L’amministratore delegato di Coinbase non esclude la possibilità di trasferirsi lontano dagli USA

Sauro Arceri
| 3 min read

L’amministratore delegato di Coinbase Global Inc., Brian Armstrong, ha dichiarato di recente che potrebbe prendere in considerazione la possibilità di trasferire la sede dell’exchange al di fuori del territorio degli Stati Uniti, a meno che il Paese non cambi il proprio approccio alla regolamentazione.

La dichiarazione è stata fatta martedì a Londra, durante la conferenza Fintech, quando il Cancelliere dello Scacchiere Britannico, George Osborne, ha chiesto ad Armstrong se avrebbe preso in considerazione l’idea di trasferire Coinbase, che al momento ha sede a San Francisco in California, in Gran Bretagna. Alla domanda di Osborne, Armstrong ha risposto:

“Tutto è sul tavolo, incluso il trasferimento o qualsiasi altra cosa sia necessaria”.

Armstrong ha parlato della mancanza di chiarezza dell’attuale regolamentazione statunitense in materia di criptovalute, ma la possibilità di un trasferimento segna un’escalation della polemica in corso tra la SEC e Coinbase. A fine marzo infatti, la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti aveva notificato a Coinbase l’intenzione di avviare un’azione legale contro l’exchange.

Le autorità di regolamentazione USA e la loro guerra per il controllo delle criptovalute


I legislatori statunitensi non hanno ancora trovato un accordo su una serie di proposte di legge che potrebbero stabilire una regolamentazione ad hoc per il settore delle criptovalute. Allo stesso tempo, la SEC e la Commodity Futures Trading Commission sono impegnate in una disputa su quale sia l’ente regolatore più adatto a supervisionare il settore nascente, in base al fatto che i cryptoasset come Bitcoin ed Ether debbano essere considerati titoli o materie prime.

Armostrong ha dichiarato che:

“Gli Stati Uniti hanno il potenziale per essere un mercato importante per le criptovalute, ma al momento non vediamo la chiarezza normativa necessaria”.

Poi ha aggiunto che il Regno Unito è il secondo mercato di Coinbase a livello globale per fatturato, e di conseguenza ha espresso le sue considerazioni in merito a un eventuale trasferimento della sede societaria:

“Penso che se per un certo numero di anni non vedremo emergere una chiarezza normativa negli Stati Uniti, potremmo dover considerare di investire maggiormente in altre regioni del mondo”.

Una sede europea per Coinbase


Coinbase, che ha circa 100 milioni di utenti verificati, è in trattative con vari market makers e società di investimento sulla possibilità di creare una sede alternativa per i clienti globali, come ha riportato Bloomberg News a marzo. Al momento conta circa 300 dipendenti nella sua sede nel Regno Unito e ha ricevuto l’autorizzazione come fornitore di moneta elettronica dalla Financial Conduct Authority nel 2018.

Secondo Nana Murugesan, vicepresidente per lo sviluppo internazionale e commerciale, la società sta parlando “molto attivamente” con i politici e i governi di tutta Europa per individuare la località ideale per la sede del suo hub regionale.

“È qualcosa che speriamo di dover finalizzare a breve termine, nei prossimi mesi, ma ci sono molte opzioni valide”, ha detto Murugesan in un’intervista di lunedì.

L’exchange ha già una presenza significativa in Germania e Irlanda, è registrata presso le autorità di regolamentazione di Paesi Bassi e Italia e ha anche in programma di richiedere approvazioni simili anche in Spagna e Francia.

L’approccio europeo alle criptovalute


L’Unione Europea è pronta ad approvare giovedì la direttiva sui mercati degli asset crittografici (MiCA), la più completa legislazione specifica per le criptovalute tra le economie globali sviluppate. Le nuove regole, che saranno attuate nel 2024, consentiranno alle società di criptovalute registrate in un singolo Stato membro dell’UE di ottenere l’approvazione in tutto il blocco.

Società di criptovalute come Circle Internet Financial Ltd. e Binance Holdings Ltd., invece, si sono espanse in Francia nell’ultimo anno, attirate dagli sforzi del presidente Emmanuel Macron di trasformare il Paese in un hub per il settore. In Francia, inoltre, è attualmente in corso una consultazione pubblica sugli “universi virtuali” promossa dal Ministero dell’Economia, delle Finanze e della Sovranità Industriale e Digitale.

La consultazione ha come scopo primario quello di “progettare una strategia francese” in grado di anticipare la transizione digitale immersiva, e proporre delle alternative nazionali agli universi virtuali (metaversi) attualmente proposti dai colossi internazionali della tecnologia.

Questi esempi sono indicativi di come l’approccio dell’Europa nei confronti delle criptovalute e delle nuove tecnologie, sia decisamente più aperto e razionale rispetto a quello degli Stati Uniti, dove invece le autorità di regolamentazione stanno dando luogo a una vera e propria “caccia alle streghe” nei confronti del settore crypto.

 

Leggi anche:

Segui Cryptonews Italia sui canali social