Le società di criptovalute si lamentano con il governo britannico per i problemi bancari: cosa sta succedendo?

Sauro Arceri
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Nel Regno Unito, l’accesso alle banche è stato talmente limitato nelle ultime settimane che le società di criptovalute sono state costrette a presentare un reclamo direttamente al governo del nuovo Primo Ministro, Rishi Sunak.

Secondo il direttore esecutivo del gruppo di advocacy UK CryptoAsset Business Council, Simon Jennings:

“Quando è nata la criptovaluta, i puristi dicevano che avrebbe fatto crollare le banche. Ma, ironia della sorte, ora sono proprio le banche che potrebbero causare il crollo completo del settore crypto”.

L’agenzia di stampa Bloomberg cita “due persone che erano presenti” a un incontro dell’8 marzo tenutosi al Tesoro con il Segretario Economico Andrew Griffith, in occasione del quale i dirigenti crypto hanno sollevato il problema dell’accesso alle banche e Griffith ha risposto loro che avrebbe cercato di risolvere il problema con gli istituti di credito.

Un portavoce del Tesoro non ha commentato l’incontro, ma ha dichiarato a Bloomberg che il governo continuerà a discutere le “questioni emergenti” con le parti interessate man mano che procedono le consultazioni.

L’incontro fa parte del dialogo in corso tra il Tesoro e i rappresentanti dell’industria degli asset digitali dopo che il ministero, a febbraio di quest’anno, ha proposto una serie di nuove regole per il settore.

Non ci sono molte opzioni per le imprese di criptovalute


Il governo britannico sta incoraggiando gli imprenditori di criptovalute a espandersi nel Paese, ma questo si è rivelato un compito molto difficile vista la fredda accoglienza ricevuta dagli istituti di credito.

Si presume che l’approccio cauto delle banche sia dovuto alla serie di sfide legali e normative che hanno colpito il settore, soprattutto in seguito alla caduta di alcune società di criptovalute e ai relativi scandali associati.

Tuttavia Jeff Hancock, co-fondatore e amministratore delegato della borsa di criptovalute Coinpass con sede a Londra, ha dichiarato che:

“La mancanza di accesso alle banche ostacola qualsiasi sforzo per rendere il Regno Unito un hub di criptovalute”.

In contrapposizione a quanto Rishi e il governo dicono di volere.

Le banche hanno limitato la quantità di denaro trasferibile agli exchange crypto


Negli ultimi due mesi le principali banche, tra cui HSBC Holdings e NatWest Group, hanno limitato la quantità di denaro che i clienti del Regno Unito possono trasferire agli exchange di criptovalute. E ora, i rapporti affermano che la questione è aggravata da una serie di difficoltà importanti.

Secondo Bloomberg, che cita “una dozzina di dirigenti britannici di criptovalute” intervistati, i problemi che le società di criptovalute hanno dovuto affrontare includono montagne di documenti e domande respinte.

SavingBlocks, un’azienda che offre una suite di portafogli di asset digitali per investitori passivi, ha dichiarato all’agenzia di stampa di aver fatto richiesta di un conto aziendale a nove diversi fornitori di servizi bancari e di aver ricevuto un rifiuto da sette di questi, mentre i rimanenti due hanno preteso ulteriore documentazione, tra cui una descrizione dettagliata dei processi utilizzati dall’azienda per controllare le transazioni dei clienti.

L’amministratore delegato dell’azienda, Edouard Daunizeau, ha dichiarato che:

“Non ci sono molte opzioni disponibili: la maggior parte delle banche tradizionali non offre servizi bancari alle società di criptovaluta. Con la recente serie di eventi sarà ancora più difficile”.

La situazione è diventata così grave che SavingBlocks ha deciso di chiedere una licenza in Francia, dove secondo il CEO le operazioni potrebbero essere più semplici.

Il timore di rimanere bloccati


Tom Duff-Gordon, vicepresidente della politica internazionale di Coinbase Global, ha dichiarato che la reazione delle banche britanniche “è stata più acuta di quella dell’UE”. Il motivo potrebbe risiedere nel fatto che l’Europa ha fatto maggiori progressi nello stabilire il quadro normativo per le criptovalute, con il tanto atteso regolamento sui mercati dei criptoasset (MiCA) che dovrebbe essere votato definitivamente questo mese.

Joe David, co-fondatore della società di servizi contabili e professionali Nephos Group, ha dichiarato che a partire da novembre dello scorso anno, il conto della società presso la piattaforma di trasferimento di denaro Wise è stato bloccato per più di tre mesi.

Inizialmente Wise si era limitata a dire che Nephos aveva violato i termini e le condizioni, ma in seguito a ulteriori richieste di informazioni specifiche, Wise ha liquidato la cosa rimandando David alla sezione dei termini e delle condizioni che illustra agli utenti la sua politica sui cryptoasset.

A causa di questa situazione, fino a quando il conto non è stato sbloccato, Nephos ha dovuto ricorrere a società controllate per effettuare i pagamenti. L’azienda ha ora conti con altri due provider “solo per assicurarsi che se venissimo bloccati potremmo comunque avere delle attività”, ha detto David, che poi ha aggiunto:

“Se non hai un conto bancario, non puoi pagare nessuno”.

Ci sono altri eventi che dimostrano ulteriormente la stretta sul settore delle criptovalute attualmente in atto nel Regno Unito


Alcune società di criptovaluta, come la già citata Coinpass, si avvalgono di fornitori di servizi di pagamento come Paysafe Financial Services, che operano nell’ambito del regime di licenza monetaria del Regno Unito, consentendo loro di offrire servizi di base alle società di criptovaluta.

Eppure, a metà marzo, Paysafe ha dichiarato che avrebbe interrotto il supporto per le transazioni effettuate in GBP ai clienti britannici dell’exchange di criptovalute Binance, costringendolo a interrompere i servizi di deposito e prelievo tramite bonifici bancari e pagamenti con carta ai suddetti clienti.

In quell’occasione Paysafe ha dichiarato: “Siamo giunti alla conclusione che l’ambiente normativo del Regno Unito, in relazione alle criptovalute, in questo momento è troppo impegnativo per offrire questo servizio e quindi si tratta di una decisione prudente da parte nostra, presa in un eccesso di cautela”.

Nel frattempo Bloomberg ha notato che, per quanto riguarda i progressi dell’industria delle criptovalute, “secondo almeno un parametro” il Regno Unito sta “perdendo rapidamente terreno rispetto al resto d’Europa”. Secondo i dati di PitchBook, gli investimenti di venture capital in società di asset digitali del Regno Unito sono scesi del 94% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 55 milioni di dollari nel primo trimestre. Questo dato si confronta con un aumento del 31% nel resto d’Europa.

 

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