L’hashrate di Bitcoin raggiunge un nuovo massimo storico. Tempi duri per i miner!

Lucio Prosperi
| 4 min read

La potenza di calcolo (hashrate) della rete BTC ha raggiunto un nuovo massimo storico, mettendo ulteriore pressione sui miner, che stanno già affrontando una flessione della redditività.

Se investire in Bitcoin appare sempre come una buona idea, fare il miner diventa ogni giorno un’impresa al limite del proibitivo.

Secondo i dati di Blockchain.com e Bitinfocharts, l’hashrate di Bitcoin ha raggiunto un record di 544 exahashes al secondo (EH/s) il giorno di Natale.

Nel corso dell’anno, i tassi di hash della rete sono più che raddoppiati, con un notevole aumento addirittura del 130% da gennaio a oggi. È interessante però notare che questa impennata dell’hashrate è stata accompagnata da un incremento parallelo del prezzo del Bitcoin, che è salito di oltre il 150% dall’inizio del 2023.

Impatto del divieto cinese del 2021


La decisione della Cina, che nell’estate del 2021 ha proibito il mining nel Paese e aveva suscitato preoccupazioni in una parte significativa dell’industria, in realtà sembra non aver avuto un impatto duraturo sull’hashrate della rete.

Will Clemente, cofondatore di Reflexivity Research, ha affermato che il divieto è stato “appena percettibile” e ha sottolineato la resilienza della rete monetaria decentralizzata.

Un elevato tasso di hash favorisce i modelli teorici dei prezzi e contribuisce alla sicurezza globale della rete, tuttavia, pone sfide impegnative per i singoli miner.

Con l’incremento di questo tasso, però, i minatori sono chiamati a intensificare i propri sforzi per garantire l’estrazione del blocco successivo, con conseguenti costi operativi più alti.

Nelle ultime settimane, la redditività, misurata dal prezzo dell’hash, è diminuita poiché l’entusiasmo intorno alle iscrizioni ordinals BRC-20 si è attenuato.

Attualmente fissato a $0,09 per terahashes al secondo al giorno, il prezzo dell’hash ha registrato un calo del 34% rispetto al picco di $0,136/TH/s/giorno a dicembre.

La riduzione della redditività può essere imputata alla persistente pressione delle commissioni nelle mempool di Bitcoin, ovvero la fila di transazioni non ancora confermate.

Nonostante sporadici picchi di commissioni in periodi di intensa domanda, le mempool sono congestionate da quasi un anno, generando costi più elevati per i minatori e commissioni di transazione più onerose per gli utenti.

Preoccupazioni degli investitori riguardo al prossimo halving

Gli investitori sono anche preoccupati per l’imminente halving di Bitcoin, programmato per il 2024. Durante questo evento, infatti, i miner riceveranno solo la metà dei Bitcoin per blocco rispetto a prima, portando a margini di profitto più bassi per le società di mining in generale.

L’halving di Bitcoin è un evento che si verifica approssimativamente ogni quattro anni, specificamente ogni 210.000 blocchi. Durante il “dimezzamento”, il numero di nuovi Bitcoin generati per blocco viene dimezzato, riducendo il tasso di inserimento di nuove monete in circolazione.

Questo meccanismo è progettato per controllare l’inflazione e garantire la scarsità di Bitcoin nel tempo. Storicamente, gli halving di BTC hanno avuto un impatto significativo sul prezzo della criptovaluta.

La riduzione del tasso di offerta combinata con una domanda costante o in aumento ha spesso portato ad aumenti dei prezzi in passato. Bisogna però tenere presente che l’impatto dell’halving sul prezzo non è immediato e può spalmarsi su un periodo prolungato.

Bitcoin Minetrix raggiunge il traguardo di $6 milioni – Potrebbe decuplicarsi dopo il lancio?

Parlando di difficoltà di mining di Bitcoin, il discorso si può estendere anche all’impossibilità per un singolo utente di provare a guadagnare da questo processo. Il mining è ormai appannaggio di grandi società e gli investitori più piccoli appaiono inesorabilmente tagliati fuori.

Da tempo la situazione è questa. Ma adesso le cose stanno per cambiare, grazie a Bitcoin Minetrix, un’innovativa piattaforma di cloud mining progettata per semplificare il processo di mining di Bitcoin proprio per gli investitori al dettaglio.

Il successo del progetto è tale che la criptovaluta nativa – $BTCMTX – ha già raccolto oltre $6 milioni nella sua ICO, segnalando una forte domanda per il token.

L’alto interesse verso Bitcoin Minetrix ha senso se si considera, appunto, che lo spazio del mining è ormai dominato da ricche corporation, il che ha comportato un aumento esponenziale degli investimenti di capitale e delle competenze tecniche necessarie per gestire con successo un’attività di questo tipo.

La semplicità è invece il tratto dominante di Bitcoin Minetrix, che richiede semplicemente di acquistare e mettere in staking i token $BTCMTX in cambio di crediti di mining.

Questi crediti possono poi essere bruciati per ottenere tempo di cloud mining o una percentuale dei rendimenti. Entrambe le opzioni portano a ricompense passive in $BTC. L’intero processo è di una semplicità e intuitività disarmanti.

Con l’imminente mercato rialzista delle criptovalute e con il prezzo di BTC che potrebbe raggiungere picchi da record, l’industria del mining, nonostante l’halving e l’incremento dell’hashrate, è destinata a diventare estremamente redditizia e Bitcoin Minetrix consentirà agli investitori su piccola scala di cogliere i benefici.

L’approccio al cloud mining tokenizzato di Minetrix, inoltre, offre anche un alto grado di trasparenza. Per esempio, gli investitori possono mettere in staking o vendere i loro token in qualsiasi momento, il che è un significativo passa in avanti rispetto ai contratti a lungo termine richiesti da altre piattaforme.

 

Le criptovalute sono altamente volatili e non regolamentate. Nessuna tutela del consumatore. Potrebbe essere applicata una tassa sugli utili.