Dal 2018 al 2021, la guida storica per sopravvivere al prossimo inverno crypto

Christian Boscolo
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I mercati orso (ovvero i periodo in cui il prezzo delle criptovalute è in fase calante, ndr) sono una componente naturale del ciclo finanziario; anche i periodi di forte crescita devono prima o poi terminare con una contrazione.

Tuttavia, ogni mercato orso ha cause e condizioni uniche, come il settore delle criptovalute ha già scoperto durante i due grandi inverni (per inverno crypto, similmente al mercato orso, si intende il periodo dove le crypto sono in contrazione, ndr) che ha vissuto dal lancio del Bitcoin nel 2019.

Il primo di questi inverni crypto è arrivato nel 2018 e il secondo nel 2022.

Entrambe le depressioni hanno avuto i loro fattori scatenanti e differenze peculiari – legate alle dinamiche di mercato e alla regolamentazione – e dimostrano quanto la criptovaluta sia maturata dalla sua comparsa più di dieci anni fa.

L’inverno delle criptovalute 2018: Fattori interni fanno scoppiare la bolla


A differenza della flessione avvenuta nel 2022 (di cui si dirà più avanti), l’inverno delle criptovalute del 2018 è stato determinato da fattori interni.

Il mercato si trovava ancora in uno stato di immaturità, avendo sperimentato il suo primo rally toro nel dicembre 2017 e nel gennaio 2018, caratterizzato da un eccesso dell’hype generale.

Tuttavia, poiché all’epoca le criptovalute e le blockchain offrivano poca utilità nel mondo reale, i prezzi erano destinati a precipitare, con Bitcoin che è passato dall’allora record di 19.783 dollari del 17 dicembre a meno di 7.000 dollari all’inizio di febbraio.

Il mercato non era ancora pronto per la prima serata, a causa dei limiti della tecnologia blockchain“, spiega Nick Dodson, CEO e co-fondatore di Fuel Labs. “Inoltre, un periodo iniziale di  clamore attorno ad alcune criptovalute ha portato a una bolla insostenibile che alla fine è scoppiata“.

A contribuire allo scoppio della bolla sono state soprattutto alcune cause esterne, come il divieto in Cina per le ICO  nel settembre del 2017, e il successivo ban per le crypto avvenuto a febbraio 2018.

Come ha osservato Peter Eberle, presidente di Castle Funds, “in tutto il mondo sono aumentate le preoccupazioni in materia di regolamentazione, con molti governi ed enti normativi che hanno dato un giro di vite alle criptovalute e alle ICO. L’incertezza sul contesto normativo ha aumentato il sentiment negativo del mercato“.

Il ruolo degli investitori retail


Il sentiment negativo è stato particolarmente dannoso nel 2018, dato che gli investitori inesperti (e spesso volubili) hanno guidato il mercato toro (il Bull Market, quando le crypto salgono, ndr).

Questo significa che i problemi normativi e la perdita di slancio hanno avuto un effetto sproporzionato sull’umore prevalente, facendo crollare il mercato rapidamente.

La ragione è che il prezzo è stato guidato da un aumento dell’interesse da parte degli investitori al dettaglio e dalla speculazione“, sostiene Joey Garcia, direttore e responsabile degli affari pubblici, delle politiche e della regolamentazione di Xapo Bank.

Garcia ha anche sottolineato che gli hack e gli exploit hanno giocato un ruolo importante nell’affossare il mercato. Un rapporto di CipherTrace pubblicato da Reuters, mostra che le truffe e gli hack sono costati 1,7 miliardi di dollari di perdite nel 2018.

Ci sono state forti  preoccupazioni per la sicurezza, con hackeraggi di alto profilo e violazioni  di exchange e wallet che hanno minato la fiducia nell’ecosistema, evidenziando le vulnerabilità dell’infrastruttura che supporta i progetti e scoraggiando nuovi investitori“, ha aggiunto.

Nel loro insieme, questi fattori – per lo più interni alle criptovalute – hanno contribuito a trasformare rapidamente l’euforia della fine del 2017 nel prolungato inverno delle criptovalute del 2018.

Inverno delle criptovalute 2022: La macroeconomia ha giocato un ruolo più importante


Sebbene l’inverno delle criptovalute del 2022 sia stato in parte determinato da fattori interni, il segmento delle criptovalute è stato più esposto che mai alle condizioni macroeconomiche.

Ciò non dovrebbe sorprendere, dato che il mercato toro del 2020/21 ha beneficiato in larga misura dell’introduzione di tassi d’interesse minimi e del quantitative easing.

Per quantitative easing si intende la pratica in cui la banca centrale inizia a comprare grandi quantità di titoli di stato e altri asset finanziari dalle banche e da altre istituzioni finanziarie. Pagando questi titoli con denaro nuovo di zecca, la banca centrale inietta liquidità nell’economia.

Quando la situazione si è ribaltata, con l’aumento dell’inflazione, gli investitori abbiano iniziato a ritirare il denaro dalle criptovalute.

A quel punto, una ricerca effettuata da Sciencedirect, ha evidenziato come i mercati delle criptovalute sono diventati sempre più correlati a quello azionario.

Anche quest’ultimo ha registrato un calo prolungato nel 2022, mentre l’economia globale attraversava una recessione,da qui lì’idea che il segmnento crypto fosse legato ai mercati tradizionali.

La ragione principale di questa correlazione è che gli investitori istituzionali hanno iniziato a svolgere un ruolo sempre più importante nelle criptovalute nel 2022.

Gli investitori istituzionali hanno iniziato ad abbracciare strategie di investimento a lungo termine, optando per l’approccio buy-and-hold e consolidando la posizione delle criptovalute come classe di asset legittima per la diversificazione del portafoglio“, ha affermato Siddharth Lalwani, co-fondatore e CEO di Range Protocol.

Tuttavia, anche in questo caso sono intervenuti alcuni fattori interni, tra cui, ovviamente, gli improvvisi e drammatici crolli di Terra Luna, FTX e altri grandi operatori.

La ricostruzione: qual è la lezione da imparare?


Sebbene questi siano tutti fattori negativi, vale la pena ricordare che nel 2022 sono emerse anche differenze positive.

Il periodo dal 2018 al 2022 è stato testimone di una notevole trasformazione del panorama delle criptovalute, con l’emergere e la proliferazione della finanza decentralizzata (DeFi) che si è distinta come lo sviluppo più significativo“, ha spiegato Brendan Sedo, uno dei collaboratori iniziali di Core DAO ed ex CEO di Joist.

È stato in questo periodo che la tecnologia blockchain ha ampliato la sua utilità fino a comprendere interi sistemi finanziari autonomi […] La DeFi si è evoluta in un ecosistema vivace, che offre una vasta gamma di servizi che vanno dalle piattaforme di prestiti e mutui alle borse decentralizzate (DEX), alle opportunità ricevere rendimenti passivi, fino ad arrivare  ai market maker automatizzati (AMM)”.

L’aspetto significativo di questa differenza è che tali infrastrutture e utilità hanno fornito alle criptovalute una base più solida.

Ma qual è la lezione che dobbiamo imparare da quello che è avvenuto? Che rimane di vitale importanza continuare a “costruire” durante i periodi di magra, indipendentemente dall’andamento dei prezzi.

Come ha riassunto Siddharth Lalwani, “Concentrarsi sui fondamentali sarà un elemento di differenziazione fondamentale per il futuro. Durante gli inverni crypto i progetti con fondamenti deboli sono spesso falliti perché il sentiment del mercato è cambiato e le bolle speculative sono scoppiate“.

 

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