La guerra per il controllo delle crypto: ecco cosa sta succedendo!

Christian Boscolo
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Negli ultimi anni Bitcoin ed Ethereum sono cresciuti in popolarità e adozione. Tuttavia, come valute digitali, operano al di fuori del controllo delle istituzioni finanziarie tradizionali e dei governi. Questo ha portato a preoccupazioni sui rischi associati alle criptovalute e alla necessità di una maggiore regolamentazione.

Secondo il quotidiano online Beincrypto, tutto questo ha generato una guerra tuttora in corso tra i governi e l’industria delle crypto, che in molti Paesi vengono giudicate come una minaccia per l’ordine finanziario globale.

L’impatto delle criptovalute sulla finanza globale


Le criptovalute sono valute digitali che utilizzano la crittografia per proteggere e verificare le transazioni e per controllare la creazione di nuove monete. Sono decentralizzate, cioè operano indipendentemente dalle banche centrali e dalle istituzioni finanziarie. Questa indipendenza dalla finanza tradizionale ha portato i governi a preoccuparsi dei potenziali rischi associati, come il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.

Preoccupazioni che per la verità sembrano essere sproporzionate considerata la tracciabilità delle crypto. Contrariamente a quanto si pensi, infatti, le transazioni sulla Blockchain sono trasparenti e immutabili. Anche se non compaiono i nomi degli attori coinvolti ma solo gli address dei wallet, gli inquirenti possono facilmente tracciare i movimenti di criptovalute.

I governi, infine, temono che le criptovalute possano minare il loro controllo sul sistema finanziario, con possibili implicazioni per la politica monetaria e la stabilità politica.

Sviluppo di CBDC


Un modo in cui i governi stanno rispondendo alla minaccia è quello di sviluppare le proprie valute digitali o CBDC. Le CBDC sono emesse e sostenute dalle banche centrali. Rappresenterebbero un’alternativa affidabile alle criptovalute senza essere soggette a fluttuazioni di valore proprio come la stable coin.  In realtà, come le stable coin, avrebbero poi il problema di garantire la copertura.

Ma a preoccupare è soprattutto il fatto che le CBDC permettono ai governi un maggiore controllo sui cittadini, tracciandone le abitudini di spesa e di risparmio. Ed è curioso notare come le valute digitali, nate per essere indipendenti e prive di controlli centralizzati, abbiano invece finito per generare un mostro digitale centralizzato che può spiare e comunicare ogni spesa.

Molti Paesi stanno già studiando lo sviluppo dei CBDC, tra cui Cina, Svezia e Unione Europea. La Cina ha aperto la strada allo sviluppo delle CBDC, con il suo yuan digitale già in fase di sperimentazione in varie città della Cina.

Il dilemma della regolamentazione


Un altro modo in cui i governi stanno affrontando la sfida delle crypto è l’introduzione di regolamenti che ne controllino l’uso e il commercio. I governi utilizzano la regolamentazione per fornire sorveglianza e stabilità all’industria delle criptovalute, che attualmente è poco o per nulla regolamentata nella maggior parte dei Paesi.

Gli Stati Uniti hanno introdotto diverse norme che hanno il compito di fornire una supervisione normativa al settore, come il Cryptocurrency Act of 2020. Il documento mira a fornire chiarezza  incanalando le criptovalute in tre categorie basate su caratteristiche uniche e fornendo un quadro normativo per ciascuna di esse.

L’Unione europea ha introdotto il regolamento sui mercati degli asset crittografici (MiCA) per fornire un quadro normativo completo che copra tutto, dalle offerte iniziali di monete (ICO) agli scambi di criptovalute. L’obiettivo è quello di garantire una maggiore protezione degli investitori e l’integrità del mercato.

Un osservatore attento potrebbe però anche pensare che le regolamentazioni siano in realtà una scusa per controllare un mercato miliardario in forte ascesa che sta sfuggendo al loro controllo anche dal punto di vista fiscale.  Avere norme chiare e precise per le crypto farebbe bene a tutti, soprattutto alle crypto, a patto però di non stravolgerne i principi fondanti come la decentralizzazione e l’indipendenza.

Anche perché gli eventi di questi giorni hanno dimostrato come gli organi di controllo non adempiono al loro dovere nemmeno per la finanza tradizionale (i fallimenti bancari di questi giorni lo certificano) perché dunque dovrebbero farlo con le crypto, garantendo una maggiore sicurezza?

Vietare alcuni aspetti dell’industria delle criptovalute


Infine, alcuni governi stanno cercando di vietare alcuni aspetti dell’industria delle criptovalute. La Cina, ad esempio, ha recentemente annunciato un giro di vite sul mining e sul trading, adducendo preoccupazioni per la stabilità finanziaria e il consumo energetico. Allo stesso modo, l’India ha proposto una legge che vieterebbe tutte le criptovalute private, creando al contempo un quadro per lo sviluppo di una rupia digitale.

Michael Sailor, in un tweet, ironizza su quanto accaduto alle banche tradizionali in questi giorni…

Rischi e benefici


Ogni approccio per rispondere all’ascesa delle criptovalute ha i suoi rischi e benefici. Le CBDC offrono ai governi un maggiore controllo e sicurezza, ma potrebbero limitare la privacy e l’anonimato dei cittadini.

Regolamentare l’industria delle criptovalute potrebbe fornire la necessaria supervisione e stabilità, ma potrebbe anche soffocare l’innovazione e la crescita. Vietare alcuni aspetti potrebbe fornire una soluzione rapida ai problemi percepiti ma potrebbe anche spingere il settore più in profondità, rendendolo ancora più difficile da regolamentare.

L’industria delle criptovalute è ancora agli inizi e i suoi potenziali rischi e benefici non sono del tutto compresi. I governi hanno la responsabilità di mantenere la stabilità finanziaria e di proteggere i cittadini, ma devono anche promuovere l’innovazione e la crescita.

La battaglia per il controllo tra i governi e l’industria delle criptovalute è complessa. Ogni approccio ha rischi e benefici. Bilanciare regolamentazione, innovazione, controllo, libertà, privacy e trasparenza diventa quindi fondamentale per il futuro della finanza e della privacy.

 

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