La Commissione europea finanzia una ricerca da 800.000 euro per verificare l’impatto ambientale delle criptovalute

Christian Boscolo
| 2 min read

Martedì scorso la Commissione europea ha finanziato un contratto da 800.000 euro (842.000 dollari) come parte dei suoi sforzi per verificare e affrontare l’impatto ambientale delle criptovalute.

In un documento pubblicato il 26 settembre, intitolato: “Developing a Methodology and Sustainability Standards for Mitigating the Environmental Impact of Crypto-assets” (Sviluppo di una metodologia e di standard di sostenibilità per la mitigazione dell’impatto ambientale delle criptovalute), la Commissione ha evidenziato le preoccupazioni relative all’impatto ambientale e climatico delle crypto.

“È dimostrato che i cripto-asset possono causare danni significativi al clima e all’ambiente e generare distorsioni economiche e sociali negative a seconda del meccanismo di consenso utilizzato per convalidare le transazioni”.

In risposta alla crescente domanda di cripto-asset e di cripto-mining, anche all’interno dell’UE, la Commissione ha espresso preoccupazione per la potenziale compromissione degli obiettivi climatici e di sostenibilità  delineati nell’Accordo di Parigi.

L’Accordo di Parigi è uno strumento giuridicamente vincolante nel quadro della Convenzione sul clima. È entrato in vigore il 5 ottobre 2016 dopo aver raggiunto il quorum di 55 Paesi, che generano il 55 per cento delle emissioni globali.

L’UE risponde all’impatto delle criptovalute sugli obiettivi climatici e sull’Accordo di Parigi


Nel 2015, i leader mondiali hanno stabilito l’Accordo di Parigi per combattere i cambiamenti climatici. I suoi obiettivi principali sono quelli di limitare il riscaldamento globale a ben meno di 2°C rispetto ai livelli preindustriali, puntando a 1,5°C.

I Paesi presentano piani d’azione nazionali per il clima (NDC) per ridurre le emissioni e li migliorano regolarmente. La trasparenza e il sostegno finanziario ai Paesi in via di sviluppo sono fondamentali.

La decisione della Commissione, per la quale saranno accettate offerte fino al 10 novembre, mira a stabilire standard che contribuiranno alle future politiche dell’UE volte a mitigare l’impatto ambientale.

Inoltre, questa iniziativa prevede l’introduzione di nuove etichette di efficienza energetica progettate esplicitamente per le blockchain.

Il bando, della durata di 13 mesi, intende rafforzare la capacità della Commissione di valutare e affrontare le ramificazioni ambientali delle cripto-minacce. Inoltre, mira a stabilire specifici parametri di sostenibilità per i cripto-asset.

L’UE adotta un approccio multiforme per affrontare l’impatto delle criptovalute e promuovere la sostenibilità


Il bando è però solo uno dei tanti investimenti e iniziative che l’UE ha intrapreso per affrontare le nuove sfide e promuovere la sostenibilità.

L’impegno dell’UE nell’affrontare le questioni ambientali si allinea con gli obiettivi più ampi delineati nel Green Deal europeo e nel piano REPowerEU, che sottolineano l’importanza dell’efficienza energetica e della transizione verso fonti di energia pulita.

Queste iniziative, lanciate nell’ottobre 2022, abbracciano diversi settori, compresi gli asset digitali come le criptovalute, in quanto l’UE mira a mitigare l’impatto ambientale di varie industrie.

Il piano REPowerEU, lanciato in risposta al conflitto russo-ucraino, cerca di affrontare l’impatto di questa crisi sulle forniture energetiche europee. La Commissione europea considera questa situazione come un’opportunità per accelerare il passaggio all’energia pulita.

Un aspetto cruciale di questo piano riguarda la regolamentazione dell’uso dell’energia nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), che comprende le blockchain come sottoinsieme dei data center.

L’imminente studio dell’UE, che durerà un anno, esaminerà le problematiche ambientali legate alle criptovalute, tra cui il consumo di acqua, la generazione di rifiuti, l’utilizzo di risorse naturali e il consumo di energia.

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