Exchange Coreani alle strette: sempre più banche dicono NO alle Criptovalute

Tim Alper
| 4 min read

Un periodo di grande pressione è iniziato per gli exchange sudcoreani, che hanno subito un duro colpo nel loro tentativo di ottenere contratti bancari. Alla fine questi contratti determineranno se gli exchange potranno continuare ad operare anche dopo che una serie di regolamenti governativi per le piattaforme di trading entrerà in vigore il 25 settembre.

Fonte: Adobe/slawavorster

Dopo il primo atto legislativo specifico per le criptovalute del paese, promulgato nel marzo di quest’anno, agli exchange è stato concesso un periodo di grazia di sei mesi durante il quale devono ottenere contratti bancari autenticati e nominativi con le banche nazionali, nonché la certificazione per la gestione della sicurezza delle informazioni (ISMS), l’introduzione di protocolli antiriciclaggio (AML) e devono soddisfare altri criteri.

Un numero crescente di exchange ha ora messo in atto sistemi AML e ha ottenuto i propri certificati ISMS, ma il settore bancario rimane una spina nel fianco per la maggior parte delle piattaforme. Nemmeno i “big four” – Upbit, Bithumb, Korbit e Coinone – hanno ancora ricevuto assicurazioni sul fatto che i loro accordi esistenti con la neobanca K-Bank, così come le banche commerciali NongHyup e Shinhan, saranno rinnovati.

Sebbene molti del settore abbiano detto a Cryptonews.com e ad altre testate di essere fiduciosi che piattaforme del calibro di Upbit e il resto dei “big four” rinnoveranno gli accordi con i loro partner attuali o troveranno nuovi partner, ci sono tante piattaforme di trading che faticano cercando di rispettare la scadenza.

Le porte sembrano chiudersi a molti di questi. Alle banche è stata affidata la responsabilità di condurre i propri controlli di valutazione del rischio sulle piattaforme di trading, consapevoli che dovranno assumersi l’onere della colpa nel caso in cui un exchange, ad esempio, subisca una violazione della sicurezza o accuse di frode.

In precedenza, i tre maggiori rivali commerciali di Shinhan e NongHyup – Kookmin, Woori e KEB Hanaavevano già escluso la prospettiva di collaborare con gli exchange “per il prossimo futuro”. Ma un nuovo colpo è arrivato da BNK Busan, che in precedenza aveva invece espresso un forte interesse a lavorare con gli exchange.

I funzionari di BNK avevano visitato le banche che collaboravano con gli exchange per saperne di più, ma secondo Asia Kyungjae l’interesse si è ora raffreddato.

Un portavoce di BNK ha escluso una partnership, spiegando:

“Ci sono dei vantaggi [nella partnership con gli exchange] come la creazione di nuovi account e le commissioni bancarie, ma abbiamo deciso che i rischi, come ad esempio le preoccupazioni relative al riciclaggio di denaro, erano maggiori”.

Dato il successo della partnership con Upbit di K-Bank, alcuni hanno guardato al settore neobank nella speranza di un’ancora di salvezza. Ma non ci saranno novità in quest’ambito da Toss, uno degli unicorni fintech in più rapida crescita della nazione. Toss lancerà invece Toss Bank a settembre, come diretto rivale di K-Bank e KakaoBank di Kakao.

Secondo Dalian, i capi di Toss non hanno fretta di trovare un’exchange con cui collaborare. Sebbene non escludano la collaborazione con piattaforme di trading di criptovalute, i funzionari hanno affermato di non avere “preparazioni o piani specifici” per trovare un partner, sebbene abbiano affermato che ciò potrebbe cambiare prima del lancio.

Nel frattempo, il principale regolatore finanziario, la Financial Services Commission (FSC), ha tenuto una seconda serie di incontri offline con 30 exchange della Corea del Sud e ha condotto un audit completo di “dovuta diligenza” presso uno dei principali exchange (anonimo). L’FSC ha recentemente ricevuto la fetta più grande del controllo sul settore delle criptovalute ed è stato desideroso di mostrare i muscoli, in particolare dopo una serie di critiche da parte dei rivali politici che affermano abbia “trascurato” il settore delle criptovalute.

Secondo Newspim, l’FSC effettuerà controlli presso alcuni exchange e il gruppo di in questione ne comprende 20 che hanno già certificati ISMS e 10 che sono in procinto di ottenerli. Gli exchange sono stati divisi in due gruppi, per metterli al corrente dei controlli in arrivo, in riunioni di circa 40 minuti tenute ieri presso la sede dell’FSC.

Nel frattempo, il Segye Ilbo ha riferito che anche la FSC è stata avvisata del fatto che alcuni exchange potrebbero cercare mezzi legali per tenersi i fondi dei propri clienti. Fonti anonime vicine al regolatore e altri insider del settore hanno espresso la preoccupazione che alcuni “pianificheranno fallimenti” appena prima della scadenza del periodo di grazia, nel tentativo di evitare di dover rimborsare i propri clienti – o addirittura per fuggire con i loro soldi e token.

 

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