La Russia vuole legalizzare il mining delle criptovalute dal 1 gennaio 2023

Christian Boscolo
| 2 min read

La Russia vuole legalizzare il mining di criptovalute con un disegno di legge che potrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2023. In un’intervista rilasciata a RIA Novosti (nota agenzia di stampa russa), il capo del Comitato per i mercati finanziari della Duma, Anatoly Aksakov, ha dichiarato che il disegno di legge sarà presentato in parlamento il mese prossimo. 

La prova del nove

Un precedente tentativo di legalizzare il mining di criptovalute in Russia proposto all’inizio di quest’anno è fallito perché respinto dai parlamentari. Secondo gli osservatori si trattava però di un disegno di legge affrettato e con colpevoli mancanze in diversi ambiti.

Ma per questo disegno di legge il destino potrebbe essere diverso. La prima proposta era stata lanciata da un gruppo di parlamentari dell’opposizione. Il nuovo disegno di legge è stato invece proposto dal governo, e il fatto che personaggi come Aksakov abbiano contribuito a prepararlo ne agevolerà quasi certamente il passaggio alla Duma. Aksakov ha dichiarato che il disegno di legge sarà mostrato oggi ai parlamentari in aula. È probabile quindi che le votazioni vengano effettuate già nelle prossime settimane.

Cosa è cambiato?

In realtà si tratterebbe di una proposta con diversi compromessi. La banca centrale russa rimane infatti fermamente contraria all’adozione delle criptovalute e ha dichiarato che preferirebbe un divieto totale in stile governo cinese.

Per questo, il disegno di legge, consentirà alle aziende di effettuare operazioni di mining a condizione che le crypto estratte non vengano introdotte nell’economia russa. Il disegno di legge propone, come ha spiegato Aksakov, di creare un “pool” di miners “individuali” e “industriali” che sarà regolato da organismi nominati dal governo.

I token ottenuti attraverso il mining sarebbero “soggetti a vendita senza l’uso dell’infrastruttura finanziaria russa”, ha spiegato il deputato. Ma Aksakov ha aggiunto che Mosca vuole anche creare una “Sandbox” (Sandbox è un termine utilizzato in ambito informatico, è un ambiente di prova, spesso slegato dal normale flusso di ambienti predisposti per lo sviluppo e il test delle applicazioni) in cui le “transazioni” possano essere condotte “sotto un sistema legale sperimentale”.

Le aziende che lavorano nella sandbox sarebbero autorizzate a condurre transazioni relative alle criptovalute in Russia, ma solo sotto stretta supervisione normativa .I dettagli, ha affermato, saranno inclusi in un  progetto di legge che sarà presentato in un secondo momento.

Aksakov ha anche dichiarato:

L’adozione di una legge sull’estrazione mineraria porterà questa forma di attività nel settore legale. […] Contribuirà anche a sviluppare la regolamentazione completa delle questioni relative all’emissione e alla circolazione delle valute digitali [in Russia].

Del resto l’attività di mining sarebbe un toccasana per la Russia che potrebbe così impiegare le imponenti risorse energetiche del Paese e, al contempo, generare ulteriori guadagni dalla tassazione. 

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