L’Uzbekistan ha raddoppiato il canone mensile per gli exchange che operano nel Paese

Lucio Prosperi
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L’Agenzia Nazionale per i Progetti Prospettici dell’Uzbekistan (NAPP) ha annunciato la volontà di aumentare le tariffe mensili per le aziende (exchange) che investono nel mercato delle criptovalute all’interno del Paese.

La decisione è stata comunicata nella giornata di martedì 19 marzo 2024; l’obiettivo, da parte del Governo, è quello di ottenere un raddoppio dei ricavi da questo settore, una volta che la struttura tariffaria sarà operativa.

L’Uzbekistan rivede la struttura tariffaria per gli exchange


La decisione di revisionare la struttura tariffaria segue una precedente direttiva del Ministero della Giustizia nel settembre 2022. La NAPP ha esaminato la redditività del trading e degli exchange di criptovalute, il che l’ha spinta all’implementazione di un nuovo sistema tariffario.

Dopo l’aggiornamento del sistema, gli exchange saranno soggetti a una tariffa mensile di 740 valori di riferimento di base (BRV), equivalenti a 251,6 milioni di som uzbeki (che corrispondono a circa $20.000).

Si tratta di un aumento significativo rispetto alla tariffa precedente, che era di 400 BRV, o 136 milioni di som ($10.819). Vale la pena ricordare che il BRV è una misura standard utilizzata nelle transazioni finanziarie, comprese le tasse e le tariffe.

Le aziende di criptovalute che sono autorizzate a operare nel bellissimo Paese asiatico – che vanta numerose perle che stanno attirando sempre più visitatori da tutto il mondo, come la “mitica” Samarcanda, la splendida Khiva o l’affascinante Bukhara (nota anche per i suoi pregiati tappeti) – sono state obbligate a pagare tariffe mensili, principalmente allocate al bilancio dello stato.

Del resto la nazione, sebbene aperta e ospitale nei confronti dei viaggiatori, non è esattamente un emblema di democrazia, visto che l’attuale presidente Shavkat Mirziyoyev è in carica dal 2003 e viene rieletto con regolarità e con percentuali bulgare di oltre l’80% dei voti. E in situazioni politiche di questo tipo, non stupisce che la mano dello stato si infili nelle tasche di chi si arricchisce, in questo caso con le crypto…

Secondo le nuove linee guida, l’80% delle tariffe mensili raccolte dagli utenti e dalle aziende di criptovalute contribuisce al bilancio del Paese, mentre il restante 20% è allocato al tesoro di NAPP. Il mancato rispetto della nuova struttura tariffaria può comportare sanzioni, tra cui la sospensione della licenza.

NAPP si associa a Tether per potenziare il mercato delle criptovalute


Attraverso queste modifiche, come abbiamo visto, NAPP mira a potenziare i ricavi statali dal settore delle criptovalute, prevedendo un raddoppio dei ricavi una volta che la nuova struttura sarà implementata. L’agenzia, comunque, assicura che l’aumento delle tariffe non metterà a rischio la stabilità finanziaria dei fornitori di servizi.

Oltre a occuparsi di questi aggiustamenti tariffari, NAPP si è recentemente associata al fornitore di stablecoin Tether. Il memorandum d’intesa tra le due parti mira a favorire le innovazioni basate su blockchain in Uzbekistan, tra cui stablecoin e tokenizzazione di asset digitali.

Sebbene i dettagli specifici della partnership rimangano non divulgati, Tether intende collaborare con i regolatori della nazione asiatica per stabilire un quadro normativo per gli asset crittografici nel paese.

Una nuova prevendita da tenere d’occhio

Nonostante l’incremento delle tasse a carico di exchange e trader, il mercato delle crypto è sempre frizzante, in Uzbekistan come nel resto del mondo, con diverse nuove prevendite di token che si stanno facendo notare.

Un esempio in questo senso è la meme coin Dogecoin20 – che ha tutte le potenzialità per essere il successore di Dogecoin – e la cui prevendita ha già raggiunto i $4,5 milioni di dollari in pochissimi giorni. Si tratta di un token ERC-20 che mira a offrire una versione migliorata e più sostenibile rispetto a $DOGE, attraverso la sua filosofia di stake-to-earn.

In virtù del suo innovativo programma di staking on-chain e alla sua tokenomica incentrata sulla community, gli esperti ritengono che sia una delle migliori meme coin in cui investire oggi.

Un innegabile difetto nella tokenomica di Dogecoin, per esempio, è la sua infinita offerta di token, che potrebbe portare all’inflazione e ad avere un impatto negativo sul valore degli investimenti. $DOGE20 corregge questa scelta con un’offerta di denaro fissa: non ci saranno mai più di 140 miliardi di token.

Ma com’è la tokenomica di Dogecoin 20? Il 25% dell’offerta di token è stato assegnato alla prevendita, in modo da permettere agli investitori un’opportunità equa per acquistare i token, mentre un altro 25% è stato destinato alla strategia di marketing.

Il 15% è stato riservato per il programma di staking, con i $DOGE20 che saranno distribuiti come ricompense nel corso di un periodo di due anni (con il 12,5% distribuito nel primo anno e il restante 2,5% nel secondo anno, con un tasso più conservativo). Il 10% dell’offerta sarà utilizzato per fornire liquidità sugli exchange decentralizzati, garantendo un’esperienza di trading senza problemi. Infine, il restante 25% sarà riservato nel tesoro del progetto e utilizzato in fasi successive secondo necessità.

Considerando che si tratta di una meme coin su Ethereum, utilizza il meccanismo di consenso proof-of-stake – che è significativamente più ecologico rispetto al proof-of-work di Bitcoin – ed è facilmente compatibile con wallet popolari come MetaMask, il che rende più semplice per i nuovi investitori acquistare, conservare e scambiare la criptovaluta.

 

Le criptovalute sono altamente volatili e non regolamentate. Nessuna tutela del consumatore. Potrebbe essere applicata una tassa sugli utili.

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