Secondo quanto riportato da un articolo del Financial Times, le autorità nigeriane avrebbero chiesto a Binance di fornire dati sui primi 100 utenti nigeriani e l’intera cronologia delle transazioni degli ultimi sei mesi.
I vertici del Paese africano potrebbero anche richiedere il pagamento di una multa di $10 miliardi, come conseguenza della convinzione che l’exchange abbia “fortemente danneggiato” l’economia locale. Le autorità, infatti, sostengono che Binance abbia agevolato “transazioni illegali” a spese della nazione.
Guerra aperta tra Binance e Nigeria
In aggiunta a quanto detto, il governo di Abuja sta spingendo Binance ad affrontare eventuali debiti fiscali in sospeso. Tale richiesta si inserisce in un contesto di negoziati tra le due parti, con i vertici nigeriani che affermano che le attività dell’exchange abbiano influito negativamente sulla valuta locale, il naira.
Binance, insieme con altre piattaforme di criptovalute, è emersa come un mezzo alternativo per stabilire tassi di cambio non ufficiali per il naira, nel bel mezzo di una profonda crisi economica del Paese. L’amministrazione del presidente Bola Tinubu ha implementato una serie di riforme favorevoli al mercato e svalutato la valuta per attrarre investimenti stranieri.
Tuttavia, l’inflazione è aumentata fino al 30%, cosa che ha spinto il governo a intervenire contro gli exchange di criptovalute.
Bayo Onanuga, consigliere presidenziale per l’informazione e la strategia, inoltre, ha accusato Binance e altre piattaforme crypto di manipolare la valuta locale, contribuendo al suo notevole declino e arrivando addirittura a suggerire la possibilità di vietare piattaforme di quel tipo nel Paese.
Dirigenti in prigione
In questa battaglia contro le crypto, le autorità nigeriane hanno anche bloccato l’accesso ai siti web di criptovalute nonché messo agli arresti due dirigenti di Binance – Nadeem Anjarwalla e Tigran Gambaryan – che si erano recati ad Abuja per discutere della repressione regolamentare.
In risposta, Binance ha rimosso il naira dalla sua piattaforma di trading.
L’arresto dei due dirigenti è avvenuto ad Abuja e sono stati confiscati i loro telefoni e i passaporti. Nonostante siano trattati bene, rimangono in detenzione almeno fino al 20 marzo (in seguito a una decisione del tribunale), sebbene non siano state formulate accuse nei loro confronti, al punto che non è così assurdo definirli “ostaggi”.
Onanuga ha dichiarato che Gambaryan e Anjarwalla stanno collaborando con le autorità nigeriane e fornendo informazioni significative. Ha anche accennato alla possibilità che la Nigeria imponga una multa di $10 miliardi come rappresaglia per il presunto impatto negativo sull’economia.