La Sec se la prende anche con la Chiesa di Gesù – e non è uno scherzo!

Christian Boscolo
| 2 min read

Che la SEC – Securities and Exchange Commission – l’ente di controllo borsistico americano – ce l’avesse con il mondo crypto è cosa nota; anche alla luce dei recenti accanimenti contro la stable coin di Paxos e con quasi tutte le criptovalute, accusate di essere paragonabili a titoli azionari. Per non parlare della volontà di eliminare lo staking, anche questo reo (non si sa come) di trasformare in titoli azionari le crypto coinvolte.

Eppure l’ultima notizia che vi stiamo per dare ha davvero dell’incredibile. La Securities and Exchange Commission ha infatti annunciato oggi delle accuse nei confronti di Ensign Peak Advisers Inc, un’entità senza scopo di lucro gestita dalla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, che avrebbe omesso di dichiarare il suo patrimonio azionario.

Per risolvere le accuse, Ensign Peak ha accettato di pagare una penale di 4 milioni di dollari, mentre la Chiesa pagherà una penale di 1 milione di dollari.

Ecco cosa è successo


L’ordine della SEC ha stabilito che, dal 1997 al 2019, Ensign Peak non ha presentato il modulo 13F, il modulo con cui i gestori di investimenti sono tenuti a rivelare il valore di alcuni titoli che gestiscono. Secondo l’ordinanza, la Chiesa temeva che la divulgazione del suo portafoglio, che nel 2018 era cresciuto fino a circa 32 miliardi di dollari, avrebbe portato a conseguenze negative.

Per nascondere l’ammontare del portafoglio, e con la consapevolezza e l’approvazione della Chiesa, Ensign Peak ha creato tredici LLC di comodo, apparentemente con sedi in tutti gli Stati Uniti, e ha depositato i moduli 13F a nome di queste LLC anziché a nome di Ensign Peak.

L’ordine stabilisce che Ensign Peak ha mantenuto la discrezione sugli investimenti in tutti i titoli rilevanti, che ha controllato le società di comodo e che ha diretto i “manager aziendali” nominati, la maggior parte dei quali erano impiegati dalla Chiesa, a firmare i documenti della Commissione.

I moduli 13F delle società di comodo dichiaravano erroneamente, tra l’altro, che le società  avevano la sola discrezionalità di investimento e di voto sui titoli. In realtà, si legge nell’ordinanza della SEC, Ensign Peak manteneva il controllo su tutte le decisioni di investimento e di voto.

Gurbir S. Grewal, direttore della Divisione Enforcement della SEC, ha dichiarato:

“L’obbligo di presentare informazioni tempestive e accurate sul modulo 13F si applica a tutti i gestori di investimenti istituzionali, comprese le organizzazioni no-profit e caritatevoli.

Insomma, la SEC non fa sconti davvero a nessuno, anche se forse questa volta non avevano tutti i torti….

 

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