Nuovo CEO di FTX: recuperati beni per $1 miliardo – Cosa c’è da sapere

Ruholamin Haqshanas
| 2 min read

Il nuovo CEO subentrato alla guida del collassato exchange di criptovalute FTX, ha dichiarato che la società è riuscita a recuperare asset per l’ammontare di 1 miliardo di dollari.

John Ray, un esperto nel ramo fallimentare che già in precedenza ha svolto il ruolo di liquidatore nel crollo del colosso dell’energia Enron, ha testimoniato nell’udienza di martedì indetta dalla Commissione per i Servizi Finanziari della Camera degli Stati Uniti in merito al crollo di FTX.

Ray ha affermato che “finora la nuova leadership è stata in grado di assicurare il recupero di oltre 1 miliardo di dollari di asset digitali, che sono stati protetti dal rischio di furto e di trasferimenti non autorizzati”.

Poi ha aggiunto di stare lavorando insieme ad alcune società di ricerca crittografica di alto profilo, tra le quali BitGo, Alvarez & Marsal e Chainanalisys, al fine di rintracciare e mettere in sicurezza quanti più fondi possibile.

Il nuovo CEO di FTX ha ribadito che nella società di exchange guidata da Sam Bankman-Fried, così come nella Alameda Research, vigeva una totale mancanza di controllo e l’assenza di qualsiasi tipo di registrazione finanziaria, il che rende estremamente difficile rintracciare i fondi.

Inoltre ha rivelato anche che FTX, per la tenuta dei registri contabili, ha utilizzato il pacchetto software QuickBooks del tutto inadeguato perché destinato alle piccole e medie imprese.

Come accennato anche in articoli precedenti che riportavano le osservazioni di Ray in merito alla questione FTX, il nuovo CEO dell’exchange ha espresso la sua opinione in merito al collasso, che sarebbe avvenuto a causa della “concentrazione del controllo nelle mani di un piccolo gruppo di individui incompetenti e inesperti” i quali non avevano alcuna familiarità con i sistemi e i controlli necessari a sostenere un’azienda multimiliardaria.

Ray ha inoltre aggiunto:

“Stiamo lavorando 24 ore su 24 per individuare e proteggere le proprietà immobiliari, che rappresentano una sostanziale porzione del patrimonio mancante, sottratto o difficilmente rintracciabile a causa della mancanza di un’adeguata tenuta dei registri contabili”.

Ray ha poi sottolineato come uno dei principali problemi nella precedente gestione delle società FTX e Alameda Research, era costituito dal fatto che le due aziende mescolavano i fondi degli utenti quando in realtà avrebbero dovuto agire come due entità distinte e separate.

Il collasso è stato causato proprio a causa del trasferimento dei fondi dei clienti FTX alla società Alameda Research, che li avrebbe poi usati per investire in operazioni finanziarie ad alto rischio.

L’assenza di documentazione sulle transazioni di oltre 500 investimenti effettuati da FTX Group, l’assenza di rendiconti finanziari certificati e affidabili e la carenza di personale finanziario specializzato nella gestione del rischio, poi, sono altri elementi che hanno contribuito a completare il quadro fallimentare dell’exchange.

Lunedì è arrivata anche la notizia dell’arresto di Sam Bankman-Fried, il fondatore di FTX caduto ormai in disgrazia, l’arresto è avvenuto alle Bahamas dopo la presentazione ufficiale di accuse penali da parte dei pubblici ministeri statunitensi. Il governo delle Bahamas avrebbe dato anche l’implicito assenso all’estradizione di SBF negli Stati Uniti.

A confermare l’arresto sono state le forze dell’ordine del distretto meridionale di New York, che sono ufficialmente incaricate delle indagini sul crollo di FTX, mentre la SEC (Securities and Exchange Commission) ha dichiarato di aver autorizzato, nei confronti di SBF, l’emissione di accuse separate inerenti alle “violazioni delle leggi sui titoli”.

 

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