Sam Bankman-Fried parteciperà al primo appello sul caso di presunta frode e appropriazione indebita a carico dell’exchange di criptovalute FTX

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Fonte: video screenshot da NBC News/YouTube

Sam Bankman-Fried, co-fondatore ed ex CEO dell’agenzia di exchange di criptovalute FTX, è pronto a partecipare al primo appello del processo per frode e appropriazione indebita di cui è il principale protagonista. Come previsto dal protocollo legale degli Stati Uniti, nel corso della prima udienza Bankman-Fried dovrà presentare e leggere una dichiarazione relativa alle accuse penali a suo carico, secondo le quali avrebbe frodato gli investitori e rubato miliardi di dollari dai fondi dei clienti di FTX. 

Il primo appello dovrebbe avvenire il 3 gennaio 2023, in quell’occasione Sam Bankman-Fried sarà chiamato a comparire davanti al giudice distrettuale degli Stati Uniti Lewis Kaplan presso il tribunale federale di Manhattan, come indicato sui documenti del tribunale ottenuti dall’agenzia di stampa tedesca Reuters. Kaplan è stato incaricato di seguire il caso relativo al crollo di FTX martedì, dopo che il giudice inizialmente assegnato è stato ricusato perché aveva fornito servizi di consulenza all’exchange di criptovalute.

L’arresto e l’estradizione

Sam Bankman-Fried era stato arrestato all’inizio di queste mese dalla polizia delle Bahamas, dopo che i pubblici ministeri statunitensi avevano emesso  le accuse penali nei suoi confronti. Dopo un breve periodo di detenzione nelle carceri delle Bahamas, l’ex CEO di FTX è stato estradato negli Stati Uniti per affrontare le accuse a suo carico. La scorsa settimana, a fronte del pagamento di una cauzione da 250 milioni di dollari, Sam Bankman-Fried è stato rilasciato e ora si trova agli arresti domiciliari presso la residenza della sua famiglia a Palo Alto, in California.

A indagare sull’ex magnate delle criptovalute e sugli eventi e le azioni che hanno portato al crollo della società di exchange FTX e della sua società gemella, Alameda Research, sono le forze dell’ordine del distretto meridionale di New York. Grazie al loro lavoro Sam Bankman-Fried è stato incriminato per otto capi d’accusa penali, tra i quali spiccano la frode telematica e l’associazione a delinquere mediante uso improprio dei fondi dei clienti.

Inoltre la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, ha accusato l’imprenditore di aver “orchestrato un piano per frodare gli investitori azionari in FTX”.

Il procuratore degli Stati Uniti Damian Williams, in una dichiarazione del 13 dicembre rilasciata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, ha affermato:

“Un mese fa FTX è crollato causando miliardi di dollari di perdite ai suoi clienti, istituti di credito e investitori. Adesso un gran giurì federale, a New York, ha incriminato l’ex fondatore e amministratore delegato di FTX e lo ha accusato dei crimini legati alla fenomenale caduta di quell’agenzia di exchange di criptovalute, incluse le frodi ai danni dei clienti, degli investitori, dei finanziatori e del nostro stesso sistema finanziario”.

Il misterioso attacco informatico

L’aspetto più intrigante dell’intero caso FTX però, sul quale i pubblici ministeri stanno ancora indagando minuziosamente, rimane il presunto hacking che l’agenzia di exchange avrebbe subito poche ore dopo la sua dichiarazione di bancarotta, attacco che avrebbe permesso a dei criminali informatici non ancora identificati di rubare beni per un valore di oltre 370 milioni di dollari. Dopo aver scoperto questo furto, le forze dell’ordine statunitensi sono state in grado di congelare alcuni dei beni rubati, tuttavia si tratta soltanto di una piccola parte dell’intero bottino sottratto.

L’istanza di fallimento di FTX è stata presentata l’11 novembre; in seguito, poi, si è scoperto che l’exchange era afflitta da un buco di bilancio di 9,4 miliardi di dollari derivante dalla cattiva gestione dei suoi fondi.

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