Silvergate non ce l’ha fatta e va in liquidazione. Ecco cosa succederà

Marcello Bonti
| 2 min read

La banca pro-crypto Silvergate ha annunciato di aver avviato la procedura di “liquidazione volontaria”. Di certo un duro colpo per il futuro dell’adozione delle cripto.

La californiana Silvergate Bank notoriamente pro-crypto ha capitolato e circola da ieri il comunicato ufficiale del Dipartimento della California per la protezione e l’innovazione finanziaria (DFPI) che conferma la volontà di dismettere la compagnia.

L’annuncio della liquidazione di Silvergate Bank è arrivata appena un giorno dopo la notizia dell’avvio delle discussioni con i funzionari federali degli Stati Uniti per evitare la chiusura.

Buona parte dei tanti clienti della banca ha chiuso il proprio conto all’inizio del mese, determinando ulteriore instabilità dei prezzi delle azioni. A scatenare il panico è bastato un ritardo nella presentazione del report annuale all’autorità di vigilanza sulle attività quotate in borsa, la SEC.

Malgrado le varie motivazioni per giustificare il ritardo, tra cui la necessità di rispondere alle richieste dei revisori e delle indagini in corso, la fiducia dei correntisti si è azzerata.

Silvergate aveva già dato le prime avvisaglie di instabilità quando aveva avvertito di non essere in grado di garantire le normali operazioni nel corso dell’anno. Il declino si è fatto inevitabile.

Di recente è stato sospeso il più noto tra i suoi servizi, il Silvergate Exchange Network (SEN), una sorta di exchange crypto/fiat che consentiva trasferimenti 24/7 tra gli investitori e gli exchange crypto.

Silvergate ha registrato una perdita di 1 miliardo di dollari nell’ultimo trimestre del 2022 a causa del crollo dell’exchange crypto FTX. Le connessioni tra la banca ed FTX avevano spinto i correntisti a ritirare 8 miliardi di dollari dalla banca alla fine dello scorso anno.

Inoltre, il giudice fallimentare ha disposto per Silvergate la restituzione di un deposito di 9,85 milioni di dollari a BlockFi, anche questo in bacarotta.

Un duro colpo per il futuro dell’adozione delle criptovalute?


La notizia del prossimo smantellamento di Silvergate segna la caduta di un altro grosso player del settore crypto. L’evento rappresenta un altro duro colpo alla crescita del tasso di adozione da parte di un pubblico più vasto rispetto ai soli appassionati crypto.

Il SEN di Silvergate, che era diventato il servizio di punta della banca, aveva avuto il pregio di smontare la barriera all’ingresso degli investitori nel mondo delle criptovalute.

Trasferire denaro corrente a un exchange grazie a un semplice bonifico bancario è largamente considerato il modo migliore per comprare criptovalute, al contrario delle transazioni con carta che hanno un costo tra i 2 e il 4%. D’altra parte, per lo più il trasferimento con bonifico può tardare anche qualche giorno per essere eseguito.

Il SEN di Silvergate ovviava il problema, offrendo trasferimenti istantanei 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Gli addetti ai lavori consideravano questo servizio come un grande passo avanti per facilitare l’integrazione tra criptovalute e la finanza tradizionale.

Silvergate Bank chiude con un patrimonio totale di circa 11 miliardi di dollari. Ben poca cosa rispetto all’altra grossa banca pro-crypto Signature Bank, con sede a New York, che gestisce 114 miliardi di dollari.

Il popolare exchange crypto Kraken ha appena annunciato di essere al lavoro per creare la propria banca incentrata sulle criptovalute. Forse i nuovi arrivati potranno riempire il vuoto lasciato dalla defunta Silvergate Bank.

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