World Economic Forum: Blockchain e Criptovalute fanno ormai parte dell’economia moderna
Il 2 gennaio 2023, sul blog ufficiale del World Economic Forum (WEF), è stato pubblicato un post contenente un riassunto dell’anno appena trascorso. L’autore del post afferma, senza peli sulla lingua, che il mercato ha vissuto finora un anno terribile con una perdita di valore che ammonta a oltre 2 trilioni di dollari e, cosa più importante, la perdita della fiducia in quelle che sono un’industria e una tecnologia nascenti.
Nonostante l’inizio del post sia diretto e spiacevole come un pugno nello stomaco, il WEF lascia intendere che la tecnologia blockchain e le criptovalute rappresentano ormai una parte “integrante” dell’economia moderna. Il WEF ha anche evidenziato come l’utilizzo delle applicazioni all’interno del sistema finanziario tradizionale sia già notevole.
“Come prova della capacità di resistenza delle risorse digitali e delle blockchain al centro dei servizi finanziari (e di altre aree dell’economia globale), osserva cosa fanno le grandi banche e le società di servizi finanziari, non quello che dicono.”
Il post continua citando la società JP Morgan, e come questa sia passata da una posizione contraria a favorevole nei confronti del settore delle criptovalute. Inoltre ha sottolineato come l’esempio di JP Morgan sia stato emulato dai principali istituti finanziari e dagli istituti di credito, che si sono affrettati ad “abbracciare il Web3”.
Sicuramente c’è stata una forte riluttanza iniziale da parte dei team esecutivi e dei consigli di amministrazione nell’accettare la trasformazione e adottare la tecnologia crittografica, ma è stato comunque riconosciuto che si trattava di un passo inevitabile da compiere.
“L’utilizzo della tecnologia crittografica è inevitabile, anche se il termine può sembrare una parolaccia. Nonostante tutti i suoi difetti questa tecnologia rimane protagonista nel mondo finanziario globale”.
Il WEF non ha avuto problemi nel riconoscere che l’industria delle criptovalute presenta molti rischi, ma ha sottolineato come questo principio sia valido anche per qualsiasi altro settore della finanza, inclusi quelli tradizionali. Inoltre ha ricordato come la natura trasparente delle criptovalute, le cui transazioni sono scolpite nella blockchain in maniera indelebile e inalterabile, offrano ai malintenzionati poche scappatoie per nascondersi.
I recenti incidenti avvenuti in tal senso, come per esempio l’arresto di una coppia di ladri informatici che nel 2016 avevano rubato 94.000 Bitcoin (pari a circa 4,1 miliardi di USD) all’exchange Bitfinex, e il crollo dell’agenzia di exchange FTX, che era arrivata a essere la terza al mondo in termini di volume giornaliero di scambi, hanno profondamente minato la fiducia nel settore delle criptovalute.
“I politici che hanno lanciato l’allarme sui rischi eccessivi delle criptovalute, pur non riuscendo a creare regolamenti ragionevoli, sono stati vendicati non da uno ma da molteplici fallimenti su larga scala”.
Il post ha ricordato anche come le criptovalute siano nate da attività di trading anonime sul cosiddetto “Dark Web”, ma allo stesso tempo ha citato WannaCry e tutti gli altri insidiosi attacchi ransomware globali che si sono diffusi in pochi giorni in tutto il mondo, grazie a quelle che sembravano essere delle innocue e-mail che venivano poi innescate dalla curiosità dei destinatari che le aprivano per leggerne il contenuto.
Gli esperti del World Economic Forum hanno quindi sottolineato che la reazione a questi eventi non è stata di chiudere Internet o di abolire la posta elettronica, ma quella di compensare gli effetti dannosi di queste tecnologie mettendole nelle mani di enti di controllo responsabili e incoraggiando le persone a un uso responsabile.
Il WEF è convinto che lo stesso principio vada applicato alle criptovalute e alla tecnologia blockchain, e che gli eventi criminosi e i fallimenti che hanno messo in ginocchio il settore nel 2022 segneranno un punto di svolta e incoraggeranno i vari Paesi del mondo ad adottare un approccio più duraturo e responsabile nei confronti delle nuove tecnologie finanziarie digitali.
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