Il governo cinese lancia il suo marketplace di NFT

Il governo cinese ha annunciato l’intenzione di lanciare la propria versione di un marketplace di “token non fungibili” (NFT) sostenuto dallo Stato. Tuttavia, Pechino non utilizzerà la blockchain per alimentare la sua piattaforma. Infatti intende non ricorrere alle criptovalute, ma privilegiare le valute fiat. Il mese scorso, il Tribunale di Hangzhou ha stabilito che gli oggetti virtuali, come gli NFT, possono essere legalmente riconosciuti come proprietà. Inoltre, come riporta il media China Daily, Pechino lancerà la China Digital Asset Trading Platform.
Il governo cinese ha dichiarato che la piattaforma entrerà in funzione il 1° gennaio. Pechino afferma che diventerà un “mercato secondario ufficiale per gli asset digitali conformi alle normative nazionali”. La Cina ha infatti vietato il trading crypto. Questo ha fatto sì che il trading convenzionale di NFT sia diventato quasi impossibile nella nazione. Nel resto del mondo viene effettuato il minting di NFT sulle reti blockchain, dove gli NFT possono essere scambiati con token come ethereum (ETH).
Il governo cinese intende quindi mettere da parte tutti i crypto asset senza però rinunciare ai progressi tecnologici associati alle criptovalute e al settore della blockchain. Le reti blockchain private e gli NFT fanno parte di questo disegno.
Il punto di vista della Cina sugli NFT
Le aziende cinesi sono state spinte ad etichettare i loro prodotti come “oggetti digitali da collezione”, piuttosto che come NFT. Inoltre, sono state imposte alcune restrizioni al trading sul mercato secondario, nel tentativo di ridurre la “speculazione” sui prezzi degli NFT.
Sebbene in Cina esistano mercati secondari privati per gli “oggetti digitali da collezione”, lo yuan fiat viene utilizzato anche in questi settori al posto dei crypto asset. Le transazioni sul marketplace sono registrate su “ledger centralizzati, piuttosto che su blockchain pubbliche”.
Grandi aziende tecnologiche, come Alibaba e Tencent, hanno già lanciato le proprie offerte di NFT senza crypto. Queste società gestiscono anche i propri marketplace, altamente regolamentati. Tuttavia, la China Digital Asset Trading Platform segnerà il debutto di Pechino sulla scena.
Secondo quanto riferito dal governo, la piattaforma avrà il compito di “implementare” gli sforzi cinesi per “digitalizzare la cultura” e “sviluppare progetti e industrie culturali attraverso l’assistenza tecnica e l’innovazione”.
L’operatore della piattaforma sarà il China Technology Exchange, un ente statale che regola i diritti di proprietà intellettuale e le questioni legate all’IT. Al progetto parteciperà anche il China Cultural Relics Exchange Center. Questa organizzazione si occupa di questioni legate alla cultura cinese.
Inoltre, è stata reclutata una società privata con sede a Pechino che si occupa di proprietà intellettuale e di transazioni di “oggetti da collezione digitali”, per contribuire alla gestione della piattaforma.
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