Gli investitori cripto spagnoli saranno tassati sulle partecipazioni “oltremare”

Tim Alper
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Il parlamento spagnolo ha votato a favore di una nuova legge che richiederà ai cittadini di segnalare le loro partecipazioni cripto all’estero, poiché il governo sembra pronto a prendere “più controllo” sul settore delle criptovalute.

Fonte: AdobeStock / xtock

Secondo un comunicato ufficiale del governo, la nuova legge obbligherà gli spagnoli “a dichiarare eventuali partecipazioni e operazioni di criptovalute”, riguardo a token “situati sia in Spagna che all’estero”.

Il governo ha aggiunto che “saranno richieste informazioni sui saldi e sui detentori delle monete, nonché su tutti i tipi di operazioni correlate”.

“A causa della loro proliferazione e popolarità tra investitori e risparmiatori, è necessario assumere un maggiore controllo sulle criptovalute”, hanno affermato.

Le nuove misure renderanno “obbligatorio informare” l’ente fiscale sulle dichiarazioni annuali di attività e proprietà, il che significa che le persone dovranno compilare moduli che descrivono in dettaglio i loro “possedimenti di criptovalute all’estero”.

Il disegno di legge, denominato “Legge sulla lotta alla frode fiscale”, contiene anche altre disposizioni intese a combattere l’elusione fiscale e darà agli enti fiscali il potere di condurre controlli a campione su “case e attività commerciali”, ha riferito El Economista.

Il disegno di legge deve ancora essere ratificato dopo che il Senato ha votato a favore a maggioranza, ma è in dirittura d’arrivo dallo scorso anno, quando il Consiglio dei ministri gli ha dato il via libera. Da allora la proposta è stata sostenuta dall’Hacienda, l’ente fiscale spagnolo.

Vedrà le criptovalute “d’oltremare” integrate nel tanto diffamato Modelo 720, che ha attirato l’ira dei rivali politici e che richiede agli spagnoli di completare dichiarazioni esaustive sulle proprietà immobiliari all’estero. I critici hanno affermato che il sistema manca di equità e hanno portato le loro denunce a un tribunale dell’UE a Bruxelles.

Nel frattempo, alcuni dei più grandi gestori di fondi spagnoli, compresi i giganti del settore bancario commerciale CaixiaBank e Santander, si rifiutano di investire in criptovalute, secondo un articolo separato di El Economista.

Il media ha aggiunto che anche BBVA, Bankinter, Ibercaja e il fondo Unicaja Banco gestito da Unigest hanno escluso l’aggiunta di criptovalute ai portafogli. El Economista ha citato Jaime Martínez, direttore globale dell’asset allocation di BBVA, affermando:

“Non sto dicendo che [l’aggiunta di criptovalute alle nostre offerte] non accadrà mai, sto solo dicendo che in questo momento non la stiamo prendendo in considerazione. […] Non complicheremo la vita dei nostri clienti con cose di cui non abbiamo ancora un buon controllo. […] I [gestori] di portafoglio non hanno intenzione di fare movimenti in quella direzione. “

Tuttavia, come riportato, a dicembre 2020, BBVA ha affermato che a partire da gennaio 2021, la sua unità in Svizzera lancerà progressivamente un nuovo servizio per il trading e la custodia di asset digitali.

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