già sviluppata. Basterà un invio verso il nome DNS [domain name system] di qualcuno o a qualsiasi altro standard si sarà affermato. I pagamenti arriveranno istantaneamente per meno di un centesimo in tutto il mondo. Si tratta di aspetti basilari.”

Armstrong ritiene che entro il 2030 le monete digitali delle banche centrali (CBDC) saranno sempre più diffuse e spera che le stablecoin esistenti fungano da CBDC negli Stati Uniti.

“Penso che vedremo più valute digitali di banche centrali. Spero che gli Stati Uniti siano i primi ad adottare le stable coin che hanno seguito le regole e sono ancorate al dollaro negli Stati Uniti”, ha spiegato Armstrong durante l’intervista.

L’impatto delle crypto sulla politica monetaria e lo sviluppo economico


Il CEO di Coinbase ha inoltre previsto che altri Paesi seguiranno l’esempio di El Salvador dando alle criptovalute corso legale per i pagamenti interni.

“Penso che vedremo altri Paesi nel mondo adottare le criptovalute. Un po’ come è successo con El Salvador. E penso che vedremo, magari entro il 2030, non so bene che tempi ci vorranno, almeno una manciata di altri Paesi, forse anche di medie dimensioni, iniziare ad adottare le crypto come moneta a corso legale”.

Il 2030 sembra essere una data probabile perché nuove startup tech basate sulle crypto si affermino. In particolare ritiene che il core business delle nuove imprese sarà legato a doppio filo con l’economia blockchain.

“Una volta le chiamavamo startup dot-com. Ma ora le chiamiamo semplicemente startup. Ogni startup usa Internet. Penso che entro il 2030 non ci saranno startup crypto. Ogni startup utilizzerà la crittografia in qualche modo che si tratti di raccogliere fondi o pagamenti dai propri clienti, per costruire la propria community o altro”.

Inevitabilmente, Armstrong prevede una maggiore adozione delle criptovalute e l’utilizzo crescente delle innovazioni legate alle app in ambito Web3.

“Spero che entro il 2030 un miliardo di persone nel mondo acceda ogni giorno a un sistema finanziario aperto attraverso prodotti come Coinbase e altri in tutto il mondo… E probabilmente vedremo un’intera nuova categoria di applicazioni costruite in questo nuovo modo decentralizzato sul Web3. Questo significa che ci sarà molto da fare entro il 2030. Ma credo che sia decisamente possibile.”

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