Polkadot migliora la sua Blockchain grazie a XCM. Che cos’è e come funziona?

Christian Boscolo
| 3 min read

Polkadot ha rilasciato la versione 3 del suo formato di messaggistica cross-chain, il Consensus Message Format (XCM), che migliora l’interoperabilità tra le blockchain del suo ecosistema. Ad annunciarlo su Twitter è stato lo stesso Gavin Wood, Il fondatore di Polkadot.

La versione 3 di XCM è operativa dopo 15 mesi di sviluppo ed è compatibile con tutte le blockchain specifiche per le applicazioni (parachain) dell’ecosistema Polkadot. Tra i miglioramenti spiccano la capacità di spostare le attività tra le diverse blockchain all’interno di Polkadot, questo si applicherà sia ai normali token sia agli NFT.

L’obiettivo principale della nuova versione è una maggiore programmabilità, che consentirà molti nuovi modi di interagire con i token su più blockchain. Come ad esempio il blocco dei token su una catena e il loro sblocco su un’altra.

Come funziona XCM?

XCM permette a tutte le blockchain basate su Polkadot di comunicare direttamente tra loro. Polkadot è infatti un ecosistema di blockchain connesse. Un modo per immaginarlo è pensare a una ruota con un mozzo (HUB) e dei raggi. I raggi rappresentano le blockchain, note come parachain, mentre l’HUB è l’elemento blockchain nativo che collega tutto insieme. 

L’obiettivo è sempre stato quello di rendere possibile a queste parachain di comunicare tra loro, cosa che ora XCM consente di fare. XCM è un formato di messaggistica che facilita lo scambio di informazioni tra le parachain di Polkadot. Getterà le basi per consentire agli utenti e agli sviluppatori di scambiare dati e token crittografici. In questo modo gli utenti  potranno inviare messaggi da una parachain all’altra.

Le parachain iniziali di Polkadot sono entrate in funzione nel dicembre 2021 e fino ad ora erano rimaste frammentate. Con il lancio di XCM, Polkadot ha raggiunto il suo obiettivo principale, quello di essere un ecosistema completamente interoperabile.

XCM non dipende dai ponti (Bridge) che si basano sul “wrapping” degli asset per spostarli da una blockchain all’altra. Gli sviluppatori hanno inserito XCM direttamente nella Relay Chain, l’hub centrale di Polkadot che protegge tutte le parachain. Questo significa che l’intera rete di parachain collegate supporterà questo flusso di dati.

Questa configurazione è considerata più sicura dei Bridge, che possono avere punti deboli centralizzati e sono stati spesso violati. Le future iterazioni dell’XCM consentiranno di inviare messaggi tra le parachain senza doverli memorizzare sulla Relay Chain

“Con XCM, abbiamo un canale di messaggistica intercatena stabile e affidabile che è di gran lunga superiore ai ponti frammentati”, ha dichiarato Hoon Kim, chief technical officer di Astar, un servizio di smart contract su Polkadot.

Cerchiamo di capire meglio

Data la complessità dell’argomento, ci affidiamo a un post pubblicato dallo stesso Gavin Wood per spiegare altri dettagli di XCM.

Per comprendere meglio XCM, è importante capire i suoi confini e dove si inserisce nello stack tecnologico di Polkadot. XCM è un formato di messaggistica. Non è un protocollo di messaggistica. Non può essere utilizzato per “inviare” effettivamente un messaggio tra sistemi; la sua utilità consiste solo nell’esprimere ciò che deve essere fatto dal destinatario.

Escludendo i ponti, Polkadot dispone di tre sistemi distinti per comunicare effettivamente i messaggi XCM tra le catene che lo compongono: UMP, DMP e XCMP. UMP (Upward Message Passing) consente alle paracatene di inviare messaggi alla propria catena di relè. DMP (Downward Message Passing) permette alla catena di relè di passare messaggi verso una delle sue parachain. XCMP, forse il più noto, consente alle paracatene di inviare messaggi tra loro. XCM può essere utilizzato per esprimere il significato dei messaggi su ciascuno di questi tre canali di comunicazione.

Oltre all’invio di messaggi tra catene, XCM è utile anche in altri contesti. Ad esempio per effettuare transazioni con una catena di cui non si conosce necessariamente il formato delle transazioni con largo anticipo. 

Con le catene dove la logica di business cambia poco (ad esempio Bitcoin), il formato delle transazioni – o il formato usato dai wallet per inviare istruzioni alla catena – tende a rimanere esattamente lo stesso, o almeno compatibile, all’infinito. 

Con le catene basate su metaprotocolli altamente evolvibili, come Polkadot e le parachain che la compongono, la logica può essere aggiornata in tutta la rete con una singola transazione. 

 


 

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