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Javier Milei vince le presidenziali argentine: adotterà Bitcoin?

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Il candidato populista e di estrema destra Javier Milei ha ottenuto la vittoria alle presidenziali argentine e, con oltre il 55% dei voti, quasi 3 milioni di voti in più del suo rivale, il peronista Massa, si è aggiudicato il mandato.

Sul voto hanno pesato le disastrose condizioni economiche dell’Argentina, con l’inflazione al 142% e un debito pubblico di 419 miliardi di dollari, come riportato dal Corriere della Sera.

Milei è un personaggio estremamente controverso che ha assunto una posizione forte contro la banca centrale del Paese. L’ha definita una “truffa” e uno strumento usato dai politici per imporre nuove tasse ai cittadini.

Per questo in passato è stato definito come un Presidente Pro Bitcoin e molti osservatori del mondo crypto hanno notato che BTC, oggi scambiato a 37.229, sia in rialzo del 2% nelle ultime 24ore.

Chi è Javier Milei?

Milei è posizionato politicamente all’estrema destra e ha attirato il sostegno dei cittadini argentini esasperati in cerca di un’alternativa allo status quo rappresentato dal rivale Massa.

Durante la sua campagna presidenziale Milei ha puntato molto su Bitcoin e criptovalute, facendole diventare un punto centrale del suo programma. Ha descritto Bitcoin e le crypto come un “ritorno del denaro al suo creatore originale: il settore privato”.

Inoltre, non è stato tenero con le banche centrali, definendole apertamente come “truffe” che permettono ai politici di scaricare il peso dell’inflazione sui cittadini.

Tuttavia, Milei ha anche dichiarato di non voler adottare Bitcoin come moneta ufficiale in Argentina, a differenza di quanto è successo in El Salvador. Ha proposto invece il passaggio alla “dollarizzazione” a causa dell’iperinflazione che affligge il Paese.

La sua posizione di rottura e la sua reputazione da “uomo del cambiamento” hanno colpito nel segno e adesso sarà suo il compito di guidare il Paese attraverso una rinascita economica che appare però molto difficile.

Un passato crypto preoccupante.

Inoltre, la strada di Milei verso la vittoria non è priva di episodi controversi. A partire dal suo coinvolgimento con la piattaforma Coinx.

Coinx è  stata accusata di essere uno schema Ponzi che avrebbe truffato gli investitori per oltre 800.000 dollari in pesos argentini.

Milei, attraverso i suoi canali di comunicazione ha supportato attivamente la piattaforma ma dopo i reclami da parte degli investitori, l’autorità di regolamentazione argentina ha ordinato la chiusura. Molti investitori affermano di aver subito perdite per milioni di pesos a causa di Coinx e vorrebbero un risarcimento.

Milei, tuttavia, ha sempre negato ogni coinvolgimento e sostiene che le azioni della società erano simili a quelle di una banca tradizionale.

Milei aprirà a Bitcoin?

Come abbiamo appena visto Milei non vuole adottare Bitcoin come moneta di stato in Argentina, vorrebbe invece utilizzare il dollaro per frenare il problema dell’inflazione.

Le sue posizioni favorevoli su Bitcoin come mezzo per contrastare la centralizzazione e la sua anima liberista potrebbero però creare un clima favorevole per le criptovalute in Argentina.

Bitcoin e crypto sono infatti già utilizzate abitualmente per contrastare un’inflazione senza tregua che rende di fatto sempre più poveri gli argentini. Si stima che circa il 40% della popolazione viva infatti in uno stato di semi-povertà.

Per gli appassionati di Bitcoin è però ancora presto prima di cantare vittoria. Se da un lato l’interesse verso Bitcoin si sta allargando anche alle istituzioni politiche, è pur vero che a sostenerlo sono per il momento soprattutto personalità controverse di Paesi economicamente in difficoltà come Milei in Argentina, Nayib Bukele in El Salvador e Bolsonaro in Brasile.

Molto interessante anche quello che sta avvenendo negli USA con Democratici e Repubblicani divisi sulle crypto.

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