La morsa dell’Oriente sulle stablecoin: Corea del Sud e Giappone vogliono maggiore potere normativo e di vigilanza

Tim Alper
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Fonte: iQoncept/Adobe

La principale autorità di vigilanza giapponese ha dichiarato di voler sottoporre a controllo le “stablecoin algoritmiche”. Anche la banca centrale della Corea del Sud chiede di poter supervisionare i token ancorati al valore delle valute correnti.

L’Agenzia per i Servizi Finanziari giapponese questa settimana ha presentato il materiale elaborato durante un’indagine condotta dalla Vice Ministra per gli Affari Internazionali Tomoko Amaya. I materiali erano già stati anticipati lo scorso mese durante un incontro dedicato alle crypto presso il Forum per le Istituzioni Finanziarie e l’Ufficio Monetario, come rivelato durante una conferenza stampa.

La presentazione si intitola “Regolamentazione del panorama degli asset crypto in Giappone”. Si concentra in particolare sugli sforzi portati a termine dall’ente di vigilanza in passato e nel presente. Amaya ha concluso la presentazione richiamando l’attenzione sugli appelli già rivolti dal Consiglio per la Stabilità Finanziaria riguardo la necessità di assicurare che “le stablecoin a livello globale non si servano di algoritmi per stabilizzare il proprio valore”. Ha inoltre aggiunto che la nozione di “rafforzamento” degli “attuali diritti di riscatto” deve essere un nodo centrale per l’elaborazione della futura normativa sulle stablecoin.

L’ente di vigilanza finanziaria dovrebbe “continuare a lavorare in maniera da includere tutti gli aspetti e le possibili evoluzioni del mercato degli asset crypto”. Ha poi aggiunto che l’Agenzia dovrebbe “contribuire attivamente a rendere internazionale il dibattito sulle norme [crypto] e collaborare con le autorità nazionali”.

Ma c’è speranza per tutte le compagnie attive nel settore TradFi che stanno valutando di espandere le loro competenze nel settore delle stablecoin. Amaya ha confermato che l’Agenzia per i Servizi Finanziari prevede di autorizzare le banche fiduciarie a concedere servizi di deposito “per tutti i tipi di token, comprese le stablecoin paragonabili al denaro fiat”.

In arrivo nuove regole per le stablecoin anche in Corea del Sud?

Ancora in oriente, anche la banca centrale della Corea del Sud ha preso posizione riguardo le stablecoin. L’Istituto ha spiegato con una recente pubblicazione di essere idoneo alla vigilanza delle stablecoin ancorate a valuta locale, il KRW. Secondo la proposta della Banca, le stablecoin ancorate alle valute straniere, come il dollaro o l’euro, dovrebbero sottostare alle regole valide per il cambio con l’estero. Cosa che darebbe alla Banca un ampio margine di controllo su questo tipo di valute digitali.

La Banca ha aggiunto anche che le stablecoin potrebbero rappresentare una minaccia alla stabilità finanziaria compromettendo la sovranità e la politica monetaria nazionale se riuscissero ad affermarsi come metodo di pagamento su larga scala. Attualmente la banca è al lavoro per il test della CBDC, il KRW digitale, anche se ancora non è stata annunciata una data ufficiale per il rilascio.

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