Il rilancio di FTX passa da Tribe Capital, cosa succederà ai creditori?

Marcello Bonti
| 3 min read

La notizia del tentativo di rilanciare l’exchange crypto FTX ha richiamato l’interesse della compagnia d’investimento Tribe Capital. La società sta cercando di avviare una campagna da 250 milioni di dollari per finanziare la nuova piattaforma. Tribe Capital intende investirebbe 100 milioni di dollari di capitali propri e di alcuni dei propri partner.

Il cofondatore di Tribe, Arjun Sethi ha già incontrato il comitato dei creditori di FTX per discutere la proposta in maniera informale e che riguarda circa 9 milioni di account di clienti, suddivisi tra FTX US, FTX Australia, FTX Japan, FTX EU, FTX International e LedgerX.

Tuttavia, la proposta esclude “un portafoglio di capitali di rischio e asset crypto”. Il nuovo exchange continuerebbe invece a utilizzare il nome FTX.

In particolare, non è stata fatta alcuna menzione della precedente leadership o di Sam Bankman-Fried, il fondatore dell’exchange miseramente caduto in rovina.

“Il comitato sta lavorando con i debitori per valutare tutte le opzioni per riavviare o vendere gli exchange FTX e creare valore per i creditori”, ha twittato martedì il comitato dei creditori di FTX, aggiungendo che al momento non c’è una tempistica stabilita per il riavvio o la vendita.

Da dove salta fuori Tribe Capital


Tribe Capital è una società di venture capital con sede a San Francisco, in California, che investe in aziende tecnologiche in fase di avviamento e in fase iniziale.

In precedenza la società aveva investito in FTX e nel suo ramo statunitense, FTX US.

Gli oltre 1,6 miliardi di dollari in gestione, fanno di Tribe una tra le maggiori società di investimento. Il portafoglio della società comprende un’ampia gamma di startup crypto e tecnologiche, tra cui l’exchange Kraken, la società di mobilità estone Bolt e il fornitore di servizi logistici di spedizione Shiprocket.

Il rilancio di FTX potrebbe essere vicino: la società ha recuperato oltre 7 miliardi di dollari di attivo


Di recente è stato confermato che FTX è riuscita a recuperare oltre 7,3 miliardi di dollari in contanti e attività liquide in criptovaluta. Dato in aumento di 800 milioni di dollari rispetto all’ultimo rapporto, secondo quanto riportato da Andy Dietderich, un avvocato della società.

“La situazione si è stabilizzata e il fuoco è stato spento”, ha dichiarato Dietderich la scorsa settimana durante un’udienza del tribunale fallimentare degli Stati Uniti nel Delaware. Ha spiegato inoltre che la società sta iniziando a valutare la possibilità di ristrutturare l’exchange crypto in bancarotta.

L’avvocato ha inoltre precisato che FTX  sta valutando se sfruttare una possibilità offerta dalla procedura Chapter 11 che offrirebbe una via d’uscita dalla bancarotta.

FTX punta a presentare il progetto entro luglio, anche se sono molti i dettagli da definire con cura dato che i creditori lottano per ottenere la loro parte di beni dell’azienda.

La compagnia ritiene che il piano previsto dalla procedura del Chapter 11 non potrebbe essere approvato prima del secondo trimestre del 2024.

All’inizio di quest’anno, John J. Ray III, l’attuale CEO di FTX, ha dichiarato di essere aperto all’idea di rilanciare la piattaforma. In quell’occasione aveva dichiarato che:

“Tutto è sul tavolo. Se c’è un percorso da seguire, non solo lo esploreremo, ma lo faremo.”

Nel frattempo, la notizia ha avuto un impatto positivo sul prezzo di FTT, il token nativo di FTX.

Al momento, FTT è scambiato a 2,09$, in crescita del 12,1% in 24 ore. Tuttavia, il token è ancora in calo di oltre il 97% rispetto al suo massimo storico di 84 dollari registrato a settembre 2021.

___

Leggi anche:

 

Segui Cryptonews Italia sui canali social