“La prossima grande migrazione di miner sarà lontana dalla Cina”
L’hashrate globale di Bitcoin (BTC), ovvero la potenza di calcolo della rete, si diffonderà dalla Cina al resto del mondo, il che è una ridistribuzione vantaggiosa per Bitcoin, secondo Alejandro De La Torre, Vicepresidente del grande pool di mining Poolin con sede a Hong Kong.

Fonte: Adobe / Konstantin Yolshin
Molti miner stanno effettivamente cercando di trasferirsi dalla Cina – la patria di oltre il 50% di tutto l’hashpower globale – perdiffondersi in tutto il mondo, in particolare Europa e Nord America, ha detto De La Torre durante l’evento Consensus di Coindesk ieri, aggiungendo che “la prossima grande migrazione dei miner avverrà dalla Cina nel resto del mondo “.
Come riportato, il governo cinese ha recentemente promesso di “reprimere le attività di mining e trading di Bitcoin”, nonché “prevenire e controllare i rischi finanziari”.
L’exchange di criptovalute Huobi ha già sospeso i suoi servizi di mining di criptovalute e le vendite di attrezzature di mining nella Cina continentale, affermando che si concentrerà invece sulle attività estere, ma aggiungendo che “la maggior parte degli utenti non sarà influenzata da questo cambiamento”. È emerso anche che altri giocatori del pool di mining, tra cui HashCow e BTC.TOP, stanno riesaminando le loro operazioni in Cina come risposta alla pressione del governo centrale sul settore del mining. Nel frattempo, la società di mining di Bitcoin con sede in Cina BIT Mining Limited ha dichiarato di aver stipulato un termine di investimento vincolante con una società con sede in Kazakistan per investire congiuntamente in un data center di mining di criptovaluta in questo vicino cinese.
Distribuzione di hashrate di BTC tra i mining pool del 24 maggio:

Fonte: BTC.com
Secondo De La Torre, il motivo per cui il mining è cresciuto così rapidamente e in tale misura in Cina è la combinazione di “due giusti ingredienti”, entrambi collegati alla rapida crescita di un certo numero di industrie del paese:
- ogni componente richiesto da un mining rig è prodotto in Cina;
- centrali idroelettriche diffuse in tutto il paese, che poi hanno permesso ai miner di utilizzare questo tipo di energia.
Un altro elemento degno di nota, secondo De La Torre, è la stagione delle piogge in Cina, quando, spinti dai costi più bassi dell’energia idroelettrica in alcune regioni, i miner fanno le valigie e si trasferiscono, in particolare nel Sichuan, noto come mining hub di Bitcoin.
E mentre al momento c’è molto dibattito sul consumo di energia di Bitcoin e sul cosiddetto “BTC verde”, De La Torre ha affermato che “oltre il 50% delle attività mining in Cina è in realtà rinnovabile”.
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