La Corea del Sud compie un passo importante verso la legalizzazione delle criptovalute

Christian Boscolo
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Fonte: Allexxandarx/Adobe

La Corea del Sud ha compiuto un importante passo avanti verso la diffusione delle criptovalute: il principale regolatore finanziario del Paese ha infatti introdotto nuove linee guida sui security token (ovvero quei token che possono essere riconducibili a titoli azionari).

Un Security Token è infatti un asset legato a titoli finanziari che prendono il loro valore dall’azienda che li emette e li sostiene, ma non hanno valore di una quota finanziaria. Dunque i Security token sono simili alle azioni tradizionali perché il loro valore deriva da un’attività esterna negoziabile

Secondo le nuove linee guida, i security token definiti come attività finanziarie emesse da una parte centralizzata e tokenizzate su una blockchain, saranno introdotti con le stesse regole che si applicano al mercato finanziario tradizionale del Paese. 

Le nuove linee guida sono state pubblicate lunedì dalla Commissione per i servizi finanziari (FSC) della Corea del Sud.

Stablecoin esenti

Secondo la FSC, le stablecoin non saranno definite come security token ai sensi delle nuove norme. È inoltre chiaro che i token senza un emittente centralizzato, in altre parole quelli sufficientemente decentralizzati, non rientreranno nel campo di applicazione delle nuove norme.

“[…] gli asset digitali corrispondenti a titoli devono essere emessi e distribuiti in conformità a tutte le norme sui titoli previste dal Capital Markets Act”, ha dichiarato la FSC sul suo sito web. 

In termini di regolamentazione delle stablecoin, le autorità di regolamentazione sudcoreane hanno indicato di voler collaborare con le controparti internazionali, affermando che la politica deve essere formata “in modo coerente con le normative estere”.

Portare la crittografia nel mainstream

Il nuovo piano per regolamentare meglio i security token è considerato parte di uno sforzo più ampio per portare le criptovalute nel mainstream della Corea del Sud e potrebbe anche essere visto come una legalizzazione, de facto, delle criptovalute.

Il Paese è nel mezzo di una spinta più profonda per regolamentare il settore e i legislatori del parlamento nazionale stanno attualmente considerando 17 diversi quadri normativi.

L’obiettivo è che tutte le nuove norme facciano parte di un quadro giuridico completo per le criptovalute, noto come Digital Asset Basic Act.

Solo bitcoin è una commodity negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, il presidente della Securities and Exchange Commission (SEC), Gary Gensler, ha chiarito che, pur considerando il bitcoin (BTC) come una commodity, dato il suo livello di decentralizzazione, altre criptovalute possono essere considerate titoli ai fini della regolamentazione.

Nel contesto statunitense, tale distinzione è estremamente importante, dato che i titoli sono tradizionalmente regolamentati in modo molto più completo rispetto alle materie prime.

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